Shades of Black

di Goran the Ancient
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Kim Possible e tutti i relativi personaggi appartengono alla Disney
Venom appartiene alla Marvel


Capitolo 2 – Sogni Neri

 
Occhi olivastri esaminano il posto colmi di curiosità… come ci è arrivata lì? L’ultima cosa che le torna alla mente è il tuffo sul suo letto, dopo l’ennesima fuga di Drakken… e ora è lì, ovunque sia ‘lì’ in ogni caso… il terreno è coperto da una fitta coltre bianca che si spande a perdita d’occhio, attorno a lei il nulla.
Dopo interminabili secondi intenta a cercare di orientarsi ecco finalmente qualcosa… o qualcuno: una ben nota silohuette femminile coperta in parte da una lunga chioma corvina, i fianchi avvolti da un aderente calzamaglia verde e nera che lascia ben poco all’immaginazione… e si allontana!
Vorrebbe correre da lei, vorrebbe chiederle dove siano, vorrebbe chiederle come ci sono arrivate… vorrebbe averla con lei! Ma le gambe non si muovono…
“Per favore, per favore resta” la rossa supplica… e la sorprende sentirsi così patetica, ma non si rammarica di ciò!
Se non fosse che lei continua ad allontanarsi.
“Scusami piccola ma…” non si volta nemmeno “io vorrei stare con la mia Principessa…” ora Kim è confusa: è lei la sua Principessa, e chi altri sennò!
Appena riporta lo sguardo alla sua eterna rivale, sobbalza nel trovarsela così vicina da poter focalizzare il suo sguardo solo sulle labbra di lei, quelle carnose e calde labbra verdi che tanto spesso la scherniscono e la ipnotizzano, labbra ora pronte a ferirla a morte “Vorrei stare con la mia Principessa… e non con un mostro… come te!”
È in quel preciso istante,invocando il nome di lei, “Shego” che finalmente si vede… che vede… lei?
Un nero colosso, un energumeno solo vagamente femminile gocciolante umori neri, con lunghi artigli e zanne… grandi vacui occhi bianchi sono incorniciati da una fluente chioma rossa… la SUA chioma rossa!
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Col fiato mozzato Kim alza la testa dal cuscino; col cuore che batte a mille e il sudore che le imperla la fronte rilucendo nel sole del mattino.
Con sollievo appoggia la testa fra le mani sussurrando “Solo… solo un inc… uh?” si interrompe quando il suo sguardo sembra notare che una delle sue mani è completamente nera, salvo poi contraddirsi quando focalizza l’attenzione sulla stessa: una mano normale.
Senza troppi complimenti salta fuori dal materasso e da casa sua; forse l’aria fresca l’aiuterà a schiarirsi le idee.
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Mentre cammina sul marciapiede, la rossa pensa tra sé e sé… non era mai stata tanto turbata da un sogno: “Che cos’era quell’incubo? Shego… e quella cosa…”
“Possible!” il suo nome, urlato quasi con sdegno, la strappa dalle sue domande “Oh Dio, ti prego… chiunque tranne lei!”
A pochi passi da Kim una ragazza, sua coetanea, la squadra come non ne fosse degna: una minigonna bianca e un top azzurro adornano la sua pelle abbronzata mentre dal suo fianco lascia cadere una borsetta in pelle color crema… gli occhi di turchese la fissano mentre le labbra si preparano a rigurgitarle addosso veleno.
“Cos’è questo look tetro? Sembri una goth…” tetro? Da quando in qua il viola è tetro? La rossa poi nota che la sua t-shirt viola è stata sostituita da una nera… il mal di testa incalzante le impedisce di focalizzare… eppure lei ricordava di essere così stremata da andare a letto senza cambiarsi… e anche quella mattina era uscita tanto in fretta da non farlo… le tempie pulsano “Bonnie, per favore…” ma la ragazza dalla chioma castana incalza “No, seriamente, sembri proprio…” “Bonnie, non sono dell’umore…” stringe i denti, e la rabbia ribolle “La peggiore delle sgualdri…” “B-Bonnie…” in un impeto si gira: il suo volto esprime appieno la sua furia animalesca mentre con una forza che non credeva di avere, tale da agitare al vento i capelli della sua interlocutrice, sbraita “STAI FOTTUTAMENTE ZITTA!”
Bonnie la fissa attonita… la ragazza più buona e dolce di sempre si era appena dimostrata una furia davanti ai suoi occhi, occhi che per un istante la tradiscono intravedendo zanne al posto dei denti perfetti e artigli al posto delle piccole rosee dita di lei.
“K-Kim…” sussurra per lo shock mentre la furia della rossa cede il posto all’imbarazzo “S-Scusami… io… devo andare.” E senza altre parole corre via, lasciando una Bonnie sconvolta e scomposta in mezzo al marciapiede.
“Cos’era quello? Noi… io non uso mai parole come quella…ma è stato così piacevole…” il suono del Kimmunicator la strappa dal suo monologo disegnandole un ghigno in volto “Ci sarà da divertirsi”.




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