PROLOGO
Aveva le lance a pochi centimetri dalla sua gola, ma non si
scompose, né si lasciò prendere dal panico.Era calma,
immobile come l’acqua stagnante.
“ Mostratevi straniero ” la voce del capitano dei Rohirrim era una lama
Lei con un gesto fluido e aggraziato si levò il cappuccio
del mantello scuro: una cascata di ricci castani le cadde sulle spalle,
danzavano, con il vento.
“ Eomer di Rohan,
valoroso capitano dei Rohirrim le nostre strade si
incrociano ancora ”
Il giovane cavaliere la guardò attonito non riuscendo a
nascondere il fremito che gli corse lungo la schiena
“Nimdoriel…” riuscì solo a dire
scendendo da cavallo
“Proprio io, la vostra ospitalità è alquanto diminuita vedo”
fece guardandosi attorno
Eomer fece cenno ai suoi cavalieri
di alzare le lance e le si avvicinò togliendosi l’elmo
Nimdoriel era esattamente come la
ricordava.
Cinque lunghi anni erano passati dall’ultima volta in cui
l’aveva vista e quasi non gli sembrava vero averla lì a pochi passi.
Gli occhi di lei lo scrutavano in silenzio, tradendo
un’emozione che solo lui riuscì a cogliere
“ Non sei molto cambiato” gli disse con un sorriso
“ Niente è cambiato” le sussurrò lui all’orecchio.