la guerra tra il popolo dei florius e il signore della guerra Kruth

di Book boy
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Nel lontano regno di morgonia vivono creature di ogni genere e sorta, dalle particolari bulbbe piante carnivore grandi quanto un uomo, ai terich creature altre quanto un trol ma con tre occhi. ma poi vi sono anche le fate, i giganti d'ombra, gli orchi, i nani e molte altre creature. tra vi esse vi è anche uno strano popolo i florius. degli esseri alti quanto un uomo ma fatti di tronchi e liane, con al posto delle mani e dela testa tre enormi fiori. la loro è una civiltà pacifica con a capo il grande saggio, che ha combatutto solo in casi di grande pericolo. ma nonostante ciò l'esercito dei florius comprende migliaia e migliaia di guerrieri ed è suddividso in legioni: sono in tutto 15 tutte composte da 8000 soldati ciascuna. la prima legione è formata dai veterani, nonchè i soldati più anziani (ovvero i soldati florius la cui età oscilla tra i 250 e i 375 anni) mentre la quindicesima è formata dai giocani (dai 60 ai 120 anni). il loro regno è protetto su tutti i fronti da alte catene montuose e da fiumi impetuosi. ma non si può mai rimanere al sicuro. ormai è da molto tempo che gira la voce del ritono del signore della morte Kruth, e dei suoi terribili guerriri che circa quattro secoli prima avevano messo a ferro e fuoco tutta la regione di gral nel regno di morgonia. infatti non passò molto tempo che si seppe che i suoi guerriri avevano già raggiunto i confini della foresta avendo già sconfitto e conquistato il regno degli elfi silvani. 
- cosa?!- urlò il grande saggio quando seppe della conquista del regno elfico -come possono essere già così vicini?- il capitano flias rispose- grande saggio non lo sapiamo, hanno sfondato in poco tempo le difese elfiche e ora sono quasi ale porte. il grande saggio si voltò e guardo dritto negli occho il capitano poi disse -bisogna subito far partire la prima e la seconsa legione, e inseguito dovremo far partire di rincalzo, se necessario, la terza. voglio che partano entro domattia e che si attestino alle sorgenti del fiume goz- 
-sarà fatto mio signore- dopo di che il capitano voltò i tacchi e se ne andò lasciando il grande saggio assorto nei suoi pensieri. si recò verso la guarnigione della prima legione di cui era capitano. -uomini!- annunciò -il tempo della pace è terminato, una ltra guerra comincerà e noi la vinceremo!- un urlo di giubilo si alzò fra i combattenti. -domattina- riprese filas - partiremo con la seconda legione per attestarci alla sorgente del fiume goz. gli uomini allora cominciarono subito i preparativi, mettendosi le corazze e preparando le cata pulte da difesa. la mattina seguente partirono all'alba e alla sera furono alla sorgente. Il capitano diede alcuni ordini, e fece appostare le catapulte. poi fece accapare l'esercito e si sedette davanti ad un falò e dopo un po' si sdraiò per riposarsi. il giorno dopo al sorgere del sole ci fù un urlo -arrivano! arrivano!- filias subitò si alzo in piedi si mise sulle spalle il mantello e rdinò -forza tutti ai propri posti! - poi corse verso il suo bataglione e lo fece avanzare per prepararsi alla battaglia. i guerriri nemici erano ormai a poche centinaia di metri da loro erano orrendi: sembravano dei demoni di colore rosso fuoco, e Kruth era davanti a loro e ordinò con un gesto di attaccare. allora le catapulte scagliarono i loro macigni e i combattenti dei florius prepararono le armi, e il combattimento iniziò. i florius con le loro braccia sparavano spore velenose che uccidevano i nemici mentre i guerreri di Kruth con i loro magli e i loro martelli di pietra frantumavano e schiacciavano i nemici. filias si voltò vide un nemico che stava per scagliare il suo maglio su di lui e subito gli puntò addosso il braccio e sparò un nugolo di spore velenose che lo fece crollare a terra senza vita, poi si girò e ne uccise un altro. la battaglia infuriò per tutto il giorno e tutta la notte seguente, poi finalemente all'alba del secondo giorno l'esercito di Kruth si ritirò. e i florius fecero festa per ben 3 giorni nell'accampamento poi tornarono a casa e furono accolti come eroi dai loro concittadini. avevano vinto!




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