Miel Di Luna

di Stella Di Mezzanotte
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Prologo

 

 

<< Non sai quello che mi stai chiedendo >>
<< Lo so bene >>
<< Non puoi dire sul serio >>
<< Perché no? >>
Davanti al mio silenzio, sorrise appena. Si tolse lentamente la mano dalla tasca del pantalone elegante blu e cominciò a togliersi i gemelli d’oro dal polso della camicia bianca che indossava. Si arrotolò il tessuto fin sui gomiti e ripetè lo stesso procedimento con l’altro braccio. Invece di prendere tempo e pensare alla sua richiesta, la mia mente si annullò completamente. I miei occhi erano impegnati ad osservare i suoi lenti movimenti, come quelli di un gatto appena sveglio che si stiracchia. Sembrava che non avesse fretta o che fosse nervoso, al contrario, si comportava come se avesse tutto il tempo del mondo. Io sapevo che non ne aveva più a disposizione. All’improvviso, come se si fosse ricordato che c’ero anch’io in quella stanza d’albergo, alzò gli occhi di un verde cristallino su di me. Rimise la mano in tasca e con l’altra afferrò il bicchiere contenente il liquido ambrato che si era versato qualche minuto prima. Si avvicinò a me e io sentii un ondata di brividi freddi su per la spina dorsale. L’attrazione che provavo per quell’uomo era inspiegabile. Mi trafisse con i suoi occhi così espressivi e abbassò il viso sul mio, fin quando non sentì il suo respiro infrangersi sulle mie labbra. Socchiusi gli occhi e assaporai la solita elettricità che c’era tra noi, quando eravamo così vicini.
<< Isabella, ti ho fatto una domanda ma forse non l’hai sentita. >>
S’interruppe per bere un sorso di quel liquido, contenuto nel bicchiere, e io mi chiesi oziosamente di cosa si trattasse. Avvicinò ancora il suo viso al mio, fin quando con la punta del naso sfiorò il mio zigomo.
<< Perché no? >> domandò nuovamente.
<< Non posso >>
<< Cos’hai da perdere? >>
<< Tutto >>
Mi allontanai di qualche centimetro e feci per girarmi, quando una presa ferrea mi riportò al mio posto.
<< Non mi piacciono i discorsi in sospeso, Chèrie >>
Odiavo quel soprannome.
<< Non è un discorso in sospeso e piantala con quel soprannome. Non sono un cioccolatino. >>
<< Sì che lo sei >>
I suoi occhi ora sembrano divertiti e maliziosi.
<< Ti do tre giorni. >>
Adesso fu lui a voltarmi le spalle e riempire di nuovo il bicchiere, stavolta fin all’orlo di quello che  finalmente capii essere brandy. Mio padre lo beveva sempre quando c’era qualcosa da festeggiare.
<< Non ho bisogno di tre giorni >>
<< Lo so, ma io te li do lo stesso. >> disse, ignorando il senso della mia affermazione.
<< Sai bene… >>
<< Stop. Sta attenta Chèrie, guarda bene la tua vita e fra tre giorni dammi la risposta che voglio. >>
Ci guardammo a lungo, fin quando non mi decisi ad andarmene. Infilai la porta e la richiusi lentamente alle mie spalle.
<< Buonanotte Isabella >>
Lo sentii da dietro la porta e mi ritrovai stupidamente a rispondere. Mi diressi agli ascensori e nell’attesa passai le mani tra i lunghi capelli castani. Mi erano allungati nel giro di quell’anno. Quando arrivai ai sotterranei dell’Hotel e salii sulla mia mini, mi resi conto di quanto volessi allontanare dalla mia mente le parole indelebili del mio amante. Non credevo che un giorno ne avrei avuto uno. Beh, a conti fatti ero io la sua amante e non il contrario. Lei non ci sarebbe stata più però e lui adesso se ne usciva con questa “ proposta “ come amava chiamarla lui. Era impossibile accettare. Cominciai a pensare alla mia vita, come lui mi aveva suggerito e scoprì che la cosa più triste tra tutte le cose che la componevano, era che non c’era nessuno ad attendermi a casa. Ero sola e avevo la possibilità di non esserlo più. Per tutta la vita.
Questo era già qualcosa su cui ragionare per i tre giorni successivi, ammesso che io dovessi aspettarli tutti, prima di tornare in quella stanza d’albergo.

 

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Sono sempre io, ma ho cambiato nick, invece di Stella Del Sud, adesso ho questo. La storia è stata per sbaglio cancellata, quindi riposto il prologo, i primi capitoli sono già scritti quindi aggiornerò presto. Che dire della storia? Sarà diversa. Molto diversa. E’ un po strana in effetti e spero che in qualche modo verrà “capita” da voi lettori. In realtà non volevo scrivere un prologo, ma partire direttamente dal primo capitolo, ma questa scena si è scritta praticamente da sola e ho pensato, che invece di lasciarla da parte, di inserirla come prologo. Incredibile a dirsi, ma questa storia mi è venuta in mente, per filo e per segno, mentre stavo parlando al telefono con un amica. Mentre lei parlava io pensavo a tutt’altro ( che bell’amica eh? -.-) e così… mentre lei discuteva di una cosa sentita in tv io prendevo appunti per questa strana trama che mi è balenata in mente. In effetti quello di cui stavamo parlando in qualche modo è contenuto in questa storia, quindi se qualcosa non vi piace prendetevela con lei xD Ok… meglio finirla qui. Il prologo in qualche modo vi incuriosisce? Credetemi, non immaginate neppure quale sia la proposta, eheh, ( o forse sì? O.O) bene, fatemi sapere!  

A presto!






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