Questi personaggi non mi
appartengono, ma sono proprietà di Stan Lee, Jack Kirby e Dick
Ayers, della Marvel, Marvel studio, Walt Disney Pictures;
questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Avvertenze per i lettori (sarò un pochino prolissa)
Questa fic parte da alcuni presupposti e da alcune considerazioni di
cui vi metto subito a parte, così da evitare fraintendimenti
e spiacevoli sorprese.
Ho deciso di scrivere di The
Avengers perché ho notato che molti (non ultima
la tipa seduta dietro di me al cinema che si vantava di averlo visto
un'infinità di volte e saperlo a memoria ma che non aveva
capito un accidenti di tutto il film) non hanno colto
l'ambiguità della cattiveria di Loki: era davvero un pazzo
sociopatico o era semplicemente controllato anche lui dai Chitauri? Mi
spiego.
Loki non è certo una figura tutta positiva, ma bisogna
cominciare col fare un importante distinguo:
-il Loki mitologico (da cui prende il fumetto), il dio burlone e
ingegnoso che tante volte ha tratto d'impiccio gli dei norreni, incarna
il male necessario. In sostanza una specie di giullare, abilissimo a
ingannare gli altri, che si crede il più furbo di tutti ma
combina solo un sacco di casini (che mettono Thor, colui che risolve la
situazione, in risalto come eroe e per capire cosa intendo, vi rimando
a ODD di
Neil Gaiman). E' descritto come fedele alleato di Odino.
-il Loki del fumetto originale (da cui prende il film): un vero
supercattivo coi controfiocchi che ce l'ha a morte col fratellastro e
gliene combina di tutti i colori, talvolta alleandosi con altri cattivi
e prendendosela cmq con gli alleati del biondino (ma che sono solo
vittime collaterali);
-il Loki del film, è una povera anima che alla fine di Thor si
è lasciato cadere dal Bifröst. In The Avengers,
secondo me, non è davvero cattivo (non tornerebbero i conti
con Thor):
ha le stesse occhiaie che campeggiano in bella vista su Clint Barton e
su Erik Selvig, due che fanno parte dei “buoni” e
diventano improvvisamente cattivi al punto che Clint è
pronto ad ammazzare Natasha, sua grande amica. E' vero che in Clint ci
sono parecchie ombre, e forse anche il dottore non è proprio
pulito pulito, ma il cambiamento c'è. Per il povero Loki lo
stesso cambiamento rischia di passare inosservato perché,
tanto, lui è l'antagonista (antagonista e Male Assoluto sono
due cose ben diverse, ci tengo a precisarlo): stranamente, si prende
anche lui na bella botta in testa e quando riapre gli occhi, a mo' di
scusa, come i bambini che vogliono fare pace, chiede il suo drink.
Certo, se lo scettro è finito nelle sue mani, un
perché ci sarà (non è farina da far
ostie, insomma, e ha frequentato cattive compagnie tra un film e
l'altro) ma notate come, poco dopo il reclutamento di Stark, si veda il
flusso di energia che dallo scettro passa a lui: è in
quell'occasione che vediamo il suo passato, ma Loki sembra subito anche
meno affaticato (e qui c'è un dettaglio di cui non vi parlo
ora, ma che approfondirò più in là,
quindi non temete, tutti gli elementi sono in gioco). Tra l'altro, a
supporto di questa tesi, basta pensare alla scena dei Vendicatori
sull'aeronave: i membri del gruppetto, in presenza dello scettro,
cominciano a diventare tutti litigiosi e violenti (compreso il puro Capitan
America, su cui più d'uno ha ironizzato che in
virtù di questo potrebbe strappare il Martello a Thor con
estrema facilità) e, guarda caso, è Banner/Hulk,
quello più sensibile agli influssi maligni e rabbiosi, che
lo afferra: lo stesso può essere capitato a Loki. Ma
qualcuno glielo deve aver puntato al petto e dovrebbe avere usato il
dio come pedina (si capisce dalla scena dopo i titoli di coda: in
realtà anche i Chitauri sono controllati da qualcuno)
nonostante gli occhi non gli brillino in modo innaturale come agli
altri.
Però, certo...lui è il dio dell'inganno...non si
sa mai...
In ogni caso, e qualunque versione vogliate prendere, Loki non
è un pazzo psicopatico che si diverte ad ammazzare la gente
a casaccio e a sangue freddo -almeno questo- (in parole povere, di suo,
non avrebbe mai cavato l'occhio di Heinrich Schäfer a quel
modo a Stoccarda. E al posto suo poteva esserci pure Clint, quello che
ha avuto l'idea, per inciso. Solo che non era lui il capo ma doveva
tenersi pronto in caso fosse successo qualcosa).
Loki ha solo un obiettivo: cercare di spodestare il fratello dai
pensieri del padre. Non va redento ma liberato: come tutti, e si vede
benissimo in Thor,
Loki ha un lato buono e uno cattivo.
Loki “Ho
visto il vero potere del Tesseract e quando lo esercito” Thor
“Chi ti ha
mostrato questo potere? Chi controlla il mancato re?”
In pratica, anche Thor -sulla cui prontezza mentale non possiamo fare,
però, troppo affidamento- si è accorto che
qualcosa non va e lo invita a rinunciare a un potere -che in Capitan
America sappiamo essere stato dimenticato sulla Terra all'alba dei
tempi– e a un “delirio
venefico” e a tornare a casa.
(Come già detto, Jo_The Ripper, se la tua versione non
è effettivamente una coincidenza, sai che non concordo ;)
spero che ora sia più chiaro cosa intendevo nelle nostre
chiacchierate. Ma tutto questo a livello teorico. Poi per il resto sai
che continuerò a seguirti! ù_ù)
La storia, inoltre, si svilupperà attingendo ora da un
universo Marvel,
ora dall'altro, a seconda della bisogna. Sì, si tratta di
barare. Ma lo hanno fatto gli sceneggiatori, mescolando tra loro le
formazioni originali del fumetto e facendo un po' quello che gli
tornava più comodo, non ultimo prendere i nemici
dall'universo de I
Fantastici 4. Ma se è per quello, lo ha fatto
pure lo stesso Stan Lee, rimescolando le tessere dei suoi puzzle
più e più volte, creando diverse versioni dei
suoi stessi eroi.
Ora, dato che nel fumetto i protagonisti delle diverse serie
interagiscono gli uni con gli altri già in condizioni
normali (Vedova Nera è detta, da Jubelee, l'amica di Logan, e
in X-men
c'è già la collaborazione di tal Spiderman che a
sua volta collabora con Devil e i Fantastici 4...insomma, un gran
minestrone) mi prendo la libertà di fare lo stesso e di
continuare la storia dei Vendicatori narrata nel film prendendo spunto
e rielaborando gli universi-versioni e formazioni preesistenti
(sì, vi avviso, introdurrò Wolverine come nella
formazione di base! Ed è di questi giorni la decisione di un
certo photoreporter di venirmi a rompere l'anima col desiderio di venir
arruolato anch'egli =_=) Insomma, non mi basta pescare dalle diverse
versioni di The Avengers
perché le stesse sono crossover dei vari fumetti Marvel, ragion per
cui, mi vedo costretta a mettere, come seconda categoria principale,
gli X-men.
Anche qui: quale versione-formazione? Fumetto o film? E quale fumetto e
quale film? Se li avete visti, sapete che le tre versioni - Wolverine le origini,
X-men (1,2, Conflitto finale)
e X-men First Class
sono totalmente discordi tra loro su praticamente tutto. Di base
preferisco i fumetti (più completi perché per
anni hanno scavato nei personaggi da diverse angolature e a cui,
comunque, si appoggiano il film)
Lo dico ora, ma credo lo abbiate capito, sono una new entry della
sezione e vi ringrazio se vorrete provare a seguirmi.
A presto
DR
AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV
AV AV AV
1.
A pancia piena si ragiona meglio
Le immagini scorrevano lente e uguali le une alle altre. Se non avesse
saputo come si sarebbe conclusa tutta la vicenda, avrebbe anche potuto
guardarle con un certo interesse. Ma erano passate ormai diverse ore
dall'evento ed erano tutti, più o meno, sani e salvi.
Ed ecco che veniva mostrata la sua torre, la sua preziosa e nuova
torre, teatro dello scontro decisivo tra l'alieno Loki e il terrestre,
quanto grottesco, Hulk, un bestione verde di due metri che altri non
era se non un mite scienziato irritato al punto da non riuscire a
trattenere la propria mutazione. Un osservatore acuto, guardando quella
sequenza, avrebbe anche potuto notare il lieve ondeggiare della
sommità dell'edificio già disastrato dal
conflitto.
Virginia l'avrebbe strozzato con le sue stesse mani: era una fortuna
che lui l'avesse spedita fuori città già da un
pezzo e che non avesse risposto alla sua ultima chiamata. A ben
pensarci, col senno di poi, sapendo che tutto sarebbe finito per il
meglio, suonava tanto come una cosa melodrammatica. E per niente
attagliata all'immagine di sé che si era costruito.
D'altronde, si giustificò tra sé, masticando
svogliatamente il suo boccone, stava trasportando una testata nucleare
in un universo parallelo per salvare la Terra, su cui non pensava
nemmeno di fare ritorno.
Sbuffò: come fosse stato un bambino, i suoi compagni di
squadra avevano assecondato il suo capriccio di provare lo shawarma ma
sembravano quasi pentiti della scelta. O forse erano tutti,
semplicemente, stanchi per gli ultimi eventi: la città aveva
rischiato di venir rasa al suolo, le strade erano bianche di calcinacci
e cosparse di corpi alieni, grandi come navi da crociera o piccoli come
preadolescenti, privi di quella forza vitale che li aveva tenuti in
piedi fino alla detonazione dell'ordigno. Da parte sua, era
semplicemente assorto dalle immagini che passavano dall'ennesimo
notiziario su una piccola televisione all'angolo, sotto cui era
appollaiato, in punizione, l'asgardiano responsabile di tutto. Loki
aveva assunto l'aspetto di un'esotica bellezza mora ma restava in
disparte, ammanettato e guardato a vista dal fratellastro Thor che si
avventava sul cibo come un troglodita, facendo traboccare tutto il
contenuto del panino a ogni morso. Schizzinosino com'era, Tony Stark,
libero della sua ultima armatura Iron Man Mark VII1,
se ne stava sbracato sullo schienale in modo da frapporre quanto
più spazio possibile tra la propria persona e il biondo
principe asgardiano che, come lui, spostava rapito lo sguardo dal loro
prigioniero alla televisione alla coppia di agenti S.H.I.E.L.D., seduti
scompostamente davanti a loro, in un atteggiamento che, a un'analisi
più approfondita, sarebbe risultato troppo cameratesco.
Natasha Romanoff e Clint Barton tenevano lo sguardo fisso su un punto,
una alle spalle del compagno arciere, l'altro sulla schiena della spia
dalla ribelle capigliatura rosso fuoco.
In testa al piccolo tavolo da fast-food, il dottor Bruce Banner,
l'omino verde incazzoso, probabilmente pensava come fare, ora che
avevano salvato il mondo dalla minaccia aliena, a far perdere
nuovamente le proprie tracce mentre, dalla parte opposta, il capitano
Steve Rogers guardava seccato (o schifato) il cibo sul tavolo, il mento
poggiato pesantemente sul pugno della sua divisa rossa e blu.
“Sei rivoltante” commentò quest'ultimo a
beneficio del redivivo Tony Stark, rompendo il silenzio che si
protraeva, ormai, da diversi minuti, colmato solo dal brusio emesso dal
televisore e dai rumori dei lavori in corso nel locale.
Il magnate si guardò perplesso, cercando poi la fonte di
tanto disprezzo anche dietro di sé. “Come fai a
mangiare in un momento simile? E questa roba puzzolente,
poi...” Loro sette erano gli unici avventori del kebabbaro
all'angolo: i proprietari si erano già rimboccati le maniche
per ripristinare una parvenza di normalità tra le macerie. E
comunque capivano ben poco della loro lingua. “Non vedi che
sei l'unico che ha voglia di banchettare? Mi domando perché
ti abbiamo accontentato”
“Ah” commentò il magnate a bocca piena
“Parli di questo? Si chiama Keeeebaaab. O Pita, nella
versione greca. Su, ripeti con me! Guarda... a Riccioli d'oro
qui...” disse, battendo una pacca sulla schiena del suo
vicino asgardiano “...la carne fatta a Shawarma -o Gyros, se
vogliamo restarcene in Grecia- sembra piacere...”
“Un po' saporita per i miei gusti, uomo di latta... ma posso
capire che tu non abbia lo stesso gusto della persone normali, che sono
anche dotate di buon senso” rispose Thor servendosi un
generoso sorso di birra
“Smettila, Stark” lo rimproverò
stancamente la donna, fasciata nella tuta aderente di pelle nera e
kevlar rovinata dai recenti scontri, vedendo come quello fosse di nuovo
pronto ad attaccar briga coi due puri di cuore del gruppo.
“Io devo
mangiare...” sottolineò quello a beneficio di
tutti e tre “Sono appena rinato..”
“Rinvenuto” lo corresse la rossa
Ma lui continuò senza badarla “... dopo aver
salvato il mondo, se nessuno di voi se ne fosse accorto...”
“C'eri solo tu, là fuori, no?”
replicò caustico Capitan America, ricordando la paura che
aveva provato nel crederlo morto, appena Hulk l'aveva recuperato al
volo dal rientro della sua missione suicida. Da sotto la televisione
anche la bellezza asgardiana mugugnò qualcosa, troppo piano
per farsi sentire dal gruppo di eroi (probabilmente, disapprovazione
per non essere stato sfamata o insoddisfazione per non essere riuscita
nei suoi piani criminali), ma nessuno vi badò
“Senti, Ciccio Bello...” lo apostrofò
dopo aver strappato un altro morso al panino “Lassù
c'ero solo io. Punto. Vuoi?” domandò, quindi,
porgendogli il panino mangiucchiato “Fa bene, ai bimbi come
te. Devi crescere se vuoi diventare un eroe” Ma il biondo lo
cacciò seccato, allontanandosi il più possibile
da lui, poggiandosi stancamente sullo schienale.
“Le cose sembravano andare così bene...”
biascicò distrutta la Vedova Nera, ributtando indietro la
testa e lasciando che i ricci rossi le coprissero gli occhi.
“E poi si può sapere quando ti è venuta
la voglia di cibo etnico?”
“Tornando a casa, eravamo di strada, ma i signori che erano
con me non hanno voluto favorire...anzi... Romeo - qui - ha insistito
perché rientrassimo subito a riagguantare la sua
amata” borbottò indicando con un'alzata del mento
la donna vestita sommariamente in verde e oro “Giulietta, tu
non lamentarti! Hai avuto il tuo drink. E ringrazia che Falco non ti
abbia cavato un occhio con una freccia”
“Però si sarebbe avvicinato, d'aspetto, a nostro
padre...” bofonchiò Thor, trattenendo un sorriso
“Così nessuno avrebbe più potuto dire
che non era suo figlio: guerci tutt'e due” a quelle parole,
Loki gli rivolse un'occhiata di fuoco, per nulla amichevole.
“Se è per quello potrebbero dire che è
figlio di Fury...” disse Stark che subito si
illuminò per una delle sue solite battute idiote
“Per farlo simile a entrambi i genitori dovevi cavargli tutti
e due gli occhi, Clint”
“Mi avete trattenuto...” borbottò
l'arciere spostando lo sguardo dalla compagna al nemico comune.
Sì, avevano trattenuto Clint Barton, detto Occhio di Falco,
dal fiocinare Loki come una murena: il dottor Banner, verde di rabbia,
l'aveva sbattuto e immobilizzato a terra, quindi era tornato ai
combattimenti in strada e aveva addirittura fermato la discesa in
caduta libera del magnate in armatura.
Quando tutti erano rientrati alla Stark Tower avevano trovato il nemico
ancora riverso al suolo, confuso e dolorante. Si erano disposti a
capannello intorno a lui che, con le poche forze residue, era riuscito
a tirarsi quasi a sedere.
“Se per voi è lo stesso” aveva detto
facendosi scappare un sorriso per l'impossibilità della sua
richiesta “...accetterò quel drink”
aveva detto fissando la punta della freccia di Clint come ipnotizzato
“Drink?” Il biondo Thor aveva arricciato il naso
“Di cosa vai parlando?”
“Colpa mia, colpa mia” aveva detto subito Stark. Il
gruppo si era voltato simultaneamente a guardarlo, quasi fosse un'altra
delle sue pagliacciate. Con voce stentorea si era rivolto al proprio
maggiordomo elettronico, J.A.R.V.I.S. “Spero tu abbia
registrato tutto quello che è successo qui dentro”
– Certo, signore– aveva risposto quello con vocetta
sintetica impettita – Non mi ha più chiesto di
disattivare la registrazione interna dall'ultima volta che la signorina
Potts è stata qui...–
“J.A.R.V.I.S.!” era sbottato quello, tra
l'imbarazzato e il seccato “Non credo che ai nostri ospiti
interessi sapere perché abbiamo le telecamere interne attive
da quando è cominciata questa storia. Voglio la
registrazione del mio recente colloquio col qui presente Loki di
Asgard. Poco prima dell'attivazione della Mark VII.”
– Sì, signore– aveva detto quello e
subito, sul muro dietro al bancone, si era aperta una finestra che
aveva rivelato un monitor su cui avevano preso a scorrere le immagini
del recente incontro tra i due.
“Sei un imbroglione” lo aveva apostrofato Loki,
sorridendo timidamente, alla vista dello scherzo in cui era caduto in
modo così sciocco: Tony Stark si era spogliato di
un'armatura, mostrandosi indifeso e vulnerabile, per indossarne
un'altra, una trappola ad attivazione vocale, subito dopo. Che cosa
subdola!
“Senti chi parla” aveva replicato Thor
istantaneamente.
“Dunque, questo drink?” aveva chiesto ancora Loki,
poggiandosi sui gomiti, inclinando la testa di lato e sfoderando un
sorriso sincero e luminoso.
“Ma ti aspetti davvero che ti diamo qualcosa?”
aveva ringhiato la rossa, incattivita e trattenuta a stento dal suo
compagno d'armi
“O-oh, Natasha...” aveva replicato il moro,
stuzzicandola, beatamente disteso per terra “Non essere
così aggressiva... potrei eccitarmi. Anche se ti preferisco
terrorizzata, con gli occhioni sbarrati” Godeva nel provocarla
“Loki, finiscila” aveva ringhiato anche Occhio di
Falco, lottando per tenere buona la sua amica spia, che rischiava di
saltargli al collo da un momento all'altro “Se non sapessi
quello che so, ti avrei già cambiato i connotati”
Il principe di Asgard aveva mostrato un faccino contrito e battuto gli
occhioni “Oh certo, dimenticavo...” aveva replicato
strafottente, lasciando scivolare un'occhiata eloquente sulla donna che
ancora scalciava e urlava.
“Cos'è che sapresti, di preciso?” aveva
domandato il dottor Banner, tornando al proprio aspetto umano e
trattenendo gli abiti, più grandi di qualche taglia, in vita.
“Che fa così lo stronzo per nascondere l'imbarazzo
per averla combinata grossa. Ma con grossa, intendo colossale,
intergalattica...” aveva risposto il cecchino.
Gli occhi di tutti erano tornati nuovamente su Loki, che si era
limitato a fare spallucce
“Ha ragione lui, fratello...” aveva detto Thor al
suo fianco. Dalla voce traspariva tutta la preoccupazione e l'amarezza
per non essere stato capace di proteggere il fratello e i due regni.
Anzi, di esserne, in qualche modo, responsabile.
“Diglielo, Loki!” aveva sibilato Clint Barton
“Io, Natasha, che sa della ricalibratura cognitiva, e anche
Eric, testimonieremo a tuo favore...”
“Diglielo, Loki!” aveva ripetuto il moro,
facendogli il verso “Ha ragione lui, fratello!”
aveva recitato ancora, scimmiottando il biondo dio del tuono
“Grazie dell'interessamento, lo so benissimo da solo di
essere nei guai fino al collo, non sono così stupido come
credono il mio amato padre e il mio perfetto fratello” aveva
replicato mettendo il broncio, ributtatosi a terra, le braccia
incrociate sul petto “Fate quello che volete!”
“E' un altro dei tuoi piani?” aveva domandato Thor
sospettoso “O fa tutto
parte del tuo
piano?”
“Naaa” aveva sbuffato quello levando gli occhi,
come se la sola idea di macchinare una nuova strategia fosse la cosa
più stancante dell'universo “Ma tanto, Loki
è il cattivo, Loki è il figlio adottato,
originario della stirpe nemica, non può non rivoltarcisi
contro, è nella sua natura, non può non
ingannare... Mi sono stancato di cercare di difendermi. Mi sono
stancato di cercare
di riuscire a fare qualcosa: essere l'adorato figliolo
portato in palmo di mano da Odino,
il sovrano perfetto di Asgard o il suo distruttore. E se non di Asgard,
almeno di un insulso pianeta come la Terra. E invece? Nulla! Non sono
capace di fare nulla. Mi sono stancato di vedere i miei sforzi
vanificati da te...” aveva sputato velenoso contro il
fratello “... e dai tuoi amichetti. Tanto il magnifico Thor
è sempre accerchiato da alleati fedeli, no? Invece Loki? Non
può che vivere e dipendere dalla tua ombra. Fate che cavolo
di pare.” aveva ripetuto considerando chiusa la discussione.
I vendicatori avevano alzato i loro sguardi perplessi sui due,
semplici, agenti che si erano stretti nelle spalle in risposta
“Probabilmente, Loki era sotto l'influsso di quello scettro,
come me...” aveva detto Occhio di Falco, indicando il bastone
che la compagna, ora calmatasi dall'improvvisa quanto momentanea
sfuriata, teneva in grembo, ancora sfavillante in tutta la sua potenza
distruttiva. “...e come Eric. Se Phil è morto
è colpa nostra quanto sua” aveva proclamato il
biondo tenendo lo sguardo fisso sul gruppo di eroi al suo fianco.
“Come fai a esserne sicuro?” aveva domandato il
dottor Banner, levando un sopracciglio
“Ci voleva un forte urto alla testa perché
potessero liberarsi dal...maleficio”
Era intervenuta Natasha, abbassando gli occhi sul pavimento
frastagliato.
“Quindi sono io, cioè, è stato Hulk, a
rimetterlo in carreggiata?” la rossa aveva annuito in vece
dell'amico. “E tutto con quello scettro... Tony, tu lo
sapevi, vero?” aveva domandato d'improvviso alzando lo
sguardo sul collega scienziato che, a quella domanda, aveva sgranato
gli occhi: Loki aveva cercato di possedere anche il suo animo ma era
stato ostacolato dal generatore Ark che l'umano portava sul cuore.
“No, in realtà no... ho avuto solo fortuna. Non
sapevo da dove traesse la sua forza o come facesse a far cambiare idea
ai nostri alleati.
Volevo solo impedire che sfasciasse il mio palazzo...” aveva
detto stanco, facendo vagare lo sguardo tutt'intorno “Ero
pronto a proporgli una tregua, anche se non avevo la più
pallida idea di cosa avrei barattato. In ogni caso, non credevo sarei
riuscito a estorcergli un'informazione tanto preziosa.”
“Oh!” aveva esclamato Loki tirandosi a sedere,
gambe graziosamente incrociate. Giunse le mani tra loro con un sonoro
schiocco e sbatté le lunghe ciglia come un cerbiatto
ruffiano “Loki non è cattivo,
Ommioddio!” aveva gridacchiato prima di lasciarsi ricadere
sui gomiti e mettersi a ridere sguaiatamente “Non vi
crederà mai nessuno”
“Ti tirerò fuori da guai...” aveva
sentenziato il biondo fissandolo intensamente.
Il principe Asgardiano aveva roteato gli occhi per il livello di
sdolcinatezza del fratellastro “Sì, certo. Come
sempre, d'altronde...”
Thor aveva taciuto, irritato ma, in certo qual modo, comprensivo
“Ti tireremo fuori dai guai” aveva replicato con
più convinzione.
“Scusa, Natasha” aveva chiesto Iron Man
picchiettando sulla spalla della ragazza “Tu che sei esperta
di latino, sbaglio o ha usato il plurale maiestatis? E' normale nella
famiglia reale, no?”
“Io credo che usasse il plurale plurale. Cioè, ci
sei dentro anche tu.”
“E perché mai?” era sbottato portandosi
le mani ai fianchi “Dopo che ha cercato di strapparmi il
cuore!”
“Tecnicamente tu non hai un cuore” lo aveva
rimbeccato il capitano Rogers, meditabondo
“Sì che ce l'ho... rischia solo di fermarsi per
degli affarini che il generatore tiene lontano col suo
magnetismo”
“Dovresti essere morto” meditò quello
“Anche tu!” precisò Stark con un sorriso
tirato sul viso: non riusciva proprio a tollerare Rogers e la cosa,
grazie al cielo, sembrava essere reciproca.
“Dobbiamo elaborare un piano, trovare una
scappatoia” se n'era uscito anche Banner, riemergendo dalle
sue elucubrazioni
“Quindi non ci abbandoni?” aveva domandato Natasha,
sinceramente sorpresa
“Beh, ecco.... ormai son dentro e io finisco sempre
ciò che ho iniziato... Ma non mi piace e, appena
potrò, me ne tornerò alla tranquillità
della jungla cambogiana”
“Garçon?” aveva chiamato Loki a
indirizzo di Stark, schioccando le dita “La consulta ha
deliberato. Da bere per tutti!”
1 Genealogia delle armature: Mark I
è il prototipo costruito nel deserto, Mark II quello che gli
viene prima fregato dal suo CEO in Iron
Man e che viene poi definitivamente sottratta e armata per
War Machine in Iron Man
2; Mark III è la versione con cui spacca mezza
casa e con cui vola in Afganistan e da cui nasce la leggenda di Iron
Man; Mark IV è quella del volo d'apertura di Iron Man 2 (la Mark
III era stata danneggiata dallo scontro finale del primo film) ; Mark V
è quella compatta che sta nella valigetta che indossa a
Monaco per fronteggiare Whiplash/Ivan Banko; Mark VI è
l'armatura con finestra pettorale triangolare per il nuovo generatore
Ark e Mark VII è quella che attiva coi braccialetti in The
Avengers dopo l'incontro ravvicinato con Loki.
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