Abitudini

di Artemisia17
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C’erano delle volte in cui Ser Jaime Lannister odiava essere lui.
Le battute denigratorie o gli insulti gli scivolavano via come la pioggia,  le incombenze e i compiti erano diventati a poco a poco parte di lui.
Ma detestava fortemente i paragoni fra lui e suo padre. Lui era il famigerato Sterminatore di Re, Tywin era il grandioso vincitore  della battaglia di CastellaMare.
Jaime era una Guardia reale, il padre il Primo Cavaliere del Reame. Lui era uno storpio e l’altro un condottiero.
Tutti si aspettavano molto da lui. Tutti conoscevano le sue imprese, le sue azioni venivano sussurrate tra i bivacchi accesi, le sue gesta denigrate in pubblico e ammirate in segreto. Lui era Jaime Lannister, lo Sterminatore di Re, il vincitore di tornei, abile cavaliere e ancora più efferato spadaccino.
Ma, molto più semplicemente, sapeva combattere. L’uomo dalla barba incolta e lunga che sputava grumi di sangue represso nel fango della polvere non era Jaime Lannister. Quell’uomo era morto insieme alla sua mano. Quell’uomo sarebbe stato in grado di battere un boia senza lingua. L’uomo si tese e tentò di alzarsi. Il moncone tocco la nuda terra. Con un urlo animalesco, ricadde di nuovo con la faccia nel fango.” Maledette abitudini.” Mugugnò, sputando del fango, sotto gli occhi denigratori del boia.




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