The past will never forget. Neither you.

di LaylaLaRed
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Il primo abito che la biondina ci mostrò era un Douglas Hannant.
Corpetto stretto e gonna larga, a balze e piumata.
Esuberante ma molto classico.
“Che ne pensi, B?”, mi chiese sorridente Serena.
Alzai gli occhi al cielo.
“Non li proverò fino a che non avremo fatto una selezione completa, Serena. Quante volte devo ripetertelo?”, sbuffai.
Procedetti a passo spedito fino a raggiungere la ragazza che scoprii si chiamava “Stacy”, e che stava tirando fuori un altro abito dalla carrellata.
Era molto semplice, di color panna e senza alcuna decorazione, con bretelline.
Esibii una smorfia di disgusto e lo feci scartare.
Ne avevo visti a centinaia, e dovevo sceglierne almeno due per poi fare un’ultima scrematura.
“Cosa ne pensa di questo, signorina Waldorf?”, mi chiamò poi Stacy, sventolando un abito decorato con pizzo e fiocco color avorio.
Lo fissai per qualche secondo, e svogliatamente decisi di provarlo.
Era l’unico che fino a quel momento aveva risvegliato in me una sensazione di minima allegria.
Una volta entrata nel camerino e aver indossato con poca fatica il vestito, che scoprii essere di Vera Wang, uscii falsamente sorridente, e Serena batté allegra le mani.
Mi guardai allo specchio.
“Non è lui”, mi lamentai, tornando nel camerino e cambiandomi.
“B, sei sicura di volerlo fare? Voglio dire…”, cominciò Serena mentre Stacy frugava negli abiti.
“Serena, smettila. Sai che lo amo più di ogni altra cosa al mondo”, la rimproverai pensierosa, sedendomi su un pouf.
“Signorine! Ho trovato l’abito giusto. Lei lo voleva principesco, miss Waldorf”, iniziò la commessa, porgendomi un abito stupendo, di seta, con un lungo strascico e delle roselline come decorazione, “E principesco l’ha trovato”, terminò sorridente.
Mi si illuminarono gli occhi e scattai in piedi come una molla dal pouf dove mi ero seduta.
“Lo compro. Senza provarlo. Lo proverò solo il giorno del matrimonio”, sussurrai.
“B ma sei pazza? Cosa pensi che…”, iniziò, ma fu interrotta da me.
“Che dirà la gente? Tutto ciò che vuole, ma non importa”, dissi alzando un sopracciglio, ed estraendo la carta di credito dal portafogli che si trovava in borsetta.
“Acconto?”, chiesi.
“Ho capito, lascio stare”, disse Serena, allontanandosi per rispondere ad una telefonata.

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“Pronto?”
“L’abbiamo trovato. E’ in Italia. E’ vivo”.




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