Giulia's dream
Ok, questa follia mi
è
venuta in mente sapendo che "qualcuno" il 23 andava a incontrare
Duffuccio bello a Londra e che la sottoscritta sarà a
Dublino
proprio mentre "loro" sono in città!!
E' senza pretese e senza capo né coda, ma che volete farci?!
Ultimamente sono particolarmente fuori di testa!!
Emma e Manuela erano fuori dal The Academy da
almeno quattro ore.
La prima si era fatta convincere dalla seconda a non demordere, ad
aspettare là fuori al freddo per tutto quel tempo nella
speranza
di beccare qualcuno che vendesse un biglietto last minute, anzi due.
In
fondo si sapeva che a questo tipo di eventi c'erano sempre dei bagarini
più che contenti di fare un sacco di soldi giocando coi
sogni
delle persone, no?
Emma aveva sempre sentito in TV parlare di questi
loschi tipi, perché
quel concerto doveva essere diverso?
E invece quella lunghissima attesa era stata totalmente vana. A quanto
pare quello spettacolo era l'eccezione alla regola e di bagarini non se
n'era visto manco uno.
Lo show iniziava alle 20.30 e ormai, alle 20.10, perfino la stessa
Manuela aveva perso ogni speranza.
L'ultimo ragazzo della fila entrò ed Emma lanciò
un'occhiata triste e rassegnata verso quella porta e il grosso
buttafuori che aveva controllato i biglietti di tutti, cacciando via
anche un paio di persone che avevano a quanto pare cercato di fare i
furbi.
Emma vide Manu scaldarsi le mani con il fiato caldo, seduta per terra
tutta intirizzita e dopo aver lanciato un'altra occhiata a
quell'energumeno decise di fare l'ultimo disperato tentativo.
Manuela la vide corrucciare la fronte in un'espressione decisa e
determinata e partire in quarta verso quell'omaccione calvo dall'aria
truce. Cosa aveva in mente?!
Emma si avvicinò al tipo e gli sorrise amabilmente, cercando
di rabbonirlo.
Quello era un tipo davvero tosto e pure un po' stronzo,
da quel poco che aveva visto in quelle quattro ore. Un po' ne era
intimorita, effettivamente, ma ehi, quante volte poteva capitarle di
essere a Dublino proprio quando Duff e i Loaded facevano qualche data?
"Ehi... ciao... posso chiederti un favore immenso?"
Il buttafuori la guardò malissimo.
"Che cazzo vuoi? Levati dalle palle, rompiscatole! Tanto non ti faccio
entrare a scrocco, hai capito?!"
Emma sentì l'impellente desiderio di cioccare un pugno in
faccia a quel bestione maleducato, ma cercò di ripetersi
tipo
mantra nella testa che lui poteva esserle utile e così si
sforzò di contare fino a dieci prima di parlare.
"Non voglio entrare a scrocco! Posso pagarti, sai? Facciamo che ti do
i soldi del biglietto e tu fai come se ce l'avessi avuto davvero, che
ne dici? Mi sembra una proposta più che ragionevole, no?"
L'omaccione diede un generoso sorso al drink che teneva in mano ed Emma
solo in quel momento si accorse dell'odore di alcool che emanava
da quell'uomo e si chiese quanto avesse già bevuto e quanto
questo potesse giocare a suo favore.
Gli si avvicinò un po' di più, sorridendo
allusiva.
"E dai... così siamo tutti contenti, no? Tu prendi i soldi,
io e
la mia amica entriamo dentro e ci godiamo lo spettacolo e nessuno si
accorge di certo che ci sono due persone in più
lì
dentro... Ci stai?"
Fu una frazione di secondo. Emma sentì improvvisamente una
presa di acciaio stringerle il polso, facendole un male cane, e non
riuscì a trattenere un grido di dolore.
"Ahia!"
Manuela si accorse che la situazione stava degenerando e si
alzò
di scatto, correndo verso la sua amica. Vide dei ragazzi
scendere da una macchina proprio a pochi metri da loro e si
sbracciò attirando la loro attenzione.
"Aiuto! Per favore, aiuto!"
Manuela sentì il buttafuori urlare in faccia a Emma qualcosa
che non riuscì capire bene, un po' per la paura e un po' per
la
sua scarsa conoscenza della lingua inglese e poi lo vide afferrarla per
i capelli e avvicinare così il viso della sua amica al suo.
"Lasciala stare!"
Manuela si lanciò contro quell'armadio d'uomo e si
attaccò al suo braccio enorme, cercando di staccarlo dal
polso
dell'amica.
Emma vide l'espressione di quel bastardo farsi se possibile ancora
più folle e si spaventò sul serio.
"Scappa Manu! Scappa! Vattene!"
Manuela, resasi conto che non sarebbe mai riuscita a separare quella
manona dal braccio di Emma, decise di staccarsi e andò
dietro al buttafuori, iniziando a colpirlo più forte che
poteva sulla schiena.
"Brutto bastardo, lasciala!"
Il buttafuori ringhiò come una bestia inferocita e con uno
scatto violento sbatté Emma per terra, facendole
violentemente
urtare il suolo con il gomito.
Emma sentì un lancinante dolore arrivarle dritto fino al
cuore
e lanciò un grido disperato. Il dolore era davvero
fortissimo e
improvvisamente la ragazza si sentì investire da un'ondata
di
nausea fortissima e si sentì venir meno.
Forse perse i sensi per qualche secondo, perché quando
riaprì gli occhi la scena era completamente cambiata.
C'erano
due ragazzi davanti a quel gran bastardo, in quel momento accasciato a
terra, e gli stavano urlando di
tutto, mentre un tipo mingherlino parlava con Manuela, apparentemente
rassicurandosi che tutto fosse a posto.
Emma sentì una mano sfiorarle appena una spalla e solo
allora
si accorse che accucciato vicino a lei vi era un ragazzo biondo che la
guardava preoccupatissimo.
Sbatté le palpebre un paio di volte, cercando di capire se
quello che stava vedendo fosse reale o il frutto della botta a terra o
peggio ancora dello svenimento.
Non poteva essere vero... non poteva essere lui!
"Ehi... come ti senti? Tutto ok?"
Duff la guardò da una parte in pensiero per lo sguardo
smarrito
della ragazza, dall'altra sollevato di vederle riaprire gli occhi.
Quando erano scesi dall'auto per entrare nel locale, avevano sentito
della grida e avevano notato una ragazza che si sbracciava verso di
loro chiedendo aiuto.
Erano corsi immediatamente a vedere cosa diavolo stesse succedendo ed
erano arrivati nel momento esatto in cui quella sottospecie di
scimmione aveva scaraventato un'altra ragazza per terra come fosse
spazzatura, facendole dare un colpo tremendo a terra e perdere
i
sensi.
Lui non ci aveva più visto. Non sopportava chi se la
prendeva
con persone indifese e più deboli, figuriamoci poi se con
una
ragazza!
In pochi attimi si era ritrovato davanti a quel bestione e con
un paio di colpi ben dati l'aveva messo a terra, lasciandolo poi ai
suoi amici onde evitare di esagerare.
In pochi passi aveva raggiunto la ragazza a terra per accertarsi che
stesse bene. In fondo aveva preso davvero una gran botta!
"Ce la fai a tirarti su a sedere?"
Emma cercò di rimettere in funzione il cervello e
annuì
silenziosamente. Sollevò il busto, appoggiandosi con la mano
sana al pavimento, e si mise seduta.
Nello spostarsi mosse
involontariamente anche il braccio destro e una smorfia di dolore le si
dipinse sul volto.
"Ti fa tanto male?"
Duff le sfiorò il braccio dolorante e guardò con
disgusto
il segno che quel gran figlio di puttana le aveva lasciato sul polso.
"Quel figlio di una buona donna... Guarda qui che roba!"
Emma spostò lo sguardo sul suo polso. Un segno bluastro era
già comparso tutto intorno al suo polso, proprio dove il
buttafuori l'aveva afferrata nel suo scatto di rabbia.
Si sfiorò proprio lì con la mano sinistra, come
se fosse ancora incredula che tutto quello fosse successo.
"Hai colpito con il braccio per terra?"
Emma fino a quel momento non aveva spiccicato parola. Alzò
lo
sguardo verso di lui e rimase per qualche istante incatenata a quegli
occhi così particolari che la facevano impazzire da
più o
meno venticinque anni. Non poteva fare la parte della muta davanti al
suo sogno erotico di sempre!
Vide Manuela correre verso di lei, preoccupatissima.
"*Emma, come stai? Santo
Dio, mi
sono presa uno spavento allucinante! Credevo che quello ti avrebbe
ammazzata di botte! Meno male che sono arrivati sti ragazzi, se no non
so come andava a finire! Come ti senti?*"
"*Non male, considerando
cos'è appena successo... Mi fa malissimo il braccio
però, spero
di non essermelo rotto cadendo!*"
Duff guardò quelle due senza capire una parola di quanto
stessero dicendo. Ma da dove venivano?
Sentì dei passi avvicinarsi e si girò. Era Jeff.
"Ehi Duff, come sta?"
Duff si tirò su in piedi e vide che un tizio,
presumibilmente un
responsabile della sicurezza, stava parlando con Mike e Isaac e
ascoltava scioccato il resoconto di quanto appena successo.
"Direi meglio del previsto. Si dev'essere fatta male al braccio, ma non
so di più perché credo non mi capisca, non
è
irlandese."
"Infatti sono italiane. Isaac ha parlato con l'altra ragazza ed
è venuto fuori che vengono dall'Italia e che erano qui nella
speranza di trovare un biglietto per il concerto. Hanno proposto a quel
coglione di pagargli un biglietto fittizio e quello, essendo ormai
bello ubriaco, si è incazzato come una iena per qualche sua
scimmia particolare e ha malmenato la ragazza. Pare che non sia la
prima volta, il tipo laggiù gli sta facendo un gran culo."
"Bene, mi sembra il minimo."
Duff tornò ad accucciarsi vicino alla ragazza, la quale
stava parlando animatamente con la sua amica.
"*Dico, ma ti rendi
conto Manu? Me lo sono trovato a pochi centimetri
da me, che mi fissava con quegli occhi verdi meravigliosi... tra un po'
mi sento male di nuovo!*"
Manuela scoppiò a ridere, felice di vedere che Emma aveva
già ripreso a sparare cretinate.
"*Vedi di non saltargli
addosso, va'... ricordati che ti fa male il braccio!*"
"*Me lo ricordo, me lo
ricordo, tranquilla... fa un male porco...*"
Emma si girò, sentendo una presenza vicina a lei, e si
trovò di nuovo a pochi millimetri da Duff. Involontariamente
arrossì di colpo.
"Non so se mi capisci... ma ce la fai ad alzarti?"
Emma annuì di nuovo. Ma perché non riusciva ad
articolare
nemmeno un suono vagamente umano?? Chissà cosa stava
pensando di
lei Duff! Come minimo che era scema!
Con l'aiuto di Manuela, Emma si alzò con non poca fatica,
perché ogni movimento del corpo le faceva muovere il braccio.
Si portò la mano al braccio, come a cercare di proteggerlo.
Duff guardò Jeff.
"Sarà meglio entrare e farle mettere del ghiaccio... "
Lanciò un'occhiata al suo orologio. "Tra l'altro dobbiamo
sbrigarci, finisce che facciamo tardi."
"Ok. Andiamo allora."
Duff si girò verso le ragazze, sorridendo e cercò
di parlare il più lentamente possibile.
"Venite, andiamo dentro così vi facciamo portare del
ghiaccio
per il braccio e noi... beh, noi iniziamo lo spettacolo!"
Emma sbatté le palpebre quasi in trance. Stava
scherzando, vero? Le portavano nel backstage?
Duff la guardò un attimo perplesso. Forse non avevano capito?
"Che c'è? Non venite?"
Emma finalmente si risvegliò da quello stato
catatonico.
"No no, certo che veniamo! E' che non mi sembra vero! Insomma... nel
backstage? Wow!"
Duff sorrise. Ah, ma allora parlava eccome la sua lingua!
"Dai, sbrigatevi che stiamo facendo tardi."
E fece cenno con la mano per cedere loro il passo. Emma e Manuela a
quel punto si avviarono verso l'edificio, guardandosi continuamente
come a rassicurarsi di essere sveglie e non in un sogno.
Si infilarono dentro, seguendo Jeff e Mike, Duff sempre alle loro
spalle.
I ragazzi salutarono un po' di persone lì dentro e poi si
videro
raggiungere da un ragazzo tutto trafelato, in piena crisi di nervi.
"Ma dove cazzo eravate finiti? Tra pochi minuti dovete essere sul
palco!"
Mike gli sorrise sornione.
"Ehi ehi Tim, calmati! Siamo qui, no? Abbiamo avuto un piccolo
problemino all'entrata, tutto qui."
"Un piccolo problemino? Stai scherzando? Datevi una mossa, su!"
Jeff alzò gli occhi al cielo.
"Tim stai tranquillo! Il tempo di andare sul palco e prendere le
chitarre, cosa vuoi che sia?"
Il bassista indicò con il pollice
le due ragazze dietro di lui.
"Puoi dare un pass a queste nostre
amiche?"
Tim le squadrò scettico.
"Sono loro il vostro problemino?
Rock stars..."
Scosse il capo, sconsolato.
"Ok, faccio avere il pass alle ragazze, ma voi andate sul palco!"
E si allontanò alla svelta.
Jeff si girò verso Emma e Manuela.
"Venite, potete stare qui." Indicò un tavolo dietro di loro.
"Appoggiate pure tutto qui senza problemi. Noi dobbiamo andare o a Tim
prenderà un colpo! Godetevi lo show, ok?"
E facendo loro l'occhiolino si allontanò con Mike e Isaac.
"Porca miseria Manu, ti giuro che non riesco ancora a capacitarmi di
essere qui!"
"Contenta? Visto che avevo ragione a dirti di insistere e aspettare?
Oddio, hai dovuto buscarle per entrare, ma forse ne è valsa
la
pena!"
Le due ragazze scoppiarono a ridere e Manuela iniziò a
togliersi il cappotto.
"Bisogna che mi aiuti, non ce la faccio con sto braccio a fare da sola."
Emma si slacciò il cappottino e poi
aspettò che
l'amica le desse una mano a tirar via il braccio destro dalla manica.
Per quanto Manu cercasse di essere delicata, un dolore fortissimo
arrivò fino al cervello di Emma.
Duff da lontano si accorse dell'espressione dolorante della ragazza.
"Possibile che non ci sia nessuno che può portare del
ghiaccio a
quella ragazza?"
Guardò Jeff, già con la chitarra in
braccio.
"L'hai detto a Tim?"
"No, mi sono dimenticato..."
Duff alzò gli occhi al cielo.
"No comment!"
Duff si guardò in giro alla ricerca di Tim e ad un certo
punto sentì Jeff lasciarsi scappare un'esclamazione.
"Ah però... niente male..."
Duff si girò e vide che l'amico guardava verso le ragazze.
Un sorrisetto compiaciuto gli si dipinse sul volto.
Manuela stava infatti aiutando Emma a togliersi il maglione e nel
sollevarlo aveva involontariamente alzato anche la maglietta, lasciando
scoperta la pancia dell'amica. Il commento di Jeff però era
dovuto a quel ben di Dio che si intravedeva dalla scollatura della
maglietta di Emma, decisamente ben equipaggiata sul davanti.
Jeff gli si avvicinò all'orecchio.
"Bella mossa salvare quella fanciulla in difficoltà... sento
che ne potremmo avere delle grandi
gratificazioni!"
Jeff scoppiò a ridere e Duff gli diede uno spintone, ridendo
a sua volta.
"Sei proprio un idiota! Vado a cercare Tim."
Dopo di che, si avvicinò alle ragazze.
Emma quando lo vide arrivare si sentì andare il cuore in
gola. Dio quant'era bello quella sera!
"Ciao... ehi, non vi ho nemmeno chiesto come vi chiamate!"
Fu Manuela a rispondere per prima.
"Io sono Manuela e lei è Emma."
Duff le strinse la mano e ovviamente si guardò bene dal
farlo con Emma. Guardò la ragazza con dolcezza.
"Adesso ti faccio portare del ghiaccio Emma, ok? Se ti sembra che si
sia rotto però sarà il caso di andare al pronto
soccorso.
Ti fai chiamare un taxi da Tim, in quel caso, chiaro?"
Emma sorrise. Era proprio dolce come se l'era sempre
immaginato.
"Promesso. E grazie mille per tutto."
Duff la guardò un po' stranito.
"E per cosa, scusa?"
"Come per cosa? Per avermi aiutata con quell'energumeno, per averci
fatte entrare qui e per il ghiaccio! Non ti basta?"
Duff le sorrise.
"E cosa potevo fare secondo te? Lasciare che quello ti picchiasse? Per
il resto, mi sembrava il minimo, considerando che ti sei cacciata in
sto casino per venire a sentire il concerto. Non preoccuparti. Ci
vediamo dopo, ok?"
Manuela e Emma gli sorrisero e Duff si allontanò
alla ricerca di Tim.
Lo videro parlare con quel ragazzo così agitato e poi
avvicinarsi all'ingresso del palco.
Una voce annunciò al pubblico l'arrivo della band e un boato
esplose nel momento esatto in cui i ragazzi misero piede sul palco.
Emma si sentì percorrere da dei brividi per l'emozione di
essere
lì, in quel momento, in quella posizione privilegiata.
Capiva
benissimo l'eccitazione del pubblico e allo stesso tempo aveva la
possibilità di toccare con mano anche quella del gruppo.
Chi
l'avrebbe mai detto che uno come Duff, che aveva suonato davanti a
platee oceaniche e faceva quel mestiere da una vita, potesse ancora
emozionarsi in quel modo?
Partirono le note di Dead
Skin e la folla andò in delirio.
Time to rock Dublino!!
Ehm... come dicevo, senza
pretese,
ok?? Perciò non tiratemi niente, per favore!! ^^ Non credo
sarà molto lunga come FF, qualche capitolo e stop,
promesso!! XD
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