Primo ottobre.

di Perviglia
(/viewuser.php?uid=96282)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Piango lacrime di pioggia sporca
e fuori il sole è alto.
Dentro no.Dentro
la grandine graffia.
Oggi il male è un po' più forte.
Oggi il mare è un po' più forte.
E piovono lacrime di mare salato
Brucia la gola, si chiude e fa male
Il mare.La pioggia.Le onde.
Alte le onde, uno schiaffo che graffia
Il sale del mare
sulla ferita aperta, infetta.
E l'acqua, la pioggia non lava.
Non ho fretta.Non ho più fretta.
La sabbia bagnata
non asciuga se piove, se piango
Il male che fa è umido.
Fa male, fa male il tempo che va
Brucia la pelle il freddo, la fretta.
Il vento cattivo,
asfalto e cemento.
E' pesante il cemento che c'è
su di me.E sotto di me
lo specchio si piega.
Lo piego, lo rompo
il sangue che sgorga.
Non fa male.Non fa più male.
Ma il mare che muore
è più grigio di me.
Di te, no.Lo sento, lo vedo
il male che muore.
Il vetro sporco non taglia
sulla ferita aperta, infetta.
E grida la pioggia
che cerca il suo amante.
Lo senti il lamento?
E' la sua lotta col vento.
Una danza di morte.
Cieca è la rabbia
per il suo consorte.
Le grida, le dita
sui frammenti di vetro.
Lo guardo che sgorga
il sangue della ferita.
Lo chiamo col tuo nome
il male che muore.
E' rosso il colore dell'odio.
Ti mento e la sento
la fine che arriva.
E' vicina, è vicina.
Ma il mare non vive.
L'inverno che geme
paura non fa.
E' il freddo che taglia
non il male che muore.
Lo vedo che corre
il tempo della risata.
E' finita, è finita
Grida la pioggia infuriata.
L'ho amata la pioggia,
il mare ed il vento.
Lo sento che piange
e tra le dita il sangue.
Si gonfia e mi chiama
l'onda del mare che muore.
E corro col tempo
incontro alla fine.
Non ho freddo.Non ho più freddo.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1304883