A Million Other Things

di paoletta76
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La luce lo avvolse, bianca e quasi accecante, costringendolo a proteggersi con gli occhiali da sole.
D'istinto, cercò la figura protettiva di sua moglie, e si sentì al sicuro solo quando quelle dita piccole e tiepide intrecciarono le sue.
- Vostra altezza..- la donna piegò appena il viso, regalandogli un sorriso bellissimo e sincero.
Alla smorfia del marito, si portò la mano libera alle labbra, sgranando peperina gli occhi:
- Scusate, dottor Lucas..
- La pianti, di prendermi in giro? Una volta non ti saresti azzardata a tanto, Lady Sif..
- Una volta, non mi sarei azzardata neanche a toccarti, mio principe..- replicò lei, ancora più divertita - ti detestavo fino alle punte dei capelli..
 
Già. Una volta..
 
Tre anni, per la precisione. Almeno sul pianeta terra. Un tempo più lungo e dilatato, a casa.
Asgard.. il pensiero corse lontano, e si ritrovò a provare una struggente malinconia. 
 
Proprio tu, che quel regno lo odiavi.. la città a cui hai donato tutto il tuo rancore..
 
Eccola. La ferita chiamava di nuovo, costringendolo a bloccare i propri passi a metà del molo, a sciogliere la mano da quella della moglie per portarla conto il proprio torace, e premere come avesse dovuto fermare il sangue in quell'istante.
- Tutto bene?
La voce di Sif lo salvò dall'incubo. 
- Sì..
- Sei pallido da morire.- lei piegò il viso ad indagare in quello del marito.
- Lo sono sempre stato, Sif. L'abbronzatura non è proprio il mio forte. E neppure i bicipiti - lui estese una smorfia alla figura del fratello, che li precedeva giocando con Clint a chi aveva più muscoli.
- Che importa.. io il marito lo volevo intelligente.- lei sollevò le spalle, con quell'espressione un po' bambina che l'aveva fatto innamorare. 
 
Sorrise, raccolse di nuovo la sua mano e riprese i propri passi.
 
Aveva smesso anche di dirglielo, di quelle fitte insolenti. La ferita s'era rimarginata da un pezzo, ne era rimasta soltanto una cicatrice lunga una decina di centimetri poco sotto la linea delle costole.
L'avrebbe spaventata, confessandole che non aveva mai smesso di pensarci.
 
Non credere che non ci proverò di nuovo..
 
Le parole gli erano sfuggite dalle labbra, un soffio. Eppure suo padre le aveva sentite.
Ricordava le mani sul vetro, freddo e liscio, della finestra che dal corridoio nord dava sul cortile reso candido dalla neve. Ricordava il tingersi di blu dei palmi, prima di ritirarli e vederli tornare del solito colore.
 
Il mostro di cui i genitori parlano ai figli quando vanno a dormire..
 
- Hai avuto la tua seconda possibilità, ragazzo mio. E la risposta è sì, il prezzo è la tua vita. Ma non così. La userai per ripagare con il bene tutto il male che hai fatto. 
- Ho ucciso i miei figli.. non basterà mai..




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