Per la Dirty Drabbles Challenge
di yggdrasill_ita
su LJ, che fondamentalmente consiste nello scrivere cinque drabble
basate su cinque prompt, ognuna delle quali si ricollega alla
precedente tramite la citazione di (uh, iterazione!) una citazione a
scelta. E niente, beccatevi il Downeyston fluff, e ricordate
che, for the
sake of this fanfiction, Robert non è sposato
con Susan (anche se io stimo Susan, eh, è solo nel
fanficverse, specie in cui Robert sta con Tom, che lei non ci
può essere per ovvi motivi - non ho il cuore di distruggere
i coniugi Downey nemmeno in una fic, lo ammetto, non mi sento ancora
molto a mio agio nello scrivere RPF - pff, come no). Comunque, io ho
scelto la Tabella Cinque ~ Special Drabble (quella con i prompt a
scelta, che sono indicati in cima a ciascuna drabble).
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None
too unexpected
First time
Quando accadde, non fu del tutto imprevisto.
Robert non era mai stato bravo a mentire a se stesso e non si
sforzò nemmeno di nascondersi che non era la prima volta che
il suo
sguardo si soffermava sulla figura snella di Tom, non era la prima
volta che lo provocava di proposito per veder fiorire sulle sue
guance quel timido rossore così britannico,
ma era la prima
volta che andava oltre, la prima volta che lo baciava, la prima volta
che Tom rispondeva.
Non fu del tutto imprevisto, non dopo che avevano praticamente
dovuto flirtare, in cima alla Stark Tower.
Neck
Era stato grazie a quella scena che aveva realizzato di trovarlo
attraente.
Ehi, Tom, era scoppiato a ridere durante una pausa
che
avevano poi scelto di non inserire nelle scenette finali, nella
prossima ripresa cerca di essere un po’ più
sensuale quando mi
strangoli. Praticamente dobbiamo flirtare!
Tom aveva esalato quella sua risatina che gli faceva vibrare il
pomo d’Adamo, imporporandosi, e Robert doveva avergli fissato
il
collo come un maniaco, quel collo senza fine, liscio e candido che
adesso aveva finalmente l’occasione di assaporare, dopo
essersi
sorpreso più volte a contemplarlo più o meno ma
neppure troppo di
nascosto.
Blindfold
Dopo quella battuta, Robert avrebbe giurato di aver intravisto il
suo pomo d’Adamo vibrare di nuovo mentre giravano,
così come lo
percepiva ora sotto le labbra mentre Tom gli premeva il palmo della
mano sugli occhi in una sorta di benda arrangiata.
A dispetto di quella tendenza londinese ad arrossire e
imbarazzarsi per qualsiasi motivo, stava giocando, disinibito e
malvagio.
Robert era consapevole che non fosse il momento più adatto
per
rivangare un ricordo del genere, ma non poté fare a meno di
ripensare a un’intervista che il collega aveva rilasciato
– Io
sono Loki – mentre Tom sussurrava, suadente
«Non guardare».
Last time
Non guardare, mormorava Tom, e Robert non riusciva a
trovare alcuna ragione per disobbedire.
Non guardò mentre Tom gli sbottonava i pantaloni, mentre si
chinava su di lui e lo baciava sulla bocca, mentre scendeva ancora
più giù, sul petto, sul ventre,
sull’ombelico, poi più giù,
ancora più giù.
Non guardò, ma cercò i suoi capelli, li
trovò e li strinse come
il naufrago si aggrappa allo scoglio.
Finalmente l’ultima volta in cui aveva guardato senza poter
toccare apparteneva al passato; si sarebbe accontentato di toccare
senza poter guardare, purché di quello non esistesse
né una prima
né un’ultima volta.
Shoulders
Non era vero che si sarebbe accontentato di toccare senza poter
guardare, perché poi volle aprire gli occhi e ammirarlo,
perché
quando erano sul set insieme voleva osservarlo, perché Tom
adesso
aveva preso confidenza con lui e si appoggiava scherzosamente sulle
sue spalle per sottolineare la loro differenza d’altezza e
lui
voleva voltarsi e incrociare il suo sguardo ridente e luminoso in cui
echeggiava Io sono Loki.
Anche quella sera Tom riposava pigramente il mento sulla sua
spalla, approfittando del fatto che era steso su un fianco, e di
colpo Robert annunciò in tono estremamente solenne:
«Io sono Iron
Man».
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