Salve bella gente!!!Eccomi
di nuovo con un'altra one-shot per gente stressata e malata di mente
come me(Dico sul serio).Dedicata a tutti gli amanti del gelato, agli
evasori dalla realtà ed anche ai mitici pistacchio e zabaione,
ovvero le superstar di questa fic e miei grandissimi sostenitori in
questi ultimi tempi...Orsù vi lascio alla lettura della
fic,dal momento che devo sbrigarmi a finire il mio gelato, prima che
esso mangi me.(i gelati traboccanti di conservanti del supermercato a
volte sono pericolosi).Ah, dimenticavo: un ringraziamento anche a
tutti quelli che hanno recensito la mia prima fic!Un bacione!
Sabaku
ice-cream
Pomeriggio vuoto di una
giornata altrettanto vuota.Una tumultuosa tormenta di sabbia
deturpava il paesaggio incorniciato dalla piccola finestra
dell'ufficio del kazekage.Scenario tipico di una giornata come tante
altre, terribilmente e maledettamente monotona.Da quanto tempo
ricopriva quella carica?Sei mesi?Un anno?Due?E chi lo sa! Ormai da
tempo aveva perso la cognizione del corso degli eventi, e gli
sembrava di vivere da sempre lo stesso giorno ad infinitum, il chè
lo scoraggiava non poco.Si salvavano ovviamente i momenti che
trascorreva con i fratelli e quelli contrassegnati da qualche evento
rilevante, dopo i quale seguiva un periodo di attività
frenetica ed infine di nuovo a sprofondare nell'abisso burocratico
che in confronto le sue sabbie mobili potevano paragonarsi ad innocue
pozzanghere di melma.
La vita del kazekage era
più complicata e pesante di quanto si sarebbe mai
aspettato;tuttavia, trovava alquanto egoistico lamentarsi degli
enormi vantaggi nel ricoprire suddetta carica: dopotutto possedeva un
immenso palazzo di sua proprietà che condivideva con i
fratelli, poteva esercitare il potere come e quando voleva e poteva
concedersi ogni lusso che desiderasse.Intendiamoci, però:Gaara
non era tipo da lasciarsi trascinare dalla lussuria, ma ogni tanto si
concedeva qualche sfizio.Come il gelato, per esempio.
Questa abitudine (o
meglio: frenetica passione)cominciò quando i fratelli lo
portarono per il suo tredicesimo compleanno in gelateria.Neanche a
dirlo, provò un vago senso di smarrimento innanzi a quella
colossale distesa multicolore e non aveva la più pallida idea
di cosa volesse dire “scegliere un gusto”.Optò,
forse per l'accostamento di colori, per un cono al pistacchio ed allo
zabaione.Da quel giorno-non l'avessero Temari e Kankuro mai fatto!- i
due gusti diventarono per lui una sorta di chiodo fisso, una droga
innocua, che al massimo gli procurava un fastidiso mal di
pancia.All'incirca ogni giorno giungeva l'ora in cui richiamava un
ninja addetto ai suoi servigi e lo incaricava di portagli una
vaschetta di zabaione e pistacchio dalla gelateria più
vicina.I suoi occhi sussultavano di desiderio quando vedevano il
contenitore sciabordante della sostanza cremosa che si appiccicava
alle innumerevoli e scomode scartoffie e lo assaltava ferocemente
brandendo agguerrito il cucchiaino di rito.
-Se continuerai così
diventerai una botte!-Ovviamente la cara sorella Temari non poteva
non criticare (con buone intenzioni)la strana piega presa dal
fratello minore.Ma a lui cosa gliene importava?Cosa gli importava se
sarebbe diventato una massa di adipe flaccida?Certo, cio non avrebbe
trovato agevolato i movimenti e nemmeno contribuito a trovare
facilmente moglie, ma questi sono dettagli superflui.
L'ora del gelato però,
non significava solo un semplice peccato di gola.Dopo aver ricevuto
la vaschetta, era solito rigirare la sedia di fronte alla finestra,
dando le spalle al suo presente da burocrate.Anche quel giorno vuoto,
monotono ecome tanti altri fece come aveva sempre fatto.Si piegò
in avanti, in modo che potesse vedere meglio quella sua proprietà
tanto propria quanto comune che era il suo villaggio.Mise il cuchiaio
in bocca pregustando il dolce e lento distacco dalla realtà.D'un
tratto la tempesta di sabbia si placò e le polverose ed ampie
strade si popolarono poco a poco:i bambini tornarono a giocare con i
palloni colorati ed i passanti a schivare i loro giuochi vivaci.Gaara
si divertiva a guardare e salutare loro quando voltavano lo sguardo
verso la fantomatica finestra; allora essi iniziavano a gridare
sorpresi, ad agitare la manina e a richiamare l'attenzione dei
passanti verso quel giovane capo che in fondo aveva ancora da poco
tempo abbandonato i verdi giardini dell'infanzia.E Gaara sorrideva,
perchè, dopo tutto ,anche lui si trovava in mezzo a loro a
giocare a pallone tra la polvere, calpestando giocosamente le
scartoffie che discendevano dalla sua finestra come dei coriandoli
giganti e sollevando trionfante un cucchiaino ancora velato di
zabaione che affondava nell'ultimo triangolino di gelato rimasto
incastrato in un angolo.
Si scrollò di
soprassalto dalla sedia.Dalla finestra infuriava ancora la tempesta
ed ormai il giorno aveva lasciato il posto alla notte.Si guardò
intorno come per cercare una parvenza di cambiamento:tutto era
comeprima, maledettamente lindo ed in ordine.Nemmeno un soprammobile
fuori posto.Si girò lentamente verso la scrivania, l'unica
fonte di caos presente in tutto l'ufficio e l'unica cosa di cui
attualmente avrebbe dovuto occuparsi ma che vrebbe volentieri gettato
nell'inceneritore.Riprese in mano la penna e lanciò
bruscamente in un angolo della stanza la vaschetta.
Aveva finito il gelato.
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