I
Need you.
Note:
Dico
subito che questa FanFiction è stata elaborata dalla mia mente
malata pochi giorni fa... e quindi non ho le idee ben chiare di come
portala alla fine, ma un paio di capitoli li ho già in mente
XD
Per
prima cosa volevo avvisare che i nostri ragazzi * cioè gli
SHINee* non sono famosi idol ma semplici studenti di un liceo. Ma
prometto che i loro caratteri non cambieranno.
La
protagonista di questa storia ha dei segreti ma sopratutto ha una
fobia che la porta ad allontanarsi dalle persone ( questo lo
scoprirete in seguito anche se sono sicura lo capirete alla fine di
questo capitolo). Che altro dirvi..mmh sperò che vi coinvolga
come storia perché penso sia molto piacevole da leggere^^ Non
c'è un personaggio principale tra gli Shinee in questa storia
anche se uno di loro spicca un po' di più in confronto a gli
altri.
Buona
lettura aspetterò con ansia le vostre recensioni.
Prologo.
“Coraggio
Sumin non avere paura, non ti mangiano mica.” Sumin ferma
davanti alla soglia di un porta scorrevole color grigio topo cercava
di darsi coraggio ricordandosi che le persone oltre quella porta non
erano belve feroci ma normali studenti del liceo.
“Certo,
entrare cosi all'improvviso nella vita scolastica di questi ragazzi
non mi darà vita facile, sarò sicuramente emarginata
dall'intera classe e forse anche presa di mira dai bulli”
Sumin
fissava con occhi ben spalancati la finestrella posta sopra la porta.
Data
la sua bassa statura non riusciva a vedere al suo interno ma
supponeva che in quel momento la professoressa fosse ferma dietro la
cattedra e che annunciasse l'arrivo di una nuova compagna di classe.
Sumin
deglutii un paio di volte ma con scarsi risultati, si rese conto che
non aveva più saliva in bocca dato la forte tensione che si
era impadronita di lei. Un forte odore di nuovo, che proveniva dalla
sua divisa, le salii lungo le narici provocandoli un certo disgusto.
La tesa le girava le gambe a malapena la sorreggevano. E se ora
svengo? Pensò mentre con piccoli passi indietreggiava da
quella porta che le metteva un'ansia terribile addosso.
Ad
un tratto, la voce della professoressa oltrepasso le mura spesse di
quella stanza, echeggiando nel lungo corridoio della scuola.
-Forza
ragazzi un attimo di silenzio.-. La voce autoritaria di quella
giovane donna fece sobbalzare la ragazza.-.Su entra!.-. La incitò
ad entrare.
Sumin
prese un lungo respiro gonfiando i polmoni e per un momento si tenne
tutta quell'aria ferma nella gabbia toracica.
“Se
ora non ispiro morirò” pensò per poi cacciare via
tutto quell'ossigeno accumulato con un solo soffio.
Afferrò
l'incavo della maniglia e con un solo scatto apri la porta.
Con
piccoli passi varcò la soglia tenendo ben fisso lo sguardo
sulla professoressa che le sorrideva entusiasta.
Mentre
camminava, sorpassando i primi banchi, si sentiva addosso gli sguardi
dei suoi compagni che seguivano ogni suo piccolo movimento. Sentiva
le labbra secche e desidera bere un bel bicchierone di acqua
ghiacciata, ma in quel momento aveva ben altro a cui pensare : doveva
presentarsi all'intera classe.
Ormai
era arrivata in prossimità della cattedra e il suo unico
pensiero era : se sarebbe mai riuscita a dire delle frasi sensate
davanti a quei ragazzi che la guardavano incuriositi.
-Forza
presentati-. La donna fece un cenno del capo verso la classe.
Sumin
era immobile con sguardo ben fisso sulla donna.
-Su,
cosa aspetti presentati i a tuoi compagni.-. La donna con un tono di
voce pacato incitò Sumin a parlare.
La
ragazza molto lentamente cominciò a voltarsi verso i banchi,
stringendo con forza i lembi della gonna scozzese color miele. Prese
un lungo respiro. E si inchinò verso i suoi nuovi compagni.
-Mi
chiamo Moon Sumin e-e-e-. Lo sapeva, era sicura che avrebbe
balbettato davanti a gli occhi di quei ragazzi che la fissavano.
Sentii in sottofondo un ridacchiare di alcune ragazze alle prime
file.
Strabuzzo
gli occhi, mentre ancora chinata, fissava le scarpe da ginnastica che
aveva ai piedi.
-Silenzio!-.
La professoressa riprese il controllo della classe sbattendo
violentemente il palmo della mano contro la cattedra.
-Non
preoccuparti per la presentazione, scegli un banco e siediti-. La
donna, con una leggere pacca, spinse Sumin verso i banchi. Lei si
rialzò con un leggero scatto facendo svolazzare qua là
i capelli ondulati castano chiaro che gli arrivavano fino a metà
schiena.
Con
passo dolce si avviò verso il fondo della classe passando tra
i banchi. Stringeva con forza le due fasce imbottite della sua
cartella. Sentiva il mormorio dei compagni che borbottavano qualcosa
si incomprensibile mentre lei gli passava accanto e si sentiva presa
di mira come un bersaglio su uno scaffale in parco divertimenti che
aspettava di essere sparato da un fucile ad aria compressa.
Passò
con un po' di timore le prime tre file, ma poi verso la fine riprese
fiato. Un banco vuoto posto all'ultima fila nella seconda colonna le
parve perfetto.
Appese
la cartella sul uncino che sporgeva dal banco e con estrema grazia
prese posto sulla sedia spingendo leggermente in avanti il banco.
Dopo
essersi sistemata l'arricciatura della gonna poso le mani sul banco
,congiungendole.
-Allora
iniziamo la lezione.-. La donna con gonna alta fin sopra il cinto e
una camicia bianca quasi trasparente infilata nella molla della
gonna, cominciò a scrivere sulla lavagna dettando quello che
leggeva da un libro aperto che aveva tra le mani.
Sumin
non poteva fare altro che ascoltare la lezione in totale silenzio.
Non aveva avuto ancora il tempo di passare dalla biblioteca e
ritirare i libri che le servivano.
Ma
la sua concentrazione durò poco, infatti dopo pochi minuti la
sua attenzione si concentrò sulla sua compagna di banco.
Quella
ragazza fissava fuori dalla finestra e non sembrava prestare la
minima attenzione alla lezione. Pensò subito che il suo
profilo era perfetto, il naso e le labbra disegnavano una linea
perfetta, il suo collo lungo e fine e i sui capelli corti a caschetto
castani quasi dorati risplendevano alla luce del sole mattutino, era
perfetta senza ne anche una imperfezione, assomigliava a una di
quelle bambole di porcellana che vedi nelle vetrine dei negozi di
antiquariato.
-Hey,
hey..- Una voce femminile bisbigliò a Sumin che ancora
imbambolata continuava a fissare la sua compagna di banco.
-Hey
nuova arrivata!-. Finalmente Sumin uscì da quello stato di
trans e rivolse la sua attenzione a una ragazza seduta difronte a lei
con mezzo busto girato verso il suo banco.
-Ciao.-.
La ragazza dai capelli biondo cenere la salutò con un sorriso
accecante.
Poi
le porse la mano invitandola a stringerla. Sumin titubò per
alcuni istanti ma con un presa decisa strinse la mano di quella
ragazza che gentilmente si stava presentando a lei.
-Io
sono Park Ji Woon, piacere.-. La ragazza dai capelli biondi agitò
la mano facendo ondeggiare quella della compagna.
-Io
sono..-.
-Sumin,
si lo so ero in classe quando ti sei presentata.-. Jiwoon le sorrise
mentre lentamente scioglieva quella stretta di mano.
-Scusami
posso farti una domanda?-. Chiese a Jiwoon con tono di voce basso.
-Certo!
Chiedimi quello che vuoi.-.
Sumin
rivolse lo sguardo alla ragazza che poco prima fissava cosi
intensamente.
-Chi
è quella ragazza?-.
La
sua nuova compagna scoppio in una risata fortissima e la
professoressa la riprese chiedendole di fare silenzio. Jiwoon si alzò
scusandosi e poi riprendendo posto sulla sedia in maniera composta.
Ma non le ci volle molto voltarsi di nuovo verso il banco alle sue
spalle.
-Sumin-ah
sei veramente forte.-. La ragazza continuò a ridacchiare.
-Ma
perché? Cosa ho detto di sbagliato?.-. Le domandò un
po' confusa, non riusciva a capire perché la sua compagna
fosse scoppiata a ridere dopo la sua domanda.
-Ma
perché quella ragazza in realtà è un ragazzo.-.
-COSA?!-.
Sumin non si rese contò che il suo tono di voce, nel esclamare
il suo stupore ,era molto alto.
-Signorina
Moon qualcosa non va?.-. La Professoressa la fulminò con lo
sguardo.
Sumin
si alzò in piedi e si scuso con l'intera classe. Poi riprese
posto con sguardo basso.
Diede
una veloce occhiata a quella che credeva essere una sua compagna di
banco e notandolo bene non avevo prestato attenzione alla sua
uniforme che era tipicamente maschile.
“Può
esistere un ragazzo che trasuda femminilità da tutti i pori?”
questo pensiero le balenò in testa.
-Lo
so, a primo impatto lo scambierei anche io per una ragazza.-. La sua
nuova amica, se cosi si poteva definire, continuò a parlale a
bassa voce.
-Ma
come puoi notare indossa una divisa maschile.-.
Sumin
si l'imitò ad annuire, continuando a fissare quel ragazzo che
non si era minimamente mosso dalla sua posizione iniziale. Continuava
a fissare il paesaggio fuori dalla finestra e la sua espressione non
accennava nessun tipo di sentimento: poteva essere arrabbiato o
frustrato , scocciato o forse anche felice. Ma il suo volto non
trasmetteva niente.
-E'
sempre cosi silenzioso?.-. Domandò a Jiwoon senza staccare gli
occhi dal suo compagno di banco.
-Beh,
di solito non parla mai con nessuno...-. Una lunga pausa fermò
la spiegazione della ragazza. - Ad eccezione dei sui quattro
compagni.-.
Finalmente
Sumin staccò gli occhi da quel ragazzo e li posò su
Jiwoon.
-Ah
è vero tu non conosci i Cinque Diamanti.-.
-I
Cinque-cosa?-.chiese stupita.
-I
Cinque Diamanti, dopo la lezione te li faccio vedere.-. Jiwoon le
sorrise soddisfatta e finalmente si girò verso la
professoressa per seguire la lezione.
“I
Cinque Diamanti.. che nome stupido” Sumin sbuffò
adagiando la testa sulla mano e concentrandosi sulla lezione, ma i
suoi tentativi furono vani, perché con la coda dell'occhio
continuava a fissare quel ragazzo che imperterrito scrutava fuori
dalla finestra.
“E'
veramente un ragazzo? Allora perché non ho paura di lui?”.
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