Tattica
vincente
«Thor?»
Il
dio del tuono si girò su un fianco, emettendo un lieve
grugnito.
Ci
fu un momento di silenzio, poi il sussurro che l’aveva
disturbato si ripeté, con maggiore insistenza:
«Thor».
Il
guerriero Aesir si riscosse dal sonno con un sussulto, e la sua mano
scattò a cercare il martello, salvo poi ritrarsi quando Thor
riconobbe chi l’aveva svegliato… E a quel punto si lasciò sfuggire una mezza imprecazione.
«Loki,
che diavolo… Cosa ci fai qui,
fratello?»
Il
ragazzino, vestito con una larga maglia verde che gli arrivava alle
ginocchia, scrollò le spalle, rivolgendo al fratello uno
sguardo indifeso. «Non riesco a dormire»
borbottò.
Thor
sbatté le palpebre, mettendosi a sedere con un sospiro.
Azzardò un’occhiata in direzione di Sif, che
giaceva profondamente addormentata accanto a lui, i capelli neri sparsi
sopra il guanciale, poi riportò l’attenzione sul bambino.
«Hai
degli incubi?» domandò, aggrottando
la fronte.
«Sì»
ammise Loki, con riluttanza,
chinando la testa scompigliata.
Ecco,
pensò improvvisamente Thor, osservando il visetto
pallido del bambino, era così che avrebbero dovuto vederlo
gli asgardiani… Solo un ragazzino, spaventato dal buio e dai
sogni… Allora avrebbero capito quanto il loro odio fosse
malriposto…
«Questi
incubi… Li hai per colpa di ciò
che hai fatto prima di rinascere?» indagò Thor,
senza parafrasare troppo.
Loki
si morse il labbro inferiore. «Ehm… Stavolta
no, veramente» confessò.
«No?»
chiese Thor, accigliandosi. «Qual
è il motivo, allora?»
«Ho
visto un film in streaming» borbottò
Loki, e sembrava che qualcuno gli stesse estraendo di bocca quelle
parole con un paio di tenaglie. «Un film horror».
Thor
lo fissò. A parte il fatto che aveva capito solo le
prime due parole della risposta del fratello, era fin troppo abituato
alle malefatte di Loki per non allarmarsi…
«A
che genere di pratica hai detto di esserti
dedicato?» chiese, inarcando un sopracciglio.
Loki
sembrò un tantino confuso. «Ho visto un
film» ripeté.
Thor
si passò una mano sul viso. A quel punto,
però, si era ricordato di che cos’erano i film – conoscenza acquisita grazie a Don Blake e, soprattutto, Tony Stark –,
quindi parte della sua preoccupazione era svanita.
«E
ciò ti provoca gli incubi».
«Be’,
aveva… una trama un po’
spaventosa…» spiegò Loki.
Deglutì. «E sangue. C’era molto
sangue».
Vedendo
l’espressione di Thor, si affrettò ad
aggiungere: «Naturalmente era sangue finto, ma sembrava
proprio vero».
«E
perché l’hai guardato, se era
così terribile?» sospirò il dio del
tuono.
Loki
ciondolò un po’ sul posto.
«Be’… per il motivo per cui chiunque
guarda film horror… Per il brivido, credo. E la recensione
su ourmovies era eccellente».
«Ah,
fratello… Forse dovresti cercare la
tranquillità, non il brivido».
A
quelle parole, Loki abbozzò un sorriso.
«È bizzarro che sia proprio tu a
dirmelo» commentò, con un luccichio birichino
nello sguardo.
Thor
si rilassò visibilmente, sorridendo a propria volta.
«È vero» concordò
sommessamente.
In
quel momento, Sif si mosse nel sonno, emettendo un lieve sospiro.
Thor
si girò verso di lei, così da appurare che
non si fosse svegliata, quindi tornò a guardare il proprio
fratellino.
«Credo
sia ora di tornare a dormire, Loki».
Il
bambino fece il broncio. «Non mi hai sentito? Non riesco a
dormire. Per questo sono venuto da te».
Thor
scrollò la testa bionda. «E va bene, vieni
qui» disse, in tono un po’ burbero, battendo la
mano accanto a sé.
Loki
non si fece ripetere l’invito due volte, e si
fiondò a sedersi al fianco del fratello. Thor gli
passò un braccio attorno alle spalle, stringendolo un
po’ rudemente contro di sé.
Nel
sentire che il corpo del bambino era tutto infreddolito, fece una
smorfia di disapprovazione e gli strofinò la mano sul
braccio, nel tentativo di scaldarlo.
Loki
tirò i piedi sul letto, raccogliendo le ginocchia
contro il petto e schiacciandosi contro il corpo di Thor –
caldo, vigoroso e rassicurante.
«…Così
va meglio?»
domandò il dio del tuono, dopo un po’.
Non
ricevette risposta.
«Loki?»
Si
abbassò, gettando uno sguardo alla testa ciondolante del
fratellino. Loki aveva gli occhi serrati e le labbra dischiuse, il
respiro regolare e l’aria assolutamente indifesa.
“Ma
guarda un po’” pensò Thor,
“ecco chi non riusciva a dormire…”
In
realtà, però, quella vista gli fece una certa
tenerezza.
Gli
era stato causato tanto dolore, da suo fratello…
Ricordava i ripetuti tradimenti, gli imbrogli, le ferite
inferte… Ma in un certo senso, la memoria di quei dolori non
faceva che rendere più preziosi attimi come quello, in cui
poteva godere nuovamente del fatto di avere il suo fratellino con
sé, e di ricevere di nuovo il suo affetto, non il suo odio.
Con
cautela, e una delicatezza che non gli era usuale, fece stendere
Loki sul materasso, poi si sdraiò tra lui e Sif e
circondò il fratellino con le proprie braccia.
E
in quel momento, il viso nascosto contro il petto di Thor, Loki
contrasse per un momento le labbra in un sorriso furbo.
Poco
prima, gli era parso che, dopo averlo scaldato e tranquillizzato,
il fratello avesse tutte le intenzioni di rispedirlo nella sua stanza.
E visto che quella prospettiva non gli piaceva affatto, si era
affrettato a cercare una soluzione, e a quanto pareva l’aveva
trovata.
Far
finta di essere crollato nel sonno si era rivelata davvero una
tattica vincente.
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