Buon Compleanno
Buon
Compleanno
-Tanti
auguri,bello mio!-
Erano
appena le 7 del mattino, ed un vivace ragazzino biondo dagli occhi
color del cielo terso stava contemplando l’opaca macchia del
proprio riflesso su uno specchio a parete rettangolare, appannato dal
caldo vapore della doccia.Strofinò una mano sulla superficie
per vedere meglio la sua immagine,e col dito indice tracciò il
contorno dei suoi lineamenti infantili un po’ squadrati quando
apparvero più nitidi sullo specchio.Abbassò lo sguardo
malinconicamente e lo posò sui vestiti gettati alla rinfusa
nel lavandino.Poteva essere una giornata come tutte le altre,la
routine di sempre.
-Oggi
compio dieci anni,è una data abbastanza importante da
festeggiare, credo-dichiarò al suo riflesso assumendo uno
sguardo deciso.-sarà una splendida giornata, non ho
assolutamente voglia che qualcuno me la sciupi.-Disse ciò più
per raggiungere l’autoconvinzione che quello sarebbe stato un
giorno di svolta nella sua vita, che qualcuno sarebbe riuscito a fare
breccia in un muro che lo separava dagli altri.E Naruto sperava
soprattutto questo.
“Chissà
se qualcuno vorrà festeggiare insieme a me?”riflettè
assorto mentre si asciugava col phon gli indomabili capelli color
canarino.Si vestì in fretta e si diresse con passo strascicato
in cucina.Aprì il frigo e ne estrasse un barattolo di ramen,
il suo cibo preferito.Tergiversò un po' prima di aprire il
contenitore;non aveva molta fame.Sia un po’ per l’ansia
per gli avvenimenti della giornata,sia un po’ per
l’eccitazione, gli si era chiuso lo stomaco.
“Meglio
che mangi, ho bisogno di parecchie energie”
Appena
uscito di casa fu investito da una folata di gelido vento autunnale.
“per
fortuna ho preso la sciarpa”constatò compiacendosi di sé
stesso.Quella volta non aveva come al solito le tasche delo zaino
stracolme di petardi o di altri ordigni pericolosi con cui si
divertiva a creare scompiglio o a spaventare gli insegnanti più
ingenui.No, quella volta non avrebbe torto il dito neanche al suo più
acerrimo nemico.
“Almeno
una volta all’anno bisogna pur essere buoni”.Sorrise
sotto baffi e si volse verso i volti dei grandi kage scolpiti nella
roccia.Provava grande soggezione per quegli sguardi severi,che alla
prima luce del mattino potevano apparire addirittura arcigni.Però,
da qualche tempo era nato dentro di lui un forte desiderio che prima
o poi, un giorno,anche il suo volto sarebbe stato ammirato dalla
gente del villaggio.
Entrò
in un groviglio di vialetti appena battuti quasi completamente
coperti da uno scricchiolante tappeto di foglie arancioni con fini
venature rubizze.A Naruto piaceva calpestarle:adorava il rumore ed il
modo in cui la prepotenza del vento autunnale le sollevava dal suolo
e le sparpagliava nell’aria e addosso alla gente.Quando
guardava su, in direzione della chioma degli alberi,i suoi occhi
ingenui di bambino rimanevano affascinati dal vago tremolio di quelle
che erano ancora attaccate al ramo, lo intrigava fragilità
della loro vita appesa un filo, ed il loro morire pacificamente
posandosi sul suolo.Una volta il maestro Iruka gli aveva detto che la
vita degli uomini poteva paragonarsi a quella delle foglie.
Gia, il
maestro Iruka.Non vedeva l’ora di entrare in classe e salutarlo
come faceva sempre ogni mattina.
Si sistemò
meglio la sciarpa e si mise a correre in direzione della scuola
assaporando la libertà che sferzava le morbide guance.Il
momento magico s’interruppe quando andò a finire addosso
ad un ignaro passante.
-Razza di
maleducato, la prossima volta guarda dove cammini!-Si voltò a
guardare il viso del ragazzo e, appena lo vide, che gli porgeva la
mano dispiaciuto, realizzò chi fosse e se ne andò via,
dopo avergli lanciato uno sguardo di disprezzo,lasciando un Naruto
più che rammaricato.
In classe
c'erano quasi tutti: la maggior parte se ne stava sulle sue,
all'infuori di un crocchio di ragazze che come ogni dì che Dio
metteva in terra , ronzava intorno a Sasuke, il quale sembrava
piuttosto interessato ai minuscoli granelli di gesso depositati nelle
scanalature del legno del banco.
Lui
invidiava Sasuke.lo invidiava perché era tutto cio che
avrebbe voluto essere.Gli passò accanto,ma non gli fece una
linguaccia come sempre, bensì gli diede il buongiorno e gli
sorrise.Quella volta non aveva voglia d litigare.
La porta
dell’aula si aprì.Entrò un ninja alto e
allampanato che reggeva un registro che si rivolse ai ragazzi:
-Buongiorno.Purtroppo
il maestro Iruka è stato spedito d’urgenza in
missione.Per oggi ci sarò io a farvi lezione.-
un coro di
disappunto si levò in tutta l’aula, ma il più
dispiaciuto fu sicuramente il nostro piccolo Naruto.
“Non
è giusto, ci mancava solo questa!”per tutta la giornata
mantenne il broncio, tenendo la testa appoggiata sul banco,non
sforzandosi neanche di seguire le lezioni.Si animò soltanto al
suono della campanella e fu il primo a schizzare verso l’entrata:
l’intera mattina attendeva con ansia questo momento.Si appostò
su un lato e si piegò verso lo zaino, tirando fuori un
mazzetto di svariati cartoncini colorati delle dimensioni di un
biglietto da visita.Aveva speso una buona parte della notte a
prepararli e scrivere su di essi un invito adatto per i compagni.
Il primo
che riuscì a bloccare fu Sasuke e gli porse un cartellino
azzurro cielo
-oggi è
la mia festa, ti va di venire?-.Il biondino sfoggiò uno dei
suoi sorrisi migliori, e rimase in attesa di una risposta.
-Mi
spiace,Naruto,non posso,-lo liquidò con queste brevi parole e
si allontanò col suo passo lento e molleggiato.
Neanche a
dirlo, povero Naruto ci rimase malissimo.Non perdendosi d’animo,provò
con Kiba, che in quel momento stava chiacchierando con un ragazzo
della classe accanto.
-Scusami
tanto, ma ho un impegno-anche lui declinò l’invito e
accadde così con tanti altri ragazzi:chi andava a trovare la
nonna, chi aveva un’altra festa, chi gli sfuggiva prima che
glielo chiedesse.
Ormai non
c’era più nessuno.Era rimasto solo lui che stringeva i
biglietti accartocciati nel pugno destro.
Solo.
Nel
cortile polveroso che si riparava con una mano dai granelli ostili
che cercavano di penetrargli negli occhi.Che anche loro provassero
rancore verso di lui?
Solo.
Sentva il
sangue salirgli convulsamente alla testa, le vene pulsargli
violentemente.Avrebbe voluto rompere qualcosa, urlare, sfogarsi in
qualche modo.Cominciò a dare calci al terreno, alzando ancora
di più la polvere, con il risultato di tirarsela addosso e
peggiorare la situazione.Sentì uno scalpiccio, qualcuno che
correva sul selciato a pochi passi dalla sua sinistra.Alzò lo
sguardo e vide una graziosa bambina dai capelli come il fiore del
ciliegio tenuti all’indietro da un nastro rosso..Naruto
s’illuminò d’un tratto: a lei ancora non era
riuscito a chiederlo, forse c'era una parvenza di speranza.
-Sakura-chan!fermati
un attimo!-La bimba si fermò al pronunciare il proprio
nome.Vide il ragazzo che si agitava in corsa nella sua direzione
-Cosa
vuoi, naruto Uzumaki?-Chiese con tono leggermente seccato sporgendo
vistosamente il labbro inferiore.
-Senti, ti
va di festeggiare il mio compleanno insieme a me?Non c’è
nessuno che è voluto venire,perciò…-Attese colmo
di speranza.Il volto di lei si distese un poco per la
compassione,benchè l'avesse sempre trovato un bimbo dispettoso
e avesse provato da sempre una certa ostilità nei suoi
confronti.
-Devo
vedermi con Ino, non posso venire-
-Ma
..Sakura...
-Ci
vediamo domani!
Non fece
in tempo a fermarla che aveva gia voltato l'angolo.Ormai la sua
trovata poteva definirsi un fallimento.
-Cos’ho
che non va!!?? Perché la gente mi evita? Cosa ho fatto di
male?-Urlò con tutto il fiato in corpo,teso per la rabbia e
irrigidito per la tristezza.Sentì una,due,tre gocce di pioggia
infrangersi sul capo.In poco tempo le gocce divennero sempre più
frequenti finchè non si trasformarono in un vero e proprio
scroscio d'acqua; i vestiti fradici aderivano al corpo appesantendolo
e i cartoncini si erano stinti gli uni sugli altri.Non sentiva
freddo, provava solo dolore; un forte dolore tutt'altro che quello
fisico delle nocche delle mani che si spaccavano per il gelo.Era una
ferita profonda che buttava copioso sangue, doleva
insopportabilmente.Sentiva come uno squarcio nel petto, un po’
più a sinistra.Alzò il capo per sentire la pioggia che
gli scorreva lungo il volto, illudendosi che essa potesse lavare via
ogni ansia, ogni malessere dall’anima.Ansimava dal furore ,aprì
la bocca e le gocce scesero dolcemente come una carezza, da tempo
confuse con quelle salate delle lacrime .Si mise a correre;non era
una corsa come quella della mattina stessa, ma una corsa disperata
per liberarsi di quei muri soffocanti che lo stringevano, che dal
momento della sua nascita lo rinchiudevano come una bestia in
gabbia.Arivò a casa col fiatone, singhiozzando e
gemendo.Quando richiuse la porta dietro le sue spalle sentì
come un sollievo.Era finalmente a casa, al sicuro nella fortezza che
lo aveva sempre protetto e che lo avrebbe fatto anche in futuro
.Si calmò poco a poco:l’odore del legno stagionato era
per lui un aroma familiare lo rassicurava e calmava i suoi bollori
meglio di una bacchetta d'incenso.Si sedette davanti al tavolo di
fronte ad una grossa scatola.Il senso di occlusione era sparito, per
uo sollievo.Aprì la scatola e ne estrasse un’immensa
torta di cioccolato.Se avesse fatto la festa, sarebbe stata solo
quella l’offerta agli amici,ma dopotutto ne sarebbe valsa la
pena, dal momento che aveva speso tutti i suoi risparmi per
comprarla.Tirò fuori dieci candeline e, una ad una, le
posizionò sulla massa di cioccolata e le accese.
“è
un peccato per questa torta.Anche quest’anno è andata
così”.Si asciugò quell’ultimo alone di
tristezza dalle guance arrossate e spense i barlumi vacillanti con un
sol soffo.
-Buon
compleanno,Naruto.-
THE END
Sniff...
Comunque, state allegri, si sa poi come va a finire la storia, no?
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