CAPITOLO 2: La festa di
compleanno
Da parecchio tempo ormai la
principessa Leia Organa era immersa nella vasca da bagno. Aveva bisogno di
isolarsi e di pensare e fortunatamente nessuno a quell’ora sarebbe venuto a
disturbarla dato che, dopo i festeggiamenti della notte appena trascorsa, tutti
probabilmente erano andati a dormire, oppure stavano terminando in gloria ciò
che avevano cominciato durante la festa in onore del suo ventunesimo compleanno.
A chi mai poteva interessare il suo stato d’animo, soprattutto dopo essersene
andata in quel modo?
Fuori cominciava ad albeggiare
mentre dall’attigua camera da letto non proveniva alcun rumore. La principessa
si accertò che tutto fosse tranquillo poi, rassicurata dal silenzio circostante,
chiuse gli occhi e stringendo le ginocchia al petto si mise a riflettere sugli
avvenimenti della notte appena trascorsa. Sulla pelle ora sentiva solo il
piacevole tepore dell’acqua. Fortunatamente ogni traccia fisica della sua
torbida avventura era stata lavata via rapidamente, ma purtroppo la vergogna e
la frustrazione per la scoperta appena fatta non si sarebbero cancellate
facilmente… ancora adesso stentava a credere di aver agito in modo così stupido
e quello che più le faceva male era che cominciava a capirne perfettamente la
causa.
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Poteva ancora vedere
distintamente le piramidi di calici impilate in modo ineccepibile e pronte per
il brindisi finale, i gazebo con ogni sorta di prelibatezza per stuzzicare
qualsiasi palato, l’immensa tavolata e la fila di piatti e posate disposti con
una geometria perfetta… e lo sguardo ammirato di tutti nel vederla apparire in
cima alle scale con l’abito da sera e la collana d’argento delle grandi
occasioni. Si sentiva una dea, leggera come una piuma e con il cuore colmo di
gioia al pensiero che tutto ciò che aveva davanti era stato fatto appositamente
per lei, era come vivere un sogno.
Luke e Han la attendevano in
cima alla scala per accompagnarla al tavolo; ma mentre Luke era rimasto a bocca
aperta, incapace di proferire parola davanti a tanta bellezza, Han le aveva
rivolto un fuggevole sorriso malizioso e le aveva offerto il braccio per
aiutarla a scendere.
A quel punto Luke si riprese
prontamente e si affrettò a porgere l’altro braccio per offrirle un ulteriore
sostegno. Leia cercò di mascherare il suo divertimento, ma in realtà questa
rivalità fra i due la lusingava e le faceva piacere, nonostante avessero modi
completamente diversi di manifestare il loro interesse.
A dire il vero Han non si era
mai scoperto più di tanto. Al di là delle sue frasi a doppio senso e delle
baldanzose battute a sfondo sessuale, non era mai riuscita a capire fino in
fondo quanto lei significasse veramente per lui: la maggior parte delle volte la
trattava come una ragazzina ingenua e questo la faceva bruciare dalla rabbia, ma
era anche sicura di essere il suo oggetto del desiderio, colei alla quale
non si può arrivare, ovvero niente di più eccitante per un uomo dallo spiccato
istinto predatorio come lui.
Non sapeva con certezza se il
lampo apparso per un attimo negli occhi del corelliano era stato causato dalla
vista della sua generosa scollatura. Certo, dall’alto della sua statura, poteva
godere di un’ottima panoramica sul suo seno e doveva ammettere che, almeno per
ora, la sua attenzione non la metteva a disagio, anzi, era proprio quello che
voleva provocare.
Non era tanto il fatto di avere
un anno in più a fare la differenza, ma voleva far capire a tutti che non era
più una bambina. Da molto tempo ormai si occupava delle questioni dell’Alleanza
con impegno e dedizione e la scomparsa del suo pianeta natale e della sua
famiglia adottiva l’avevano costretta a crescere più in fretta, ormai si sentiva
adulta e voleva che anche gli altri la considerassero tale, soprattutto Han.
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Alcuni canti classici avevano
fatto da sottofondo alla cena, ma quando la principessa si alzò dal tavolo,
sazia e felice per tutti i regali ricevuti, la banda cominciò a proporre brani
moderni e i più coraggiosi cominciarono ad esibirsi in balli e acrobazie.
Luke stavolta, nell’intento di
recuperare lo svantaggio precedente, si fece subito avanti per offrirsi come
compagno di ballo di Leia e quasi non riuscì a contenere la sua gioia quando lei
accettò l’invito. Purtroppo però il ragazzo non era un ballerino molto
aggraziato e così parte del lungo vestito della principessa finì in brandelli… E
la situazione peggiorò ulteriormente quando Chewie prese il suo posto.
Dopo diverse canzoni Leia
decise di fermarsi per riprendere fiato e con la scusa di bere un calice di vino
per placare la sete si avvicinò ad Han chiedendogli con aria noncurante:
«Il nostro capitano stasera non
ha voglia di mettersi in mostra?»
Lui le sorrise, ma c’era sempre
una sorta di minaccia dietro quell’apparente calma: «Hai ragione, mi devi
scusare, ma non sono ancora abbastanza ubriaco per chiederti di ballare! Perché
non provi più tardi?»
«Oh, ma io non intendevo con
me… e comunque penso che non avrei accettato, non sono abbastanza ubriaca per
farlo», rispose lei sfidandolo.
Ancora quel sorriso.
«Ma come? Dopo aver
rispolverato il tuo essere donna indossando questo vestito apposta per me?
Ammettilo! Non aspetti altro che io, indubbiamente l’uomo più affascinante della
festa, mi faccia avanti.»
Leia si allontanò prendendo un
bicchiere e scuotendo la testa: «Sei davvero un caso disperato, questo lo sai
vero?»
Però dentro di sé si chiedeva
come facesse tutte le volte a sorprenderla con le sue intuizioni, abilmente
camuffate tra le inutili esaltazioni del suo ego. Non poteva avere la
presunzione di essere l’uomo più affascinante della festa, ma aveva capito
chiaramente quello che lei voleva dimostrare mettendo quel vestito... e forse
era vero anche il fatto che aveva pensato principalmente a lui nell’indossarlo.
No, non è così!
Si bloccò, correggendo subito
la pericolosa piega che avevano preso le sue riflessioni.
Forse ha influenzato un po’
la mia scelta, ma sicuramente non è stato determinante.
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Con il chiaro intento di
mettere alla prova il corelliano, Leia tornò vicino alla pista, scelse con cura
la sua vittima ed infine si fece abbordare da un giovane soldato dai modi
seducenti e dall’aria spavalda. Quello che cercava era ciò che più poteva
somigliare ad Han Solo e l’ammiraglio John Rihme rispondeva perfettamente a tali
requisiti; inoltre era di bell’aspetto e sembrava disposto a tutto pur di
mettersi in mostra, quindi era la persona ideale per lo scopo che si era
prefissata.
Dopo una veloce presentazione e
qualche frase di cortesia, la principessa chiese al suo nuovo cavaliere di
accompagnarla a ballare. Inizialmente si sentiva un po’ impacciata dato che non
era solita usare le armi della seduzione, ma poi, quando intravide Han a bordo
pista intento a fissarla con il bicchiere di vino in mano, si fece coraggio,
euforica ed esaltata dal fatto che la sua strategia stava funzionando.
Ad un cenno di Leia la banda
cominciò ad intonare canzoni più lente e melodiche e lei si strinse ancora di
più a John Rihme. Voleva che fosse Han a chiederle di ballare e ormai era quasi
certa del suo successo: lui non la perdeva di vista un secondo mentre si scolava
tutto ciò che gli passavano sotto il naso senza nemmeno accorgersene. Stava già
pensando a qualche risposta pungente da dargli nel momento del trionfo, ma,
contrariamente alle sue previsioni, il contrabbandiere sparì improvvisamente dal
suo campo visivo e lei tornò a sentirsi a disagio.
Attese inutilmente per qualche
tempo nella speranza di veder ricomparire quella sagoma familiare tra la folla
degli spettatori, ma alla fine, esausta per il troppo ballare, si allontanò con
una scusa dal suo compagno e, senza dare nell’occhio, si mise a cercare Han.
Sicuramente l’immagine che si
stagliò davanti ai suoi occhi mentre cercava di entrare nella toilette delle
signore non corrispondeva alla scena che aveva immaginato poco prima per
celebrare la sua vittoria! La principessa quasi venne travolta quando dal bagno
fuoriuscirono tre cameriere piuttosto allegre in compagnia dell’altrettanto
allegro capitano Solo. Lui dapprima si finse sorpreso nel vederla poi ridendo le
disse: «Ehi Vostra Altezza, spero che tu non abbia più voglia di ballare perché
ora sono decisamente troppo ubriaco per invitarti! Come ammenda però posso
chiederti l’onore di unirti al mio piccolo harem?»
«Neanche dopo aver bevuto tutto
il vino di Coruscant!» ripose piccata. Lui aveva alzato nuovamente la posta e
non era poi così sicura che fosse totalmente ubriaco, era chiaro il suo intento
di lanciare una nuova sfida.
«Non c’è bisogno di prosciugare
Coruscant. Le mie ragazze sono liete di offrirti il drink di benvenuto al club
delle amanti di Han Solo, vedrai che un po’ di alcool ti aiuterà a liberare le
fantasie più segrete su di me». Dicendo questo fece cenno alle cameriere di
offrire i loro bicchieri alla principessa mentre lui la guardava con quel suo
tipico sorriso beffardo.
«Ma fammi il piacere!»
Leia era fortemente irritata
dalla sua sicurezza, come poteva anche solo pensare una cosa simile?
Poi però, in preda all’ira e
all’umiliazione, afferrò uno ad uno i bicchieri che le stavano gentilmente
offrendo, vuotandoli in un sorso e lasciando il corelliano interdetto dalla sua
reazione.
«Ora, se mi vuoi scusare, il
mio cavaliere mi aspetta». Detto questo si indirizzò a passo di carica verso
John Rihme e, dopo avergli sussurrato qualcosa all’orecchio, sparì con lui
guidandolo nei suoi privati appartamenti.
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Tutto ciò che seguì furono solo
alcuni ricordi confusi di una notte da dimenticare. Il cielo era illuminato dai
fuochi d’artificio, ma non c’era traccia della festeggiata e i più maligni già
cominciavano a fare congetture riguardo il suo ritiro anticipato.
Leia sentì le mani di Rihme
scivolarle addosso e slacciarle il vestito. A causa dell’alcool le sue gambe
stentavano a tenerla in piedi e ben presto si trovò distesa sotto il peso del
suo focoso compagno. Si sentiva come in un incubo, il suo corpo era
completamente distaccato dalla sua mente ed era totalmente privo di ogni
emozione; era come vedere con gli occhi di un altro ciò che stava accadendo
nella realtà, senza avere la possibilità di intervenire per cambiare il corso
delle cose.
Mentre John Rihme approfittava
deliberatamente della sua incapacità di agire, lei rivedeva come in sogno la
figura di Han mentre le porgeva un calice di vino e le sussurrava all’orecchio:
«Tieni, bevi. Con questo è più facile ammettere la verità».
La verità? Ma qual è la
verità?
A quel punto, invece di
prendere il bicchiere, vide la propria mano afferrare saldamente i capelli di
lui per attirare con forza la sua testa verso il basso, mentre mille schegge di
vetro si infrangevano al suolo e la pozzanghera di vino si espandeva fin sotto i
loro piedi.
I suoi occhi… di che colore
sono veramente i suoi occhi?
Si riflesse per un attimo
interminabile nel suo sguardo appassionato, poi improvvisamente sentì il calore
della bocca di Han sulle sue labbra, oltre ad un diffuso senso di pace mai
provato prima.
Il suo corpo, irradiato da
questa piacevole sensazione, si riscosse dal torpore che lo teneva imprigionato
e la sua mente tornò padrona della situazione, ma solo dopo aver sospirato
un’ultima volta quel nome:
«Han».
Dunque questa è la verità!
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Leia non sapeva se John Rihme
avesse sentito; d’altronde non era nemmeno sicura di averlo detto a voce alta.
Turbata e sconvolta pensò ai vari effetti della diffusione di quel particolare
imbarazzante su larga scala, ma poi si convinse che da quella stanza non sarebbe
uscita alcuna indiscrezione: certo per il giovane ammiraglio non doveva essere
stata una gran soddisfazione sentirsi chiamare con il nome sbagliato in un
simile contesto!
Attese per qualche tempo
immobile. Poi, quando avvertì il respiro dell’altro farsi più profondo, scivolò
fuori dal letto e si chiuse in bagno cercando un po’ di pace per far luce sui
suoi sentimenti.
E io che volevo dimostrare
di essere più adulta! Che bella immagine ho dato di me!
Perché Han ha il potere di
farmi compiere delle cose così stupide? Perché inconsciamente continuo a pensare
a lui?
So benissimo che non è la
persona giusta per me, anzi, diciamo che non esiste persona più sbagliata! Siamo
talmente diversi… No, è una storia impossibile, mi farebbe solo star male.
Eppure sono convinta che in
fondo lui non sia così spietato come vuole far credere, magari ha solo paura di
soffrire manifestando agli altri, o meglio a me, i propri sentimenti… o forse
sono solo io che mi faccio delle illusioni e spero che sia migliore di quello
che sembra.
Se solo riuscissi a capire
cosa prova veramente per me…
Però non pensavo di essere
arrivata a questo punto.
Finora la mia immaginazione
non si era mai spinta oltre a qualche fantasticheria sulle sue folli notti a
bordo del Falcon, ma sognare di lui mentre sono con un altro è veramente
preoccupante!
Devo levarmelo dalla testa
il più presto possibile, non posso permettermi distrazioni in un momento come
questo.
A proposito, chissà cosa
starà facendo in compagnia di quelle tre cameriere…
Abbandonata anche dalla sua
stessa ragione, Leia si immerse completamente nell’acqua, sperando che, almeno
in apnea, non arrivasse abbastanza ossigeno al cervello per poter elaborare
altre diaboliche riflessioni sull’argomento.
Dopo essersi rivestita con cura
prese coraggio e tornò nella camera accanto per liquidare il suo amante nel modo
più indolore possibile. L’ammiraglio Rihme capì subito che non era il caso di
perdersi in smancerie e, pur essendo ancora molto presto, si rivestì e abbandonò
prontamente la camera della principessa.
Leia lo osservò dalla finestra
mentre attraversava la piazza sottostante ancora deserta ad esclusione di un
barbone che, sfidando la sorte, si avvicinò al soldato per chiedere l’elemosina.
Solo molto tempo dopo venne a
sapere che il giorno seguente alla festa del suo ventunesimo compleanno scoppiò
una lite furibonda fra l’ammiraglio John Rihme e il capitano Han Solo: il primo
sosteneva di aver passato una notte e un giorno interi godendo dei favori della
principessa, il secondo invece lo accusava di essere un gran bugiardo in quanto
dei testimoni lo avevano visto abbandonare la reale dimora poco dopo
l’alba e con la coda tra le gambe.
Una cosa però le sfuggiva:chi
erano questi fantomatici testimoni?
Ripensandoci però aveva la
netta sensazione di aver già visto quel barbone da qualche parte…
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