La Principessa di magma
La Principessa Rossa
C'era una volta, dentro un magico vulcano, un popolo di esseri
fatti di magma. I loro corpi nuotavano immersi nella materia
incandescente quasi fossero liquide creature marine. Questo
regno era isolato da quello degli umani, ma da secoli circolavano
storie e leggende sulle meraviglie di quell'inesplorato mondo esterno. Nessuno
però si era mai spinto oltre i confini, sia per
l'impossibilità fisica di risalire il cratere, sia
per le molte bellezze che quel luogo bollente offriva. Prima tra
tutte, vi era
la principessa, l'unico erede della longeva casata reale. I suoi
capelli erano rossi e fluenti, il
suo corpo abbronzato e flessuoso, ma soprattutto i suoi occhi ardevano
come il Sole e parimenti ardevano i cuori degli uomini trafitti da
un suo breve sguardo. Anche le donne non potevano esimersi da una
sincera ammirazione, infatti ella era più vicina ad una dea che
ad una
di loro. Idolatrata e viziata, quella ragazza visse lunghi anni felici.
Col
trascorrere del tempo però, la principessa si stancò
di quel piccolo
mondo che ruotava attorno a lei e si ritrovò spesso a fissare le
scie fumose, invidiandole per la loro capacità di viaggiare
liberamente.
I genitori ebbero paura di queste sue fantasie ed a lungo
cercarono di trovarle un marito. In questo modo speravano che ella
trovasse finalmente la felicità, ma al contempo rimanesse
intrappolata
nella gabbia dorata del vincolo familiare. Prima scoraggiati, poi
oltraggiati, dagli innumerevoli rifiuti della figlia, il re e la regina
organizzarono nella reggia un ricevimento al quale invitarono tutti i
pretendenti del regno. Gli ospiti dovevano
indossare abiti semplici ed era vietato qualsiasi sfoggio di ricchezza
o nobiltà, così che tutti apparissero uguali
davanti a lei. La principessa, tuttavia,
non aveva alcuna intenzione di sposarsi ed aveva già escogitato
uno
stratagemma. Conversò amabilmente con un giovane dall'aria
spavalda e, prima di lasciarlo, gli donò un anello prezioso,
dicendogli di indossarlo. In tal modo, la ragazza avrebbe potuto
in seguito identificarlo come il suo prescelto. L'uomo accettò
trionfante e non resistette alla tentazione di sfoggiare apertamente il
privilegio che pensava di aver ottenuto.
La principessa però, agì nello stesso modo anche con
altri pretendenti, in questo modo ognuno di loro credette di aver
conquistato il suo
cuore indomabile. Ben presto nella reggia si scatenò un tumulto;
infatti gli ospiti accusavano quei pochi
che indossavano un anello di aver infranto le regole.
La principessa negò apertamente le spiegazioni veritiere dei
malcapitati, chiedendo la loro cacciata.
A queste parole, gli invitati si scaldarono sempre più, fino a
quando la loro
furia scatenò una tremenda lotta. Con la scusa del
difendere del proprio onore, essi cercavano di stabilire chi fosse il
migliore.
Le ondate di magma, mosse dai colpi possenti di quegli uomini,
turbarono
lo stato dormiente del vulcano, che infine eruttò con violenza
inaudita.
La ragazza, sfruttando quella forza, potè fuoriuscire dal
cratere, finendo nel mondo
esterno. Assistette alle grandi meraviglie che le vecchie leggende le
avevano promesso: vide anche il momento in cui il Sole tramonta ed il
cielo si tinge di un rosso come quello dei suoi capelli. Presto si
accorse di non potersi più muovere ed inorridì nel capire
cosa le stesse accadendo. Il suo corpo impiegò solo qualche ora
a
solidificarsi completamente e di lei rimase solo una nera statua rozza
e spigolosa, un cupo spettro della carnagione splendida, dei tratti
delicati e delle forme perfette che un tempo aveva incarnato.
Se la bellezza viene strappata dal proprio ambiente, muore in agonia.
Se viene confrontata con altre bellezze, deperisce e scompare,
perchè è la sua unicità ciò che le
dà significato.
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