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Eccomi qui con una cosetta
piccola piccola e leggera leggera ^^
Ci tenevo a ringraziare chi ha commentato (in realtà anche chi ha solo letto) le
mie precedenti fic. Davvero, i vostri commenti mi lasciano senza fiato per la
felicità! *_*
Un grazie speciale a tutti
voi ^_^
Disclaimer: Come al solito, i
personaggi non mi appartengono (eh, magari ù_ù ), ma sono della Rowling ed è
tutto inventato. [si vede che non ho voglia di scrivere il disclaimer! ^^' ]
Quadri
“Non
credo proprio che tuo padre ne sarebbe felice, ragazzo mio” borbottò una
profonda voce maschile, con forte accento scozzese.
“No,
certo che non lo sarebbe!” gli fece eco un’altra, questa volta stridula e
femminile, da arpia, probabilmente.
“Oh, taci
Gofrid! E anche tu, Megarda! Dopo gli errori che ha compiuto, il padre dovrebbe
solo ringraziare di essere ancora vivo!” si aggiunse una terza, dolce e materna.
“Errori!
Che parola grossa per aver seguito e difeso i propri ideali!” riprese la
seconda, Megarda.
“Ideali
un corno, con tutto il rispetto! Ha lasciato suo figlio solo per fare
l’assassino di mestiere!” riecco quella materna.
“L’essere
solo, come dici tu, mia cara Pauline, non è certo una scusante per… per…
compiere tali nefandezze, tali ignominie! Il buon nome della
nostra famiglia ne verrebbe completamente compromesso, se ciò si sapesse. Ai
miei tempi…”
Una nuova
voce si intromise, giovane e irriverente. “Oh, sì, i tuoi tempi! Il Paleolitico,
Gofrid! Ma le cose, grazie a Merlino, si evolvono! Già io posso ammettere
che, non sempre, ma qualche volta, mi è capitato di…”
Theodore
infilò testa sotto il cuscino, tentando di sottrarsi al coro di voci esploso
sulla sua testa. Preferiva non sapere in quali sordide avventure sessuali
fosse stato coinvolto suo nonno, Brian Gregory Nott, morto appena trentenne.
Accanto a
lui, Blaise Zabini fece lo stesso, senza risparmiarsi, però, di mugugnare un
infastidito ed assonnato “Theo, ti prego, falli smettere!”, che per poco non
venne sovrastato da un urlo di Megarda: “Lo sapevo che i geni malati li
ha ereditati dal tuo lato della famiglia!”.
Theodore
scivolò verso il proprio compagno, ormai conscio di non potersi più
addormentare, e gli posò un braccio sulla schiena, mentre Pauline sussurrava
inviperita “Li avete svegliati, contenti?!”. Attese che Blaise sollevasse il
capo e lo poi lo baciò dolcemente, e di nuovo le voci di Gofrid e Megarda
invasero la stanza.
“Riprovevole!”
“Inammissibile!”
Theo levò
gli occhi al cielo e Blaise lo guardò torvo.
“Perché
mi sono lasciato convincere a venire a vivere con te?”
“Perché
mi ami, idiota.”
Ma di
fronte allo sguardo scettico e lievemente intimidatorio che l’altro gli lanciò,
si trovò costretto ad aggiungere “Dai, vedrai che prima o poi si abitueranno”.
Blaise si
voltò nell’abbraccio e affondò il viso nell’incavo tra il collo e la spalla di
Theo. “Spero lo facciano prima che decida di dare loro fuoco…”
“Guardate
come sono teneri!” esclamò Pauline.
“Teneri
un corno!” borbottò Gofrid.
Theo si
limitò a ridacchiare un po’, stringendo Blaise tra le braccia, e a
ripromettersi, per l’ennesima volta, di far sparire tutti i
maledettissimi quadri dalla stanza da letto. Tutti, prozia Pauline compresa!
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