BEING A WAR MAGE
CAPITOLO 9: DOPO LA TEMPESTA
That’s
what love is for
To help
us through it
That’s
what love is for
Nothing
else can do it
Melt our
defenses
Bring us
back to our senses
Give us
strenght to try once more
Baby,
that’s what love is for
What Love Is For, Amy Grant
***************
Ancora una volta Harry trovò la forza di riprendere in mano
la bacchetta e rialzarsi. Gli colava sangue dalle tempie, dal naso, dalla
bocca, da un taglio su una spalla e da una brutta ferita al fianco destro.Ma doveva
trovare il coraggio e l’ostinazione per rimettersi in piedi, perché anche
Voldemort stava finalmente sanguinando, e anche di brutto.
“Che c’è, Voldemort?” gli disse con aria di sfida. “Non sei
più così sicuro, come mai?”
L’uomo, di nuovo in piedi, gli puntò contro la bacchetta.
“Tu sei morto, Potter!! Artirapticus!!”
Il colpo partito all’improvviso centrò il braccio destro di
Harry; il giovane mago arretrò di qualche passo, stringendosi forte il braccio:
in pochi terribili secondi si accorse di non sentirlo più, tanto che la
bacchetta gli scivolò di mano prima che potesse reagire.
Voldemort ghignò. “Ti farò perdere l’uso del tuo corpo pezzo
dopo pezzo, piccolo bastardo.” Sibilò crudelmente, alzando di nuovo la
bacchetta.
Harry afferrò al volo la sua, ma non potè alzarsi da terra,
o sarebbe stato centrato ancora dall’incantesimo nemico. Si rialzò
immediatamente dopo che il fascio di luce gli era passato sulla testa, e gridò
“Expelliarmus!!”
“Crucio!!” urlò contemporaneamente Voldemort.
Ancora una volta i due incantesimi si scontrarono a
mezzaria, ma questa volta a cedere fu quello di Harry, che si ritrovò a terra a
rotolare dal dolore. Voldemort gli si mise davanti, in piedi, con tutte e due
le bacchette in mano.
“Morirai come tuo padre.” fece con un sorriso soddisfatto e
crudele, gettando via la bacchetta del ragazzo. “Ai miei piedi.”
Harry sentì una rabbia dentro annebbiargli la vista, e a
quel punto capì che anche in quelle condizioni non avrebbe mai mollato, non con
chi gli aveva infelicitato una vita intera uccidendo mezzo mondo, a cominciare
dalla sua famiglia. No, non poteva morire ora, proprio ora che Ginny lo
aspettava a casa. Le aveva fatto una promessa, e mai e poi mai l’avrebbe
infranta. No, non può e non deve finire così!
“Avada Kedavra!!”
***************
Aki strappò la manica della tuta di Bill freneticamente e
prese a tamponargli la ferita. Tutto attorno nella sala d’ingresso del maniero
c’erano auror feriti più o meno gravemente, alcuni dei quali appena curati
correvano di nuovo verso il campo di battaglia, tutti guariti il più
rapidamente possibile da Aki, Tennessee e dallo staff medico della War Mage
Team.
Bill serrò un attimo gli occhi quando Aki gli fasciò
saldamente il braccio sanguinante. “Meglio?” gli chiese tesissima lei,
togliendosi dal viso una ciocca di capelli sudati con un gesto nervoso della
mano.
Lui annuì. “Sto bene, ora torno dagli altri.”
Lei lo trattenne. “Aspetta, non puoi tornare subito a
combattere, l’incantesimo ci metterà ancora qualche minuto per agire!”
“C’è bisogno anche di me lì, io…”
“Aki!!!”
I due si voltarono alle loro spalle e videro Ron,
sanguinante e pallido, che li raggiungeva a passo svelto con Hermione, svenuta,
tra le braccia. Bill si alzò per dare una mano al fratello, ma Ron riuscì ad
avvicinarsi a loro senza bisogno di aiuti, stendendo Hermione a terra. Aki le
fu in un attimo accanto.
“Che cosa le è successo?” chiese ansioso Bill, mentre
s’inginocchiava vicino alla compagna.
“E’ stata colpita da un Glacialibus.” Disse in fretta Ron,
cercando di interpretare lo sguardo di panico sul viso della dottoressa.
Aki scosse la testa, terrorizzata. “No, no…è tutto inutile
ormai…”
Ron la guardò con uno sguardo di rabbia allo stato puro.
“Che cosa?!”
“Non c’è più niente che io possa fare!! E’ troppo tardi!!”
“Ma come fai a dirlo se nemmeno provi a fare qualcosa?!”
“Non respira e non c’è più battito, Ron!” ribbattè lei,
sconvolta. “Le si sono già congelati cuore e polmoni, non posso più aiutarla!!”
Ron scosse la testa. “Tu hai parlato di un incantesimo, hai
detto che avevi trovato un controincantesimo…”
“L’ho usato, con quattro uomini!!” lo interruppe urlando
lei, indicando in un angolo quattro corpi coperti con dei teli bianchi sporchi
di sangue. “Ho fallito, è inutile riprovare!!”
“Senti, Hermione ha sempre combattuto da quando aveva undici
anni, e non si è mai, mai arresa!” tuonò Ron. “Ora è lei ad aver bisogno
d’aiuto, non possiamo abbandonarla!!”
Aki si mise le mani fra i capelli. “Io vorrei tanto poterla
salvare, ma non c’è modo!…”
Bill le appoggiò le mani sulle spalle. “Provaci, Aki! Fai un
tentativo! Tu sei l’unica che possa aiutarla, e io ho fiducia in te! Ce la puoi
fare, prova!”
Aki guardò prima Bill e poi Ron. Serrò forte gli occhi, poi
annuì e li riaprì, decisa. “Va bene.” Disse, cercando di recuperare il suo
sangue freddo di medico. “Ci provo.”
Notando a malapena lo sguardo implorante di Ron, Aki stese
le mani sull’addome di Hermione, chiuse gli occhi e prese a mormorare una
formula in latino antico, col sottofondo fastidioso di esplosioni e urla dalla
battaglia. A un certo punto un alone azzurro tenue circondò le mani della
giovane dottoressa, ma in pochi istanti svanì e lei riaprì gli occhi.
“Controllala!” disse impetuosamente a Ron. Lui si chinò su
Hermione, ma rialzandosi scosse la testa. Aki si morse le labbra, ma impose di
nuovo le mani, pronunciando la formula nevroticamente. La luce azzurra svanì
ancora prima della volta precedente. “Controlla di nuovo!” Ron tastò il collo a
Hermione, e guardò Aki con un’espressione di terrore e frustrazione.
“Maledizione!!” strillò la donna. “Non ci riesco, è tutto
inutile!! Fallirò come ho fallito prima!!”
“Concentrati, Aki!” le disse Bill. “Se ti concentri bene
puoi fare tutto!! Avanti, devi farcela! Credi in te stessa!”
Aki inspirò profondamente due volte, poi chiuse gli occhi e
stese le mani, ma prese a pronunciare la formula con maggiore chiarezza,
scandendo ogni singola parola. In pochi istanti ricomparve la luce azzurra
attorno alle sue mani, ma l’alone si diffuse anche sul corpo di Hermione, senza
svanire subito. Quando scomparve, Aki aprì gli occhi e si appoggiò di spalle a
Bill, stremata. Ron si chinò subito su Hermione e qualche istante dopo rialzò
lo sguardo con un sorriso da un orecchio all’altro. “E’ viva!!”
Aki si coprì la bocca con una mano, commossa. Bill
l’abbracciò forte. “Ce l’hai fatta, Aki! Lo sapevo che ci saresti riuscita!”
Lei gli gettò le braccia al collo e scoppiò a piangere.
***************
Harry aprì gli occhi quando la luce verde del suo incantesimo
si era già dissolta; aveva ancora la mano aperta, rivolta verso il suo nemico:
dopo tanti anni di allenamenti c’era finalmente riuscito, aveva lanciato
l’Avada Kedavra senza bacchetta. Ora si sentiva svuotato d’energia, ma trovò la
forza per rialzarsi in piedi un’ultima volta. Barcollando tra il proprio sangue
che gli colava dalle ferite, reggendosi il braccio destro inerte, raccolse la
sua bacchetta da terra e si avvicinò al corpo di Voldemort, che stava rigido e
immobile a terra. Sul viso aveva ancora un’espressione di incredulità e
terrore, gli occhi e la bocca spalancati nascondevano un grido muto di rabbia e
odio smisurato.
E’ finita, pensò Harry con un sospiro di sollievo. Per
sempre.
Ignorando il più possibile
il dolore diffuso, il giovane mago si trascinò fuori da quella orribile stanza
e in qualche modo raggiunse una specie di corridoio, al termine del quale entrò
in un grosso salone murato che aveva fatto da campo di battaglia (sicchè
c’erano non pochi cadaveri), dove i mangiamorte si stavano progressivamente
arrendendo, consegnando le armi agli auror. Appena lo vide entrare, Sirius
lasciò perdere tutto e gli corse incontro.
“Buon Dio, Harry!!” senza dargli il tempo di replicare, lo
abbracciò e poi lo respinse indietro per poterlo guardare in faccia. “Vi
avevamo perso completamente! Che cosa ti è successo?”
“Ho combattuto contro Voldemort…” disse debolmente Harry,
mentre arrivavano al suo fianco anche Bill e Remus. “…l’ho eliminato, quel
bastardo.”
I tre sorrisero largamente, e Remus corse a gridarlo a tutta
la sala, che un istante dopo proruppe in grida e urla di gioia degli auror.
“Dobbiamo portarti subito dai medimaghi.” Fece Sirius, ma
Harry lo respinse, scuotendo la testa.
“Sirius, hanno preso Ron e Hermione! Dobbiamo trovarli…”
“Sono tutti e due con Aki, malridotti ma vivi.” Lo
interruppe Bill, rassicurandolo.
“Pensaci tu a lui.” Disse Sirius a Bill. “Io resto a dare
una mano qui.”
Bill annuì e si passò un braccio di Harry attorno al collo,
aiutandolo a sorreggersi; il giovane auror ne fu contento, perché da solo non
sarebbe riuscito a tornare all’ingresso del castello, non con la vista che gli
faceva flip-flop. Finalmente i due arrivarono in quello che era stato adibito a
ospedale da campo, pieno di auror feriti più o meno seriamente e medimaghi che
scattavano da un ferito all’altro febbrilmente. Bill aiutò Harry a sedersi di
spalle contro una colonna della grande stanza. “Aspettami qui, vado a cercare
Aki.” E subito si rialzò in cerca della dottoressa. Harry annuì, poi si guardò
attorno con attenzione, in cerca dei suoi amici.
Finalmente intravide un ciuffo di capelli rossi dall’altra
parte della stanza, così raccolse le ultime energie e si alzò per raggiungerli.
Ma vederli come li vide lo fece assalire da un enorme senso di colpa.
Ron aveva un cerottone sul naso –chiaramente rotto- e due
strati di fasciature attorno alle tempie e alla fronte; non aveva la maglia
dell’uniforme, perché al suo posto lo copriva una grossa fasciatura lungo tutto
il torace, più una medicazione al braccio. Teneva le ginocchia semi-incrociate
in modo che Hermione, che stava fra le sue braccia, stesse comoda. Lei sembrava
messa ancora peggio: non aveva bende né cerotti, ma era priva di sensi e Ron le
teneva sulla bocca una mascherina per l’ossigeno; a giudicare dal suo pallore e
da come il suo amico la guardava apprensivo, doveva essere ferita gravemente.
Ed è tutta colpa mia…
Harry si inginocchiò accanto
a loro e appoggiò una mano sulla caviglia di Hermione, guardandola angosciato.
Ron alzò gli occhi e incrociò quelli del suo migliore amico.
“Ce la farà.” Lo rassicurò. “Quel bastardo di Spencer le ha
fatto un Glacialibus.”
Per quanto debole si sentisse, Harry provò una gran rabbia.
“Dov’è ora quel figlio di puttana?”
“Non farà più del male a nessuno, ormai.” Fece Ron, con
un’espressione di amara soddisfazione. Harry annuì, col groppo in gola. “E’
finita?”
“Si.” Sospirò lui. “Si, è finita.”
Aki arrivò proprio in quell’istante, sporca di sangue dei
suoi pazienti e spettinata, e diede subito una veloce occhiata alle ferite di
Harry. “Harry, grazie al cielo! Cominciavamo a preoccuparci sul serio!”
Lui scosse la testa. “Io sto bene, pensa a Hermione! Lei ha
molto più bisogno di me!”
Aki non perse tempo a dire a Harry che aveva detto già la
stessa cosa anche a Ron. “Abbiamo già fatto tutto il possibile per lei, deve
riprendersi da sola adesso. Non serve a niente che tu muoia dissanguato
nell’attesa, dai, vieni con me.”
Malvolentieri, il ragazzo si alzò e la seguì.
“Ehi Harry.” Lo chiamò piano Ron. Harry si voltò insicuro.
Ron gli fece un piccolo sorriso. “Siamo vivi e abbiamo vinto. E’ finita
davvero.”
Harry gli rivolse un sorriso grato e poi raggiunse Aki, che
lo fece sedere di spalle al muro. Mentre la dottoressa si dava da fare per
curarlo, lui appoggiò la testa al muro. Sentiva il dolore crescere
progressivamente, la testa gli faceva davvero male mentre la vista gli si
appannava sempre di più. Si, era davvero finita. Ma a quale prezzo? Quanti
avevano pagato con la loro vita, proprio come Cedric Diggory tanti anni prima,
per una battaglia che lui avrebbe dovuto combattere da solo fin dal primo
momento. Con questo pensiero orribile il dolore alla testa si moltiplicò, e
presto Harry non vide e non sentì più nulla.
***************
Quando riaprì gli occhi, il giovane mago ebbe difficoltà a
mettere a fuoco le immagini. Quello che vide subito chiaramente fu il viso
commosso e sorridente di Ginny, che gli stava accarezzando amorevolmente il
viso.
“Ehi, supereroe.” Gli disse dolcemente Ginny, baciandogli le
labbra.
Harry le fece un sorriso, poi diede un’occhiata in giro e
riconobbe la stanza in cui si trovava: era una delle camerette dell’infermeria
al quartier generale della War Mage Team. Aveva la maggior parte del corpo
fasciato, e si sentiva tutto dolorante e indolenzito.
“Non dirmelo.” Disse a Ginny, con la voce ancora un po’
rauca. “Sono morto e mi avete mummificato.”
Lei sorrise e si asciugò le lacrime. “Non proprio, ma ci
siete andati tutti molto vicino stavolta.”
“Come stanno gli altri?”
“Bill e Charlie hanno qualche graffio e un paio di ustioni,
ma stanno bene.” Sospirò lei. “Ron è più o meno nelle tue condizioni. Hermione
si sta riprendendo un po’ più lentamente, lei era davvero molto grave, a quanto
ci hanno detto.”
“…quanto ho dormito?”
Lei fece un sorriso stanco. “Dieci ore, più o meno.”
Lui si morse un labbro e le strinse la mano. “Ti ho fatto
preoccupare.”
“No, mi hai fatto morire.”
“Siamo tornati, però.” Le disse, tentando di sorriderle. “Li
hai fatti quei biglietti per Parigi?”
Lei annuì. “Mi hanno fatto lo sconto quando hanno sentito il
tuo nome.”
“Il mio nome.” Harry le lasciò la mano e si mise seduto in
mezzo al letto, coi goniti sulle ginocchia. “Se sapessero cosa significa
portare questo dannato nome, reagirebbero diversamente.”
Ginny si sedette sul letto accanto a lui, e gli appoggiò la
testa su una spalla. “Lo so.” Gli sussurrò dolcemente, accarezzandogli la nuca.
Lui scosse la testa. “Quanti sono rimasti uccisi durante
questa maledetta guerra. Quanti potevano essere salvati se io avessi affrontato
prima Voldemort.”
Lei gli baciò una tempia sulla benda che aveva attorno alla
fronte. “Voi avete fatto tutto il possibile, e tu ci hai liberati dall’incubo
di quel mostro. Tutto il resto non dipendeva da te, Harry.”
Lui tirò un grosso sospiro. “Non la penserai così quando
saprai cos’ho fatto.”
“Cos’hai fatto?” chiese calma lei.
“…quando ci hanno preso, Voldemort mi ha offerto la salvezza
per Ron e Hermione se io mi fossi arreso.” E qui chiuse per un attimo gli
occhi. “Io non ho accettato.”
Ginny annuì in silenzio, stringendogli la mano.
Harry raccolse fiato e proseguì. “Se tuo fratello è stato
torturato di nuovo, è colpa mia. Se Hermione ha rischiato di morire, è colpa
mia.”
Lei gli prese il viso tra le mani e lo voltò verso di sé.
“Lo sai cosa sarebbe successo se avessi detto di si? Li avresti traditi.
Avresti tradito i tuoi e i loro ideali. Avresti gettato via tutto quello per
cui siete diventati quello che siete, per cui avete combattuto e avete vinto.”
Lui la guardò negli occhi. “Ron e Hermione sarebbero morti prima di cedere a un
compromesso simile, e tu lo sai.” Gli disse solennemente.
Harry rimase per un attimo in silenzio, quindi le accarezzò
la guancia col dorso della mano. “Ti amo.” Le disse piano. “Ti amo perché qualunque
cosa succeda, tu sei e resterai sempre il mio raggio di sole.”
“Ti amo tanto anch’io.” Gli sorrise lei, e nessuno dei due
perse più tempo a parlare: a volte le parole sono sprecate, se un bacio può
esprimere meglio ciò che si prova fino in fondo all’anima.
***************
And
through it all she offers me protection
A lot of
love and affection
Wether
I’m right or wrong
And down
the waterfall, wherever it may take me
I know
that life won’t break me
When I
come to call she won’t forsake me
I’m
lovin’ angels instead
Angels,
Robbie Williams
***************
Fu un dolore lungo l’addome a spingere Hermione ad aprire
gli occhi. La vista era ancora un po’ annebbiata, si sentiva debole e
dolorante, e non riusciva a ricordare bene cosa fosse accaduto. Certo quella
stanza non faceva parte del maniero di Spencer…e dov’erano finiti tutti gli
altri? Quando cominciò a vederci meglio riconobbe una serie di macchinari
collegati al suo corpo che emettevano un BIP regolarmente ogni due o tre
secondi; ci mise un attimo anche a capire che aveva la vista disturbata dalla
mascherina che aveva sul viso. Fece per togliersela con la mano sinistra, ma si
accorse che non poteva muoverla: girando impercettibilmente la testa vide che
c’era Ron, profondamente addormentato su una sedia accanto al suo letto, che le
teneva la mano. Anche lui era pieno di fasciature e cerotti, aveva addosso un
pantalone, ma dalla camicia completamente sbottonata sporgeva una vistosa
fasciatura lungo tutto il torace. Hermione sorrise già per il solo fatto di
vederlo vivo accanto a lei, e gli strinse la mano. Lui subito si scosse e si
svegliò; nel vederla con gli occhi aperti, Ron sorrise e le accarezzò la
fronte.
“Ehi, bella addormentata.” Hermione tentò di sfilarsi la
mascherina dal viso, ma lui le prese la mano fra le sue. “Ci hai fatti
preoccupare un bel po’, lo sai?”
“…che è successo?…” sospirò debolmente lei.
“Abbiamo stravinto.” Le sorrise lui. “Harry ha eliminato
Voldemort, e i mangiamorte si sono arresi.”
“Spencer?” lui curvò le labbra in un sorrisetto sicuro e lei
capì. “…è…davvero finita?”
Lui annuì. “Si, amore. E’ finita sul serio.”
I loro sguardi rimasero incatenati, e Hermione sollevò
debolmente una mano per accarezzargli il viso e lui si voltò per baciarle il
palmo.
“Toglimi questa cosa…” sussurrò lei, cercando di nuovo di
sfilarsi la mascherina. “…voglio che mi baci…”
“Non mi tentare, baby…” disse lui, con la sua voce profonda.
“…o ti strappo tutta questa roba di dosso e ti violento qui…” entrambi
sorrisero, e lui le scansò i capelli dalla fronte. “Ti amo, Hermione.” Le disse
lui, serio. “E quando ho visto quello che quel bastardo ti aveva fatto, non
sapevo nemmeno io cosa fare per farti tornare da me.”
Hermione lo guardò negli occhi, e fu grata più che mai al
fatto di essere ancora a letto, o le gambe non l’avrebbero sorretta. A volte
fissare Ron negli occhi significava perdersi in quel blu profondo e
spumeggiante, era difficile sostenere un suo sguardo ben piantato. Ron le baciò
di nuovo la mano, e in quel momento entrò Aki, che nel vederli svegli entrambi
sorrise largamente.
“Hermione! Come ti senti?” le chises, controllandole una
pupilla e il battito, mentre Ron si scansava per farle posto.
“…fa male tutto…” fece stancamente lei.
“Tesoro, ringrazia il cielo di avercelo ancora un tutto,
anche se fa male.” Sorrise lei, e con un colpo di bacchetta fece sparire i
macchinari e la mascherina.
“…quando potrò…alzarmi da qua?”
“Non c’è niente da fare, voi tre non ci riuscite proprio a
stare buoni e tranquilli, eh?” rise Aki. “C’è Harry che sta vagando come
un’anima in pena da stamattina.”
“Sta bene?” le domandò Ron.
Lei annuì. “Tua sorella lo sta curando molto meglio di me.”
I tre sorrisero. “Beh, Hermione, io sono di là se hai bisogno di me, ok?”
“Si, grazie.” Le rispose debolmente lei. Aki annuì e uscì
dalla stanza.
“Dove eravamo?” le disse Ron, accarezzandole il naso.
Hermione si aggrappò ai bordi della sua camicia per
attirarlo giù, a pochi millimetri da lei. “Baciami, Ron. Ti prego.”
Lui non se lo fece ripetere due volte, le passò una mano
dietro alla schiena e con l’altra le accarezzò una guancia, mentre si chinò giù
per baciarla. All’inizio nacque come un bacio dolce, poi progredì; lui la
strinse troppo a sé, e nel vederle serrare forte gli occhi capì di averle fatto
male, e subito si staccò da lei.
“Oddio, scusami, ti ho fatto male?” le chiese preoccupato.
Lei scosse la testa e gli prese una mano tra le sue. “Non
m’importa niente, voglio solo che tu mi tenga stretta a te.” Dopo tutto quello
che era successo, ora il contatto fisico era diventato necessario a farla
sentire sicura che non si sarebbero più perduti. Ron non esitò ad abbracciarla
di nuovo, e anche quando la baciò lo fece come lo aveva sempre fatto, senza
trattenere niente.
***************
We
were strangers starting out on a journey
Never
dreaming what we’d have to go through
Now here
we are, I’m suddenly standing at the beginning with you
No one
told me I was going to find you
Unexpected
what you did to my heart
When I
lost hope you were there to remind me this is the start.
At The Beginning,
D.Lewis and R.Marx
***************
…3
mesi più tardi…
Ginny aveva un sorriso
stampato in faccia che andava da un orecchio all’altro. Era una spelndida
giornata di sole non particolarmente fredda, e assistere alla cerimonia di
premiazione dei ragazzi della War Mage Team era ancora più piacevole.
Il Ministero della Magia aveva organizzato una giornata in
onore del Dipartimento di Controspionaggio che aveva finalmente messo fine alla
guerra dei maghi: ognuno degli auror speciali avrebbe ricevuto una medaglia al
valore durante la cerimonia nell’enorme giardino del palazzo del ministero, e
la sera ci sarebbe stato un ballo a cui sarebbe stato invitato tutto il bel
mondo magico.
Harry, Ron e Hermione, assieme a Bill e Charlie, stavano in
piedi accanto a tutti gli altri membri al completo della War Mage Team; erano
tutti in alta uniforme: pantalone e giacca verde scuro, e mantello verde
leggermente più chiaro. Il Ministro, Ersilius Montgomery, il fondatore della
War Mage Team, si profuse in un lungo discorso in cui ringraziava gli auror
speciali per l’operato svolto e assicurava che anche se terminare la cattura
dei mangiamorte rimasti in circolazione sarebbe stata una cosa estremamente semplice,
il Dipartimento di Controspionaggio avrebbe continuato il suo lavoro
estendendosi a Controspionaggio Nazionale. Una sorta di promozione per tutti,
che la signora Weasley accolse con poco entusiasmo (sperava che finita la
guerra li avrebbero congedati tutti con onore). Dopo il discorso seguì
l’assegnazione della medaglia e la stretta di mano a ogni membro della War Mage
Team, accolto con scroscianti applausi da parte dei presenti, quindi la
cerimonia si dilungò in fotografie e aperitivi.
“Mh, lo sai Harry, dovrei essere molto arrabbiata con te.”
Disse Ginny, mettendo giù sul tavolo il suo bicchiere di champagne.
“E perché?” le chiese incuriosito lui.
“E me lo chiedi? Avevi questa uniforme che ispira sesso
sfrenato e selvaggio, e la tenevi chiusa in fondo all’armadio?” gli disse a
bassa voce lei, facendogli un occhiolino. Lui le fece un gran sorriso
malizioso.
“Harry, tesoro, sei davvero bellissimo.” Fece molto
orgogliosa la signora Weasley, avvicinandosi a braccetto con Sirius.
“Visto com’è bello il mio ragazzo?” disse fiera Ginny.
“Beh, affascinante maschione.” Lo prese in giro Sirius. “Non
dovevate essere a Parigi voi?”
“Abbiamo rimandato la partenza di qualche ora, partiamo
domani mattina presto.” Spiegò Harry.
“E abbiamo già le valigie pronte.” Continuò Ginny.
“Bravi, pensate solo a rilassarvi e a godervi il Natale.”
Fece paternamente Sirius, dando un’amorevole pacca sulle spalle del suo
pupillo.
“E soprattutto godetevi le attrazioni che offre il mondo
babbano, dicono che i negozi di Parigi siano belli da fare invidia.” Aggiunse
la signora Weasley con un gran sorriso.
“Si, ho intenzione di fare un sacco di shopping.” Esclamò
contenta Ginny.
“Mh, la vedo bene.” Scherzò Harry, strappando agli altri una
risata.
“Signori, permettete?” s’intromise un uomo con una macchina
fotografica.
“Ah, ma certo.” Sorrise cordialmente Sirius, mettendosi
accanto a Harry e a Molly Weasley, mentre Ginny passò un braccio intorno a
quello che le offriva il suo ragazzo, e fecero tutti un gran sorriso verso l’obbiettivo.
Arthur Weasley sembrava parecchio preso in una conversazione
col Ministro Montgomery, e Bill e Aki
lo notarono. “Con un po’ di fortuna, mio padre avrà un’altra promozione nel
giro di sei mesi.” Le disse con un sorriso lui.
“Montgomery stasera sta festeggiando la riuscita del suo
esperimento, potrebbe perfino ricordarsi il nome di tuo fratello Percy.” Disse
lei con un sorriso.
Bill scoppiò a ridere. “Povero Perce, è una maledizione!
Nessuno si ricorda mai di come si chiama!”
Aki sorrise, poi lo prese per mano e gli fece un cenno del
capo verso due persone poco lontano. “Vieni, voglio presentarti i miei
genitori.”
Lui buttò giù un altro sorso di vodka, poi mise giù il
bicchiere e la seguì allegro. “Andiamo.”
Hermione si congedò con un sorriso da Homer e sua moglie,
con cui aveva parlato fino a un minuto prima, e mentre s’incamminava verso il
tavolo del buffet si sentì afferrare alle spalle da un braccio attorno alla
vita.
“Sei atrocemente irresistibile con questa uniforme.” Le
mormorò Ron con la sua solita voce sexy e profonda.
Hermione sorrise. “Neanche tu stai male.”
Anche lui rise e la voltò verso di sé. “Io sono
semplicemente bellissimo.”
Hermione inarcò le sopracciglia. “E anche molto modesto.”
Ron si chinò per baciarla ma si fermò qualche centimetro
prima. “Barrichiamoci sotto il tavolo, mi hai fatto venire in mente un milione
di fantasie sessuali.”
Lei inarcò un sopracciglio con un’espressione furbesca. “Uh,
lo sento.” Sussurrò, avvicinandosi un po’ di più a lui. “Ma sei sicuro che si
può fare qui, con tutto il Ministero qua fuori?…”
“Non me ne frega un accidente.” Fece lui, dandole un bacio
sul collo. “Anzi, è ancora più eccitante…”
“Stai pericolosamente rischiando di convincermi…”
“Uuh, prendetevi una stanza, voi due!”
“Davvero, Ron, sei disgustoso! Stai cercando di corrompere
anche la piccola Hermione!”
Ron alzò gli occhi al cielo e tirò un sospiro, mentre
Hermione sorrise nel vedere i due gemelli Weasley, allegri come sempre.
“Guarda chi si vede, il terrore dell’Irlanda.” Scherzò Ron.
“Hermione, dolcezza, sei assolutamente uno schianto.” Fece
Fred, porgendole una mano e attirandola più vicino.
“Vero, ispiri sesso da tutti i pori.” Concordò George.
“Appunto, perciò giù le mani.” Disse Ron, con un sorrisetto
stampato sulla faccia.
“Quanto sei possessivo, Ron, parola mia.” Fece George.
“Volevamo solo porgere a questa bellissima donna un omaggio
floreale.” Disse Fred, offrendole un fiore dalla forma piuttosto strana.
“E ti aspetti che io lo prenda? Chissà cosa avete fatto a questo
povero fiore!” gli rispose Hermione.
“Sempre sospettosa, eh?” sorrise Fred.
“Ehi, mi sento offeso! La moglie di Montgomery l’ha
accettato!” squittì George.
I ragazzi si voltarono per guardare nella sua direzione:
Mrs. Montgomery sembrava in difficoltà con lo stelo del fiore che si era
allungato e le stava attorno al collo come una sciarpa, e con la corolla, che
ora si era trasformata in due labbra giganti in cerca di un bacio. Quando il
fiore si fece più insistente, fu necessario l’intervento di un paio di maghi
perché venisse trasfigurato prima che portasse via la faccia alla signora;
Arthur Weasley incrociò lo sguardo dei gemelli con occhi inferociti, il che
fece scoppiare a ridere i quattro ragazzi.
“Il fotografo si avvicinò con un cordiale sorriso. “Foto,
signori?”
“Ah, sicuro.” Disse Ron. “Un attimo che mi metto in posa.” E
dicendo così voltò Hermione per la vita, le passò una mano dietro la nuca e la
baciò col suo solito modo di fare impulsivo e passionale. Superato il primo
istante di sorpresa, lei gli rispose subito passandogli le braccia attorno al
collo. Il fotografo scattò la foto mentre Fred e George continuavano ad
applaudire e ad incitare i due ragazzi.
Tennessee prese un bicchiere dal tavolo del buffet e si
ritrovò faccia a faccia con un sorridente Charlie Weasley.
“Sei la cosa più simile a una bella donna che vedo da due
secondi a questa parte.”
“E tu potresti quasi passare per un vero essere umano oggi.”
I due si fecero uan ricca risata, e Charlie le fece cin-cin
col bicchiere. “Dì, stasera ci vieni al ballo?”
“Penso che delizierò questo mondo di altolocati, si.”
“Non mi dire, sarà la prima volta che ti vedrò con qualcosa
di femminile addosso, allora.” Rise lui.
“Il che mi ricorda, affascinante soldato dalla chioma di
fuoco,” fece lei, con un ironico sguardo languido, sbattendo le ciglia. “Che
non mi hai ancora ringraziato per averti medicato la gamba durante la
battaglia.”
“Accidenti, hai ragione.” Charlie sfoderò il suo fascinoso
sorriso. “Che ne dici se mi conservo un ballo per te, stasera?”
“Il sogno della mia vita che si realizza.” Scherzò
Tennessee, e tutti e due scoppiarono a ridere forte.
“Una foto ricordo, signori?” chiese il fotografo,
avvicinandosi.
“Sicuro, come no.” Charlie, ancora ridendo, passò un braccio
attorno alle spalle di Tennessee e tutti e due fecero un gran sorriso
all’obbiettivo.
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And
life is a road and I wanna keep going
Love is
a river and I wanna keep flowing
Life is
a road, now and forever, wonderful journey
I’ll be
there when the world stops turning
I’ll be
there when the storm is through
In the
end I want to be standing at the beginning with you
At The Beginning, D.Lewis and R.Marx
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Beh, sono stata abbastanza veloce, no? Considerando che
qualche volta mi ricordo di avere anche una vita mia… ^^
Ok, spazio per i soliti ringraziamenti: grazie a tutti i
fantastici lettori che mi hanno mandato mail in questi giorni, grazie per gli
incoraggiamenti e un saluto speciale a ‘Ron’, che recensisce sempre anche ogni
capitolo nuovo, e per questo merita un bell’angolo speciale nell’area degli
‘special thanks to’.
Prima di avvertirvi che il prossimo capitolo (“Benvenuta
serenità”) che verrà sarà l’ultimo di questa storia (sigh!), sorpresa! Credo
proprio che in un futuro molto prossimo troverete Being A War Mage II, il
seguito… wow! Mi prenderò un po’ di tempo per affinare l’ispirazione e vedere
un po’ come mandare avanti le cose…e poi tornerò on-line con uan nuova
avventura e nuovi personaggi…o anche vecchi, chi può dirlo ^^
Ok, adesso devo proprio andare…ma prima, Sara Lee, la mia
beta lettrice in gamba, ha fatto una cosa molto simpatica: se cliccate su
questi links qui sotto vi ritroverete a vedere i nostri quattro protagonisti
preferiti esattamente come li vedo io ogni volta che ne parlo! Lei ha creato
due belle immagini di coppia:
http://it.groups.yahoo.com/group/il_favoloso_mondo_di_Harry/files/Visi%20noti.../Being%20a%20War%20Mage/Harry%20e%20Ginny.jpg
http://it.groups.yahoo.com/group/il_favoloso_mondo_di_Harry/files/Visi%20noti.../Being%20a%20War%20Mage/Ron%20e%20Hermione.jpg
Oh, e gli attori sono Ben Affleck (Harry), Claire Danes
(Ginny), Paul Walker (Ron) e Natalie Portman (Hermione). Ecco, se mai riuscissi
a fare un film di questa storia (cosa totalmente impossibile) questo sarebbe il
mio cast ideale! ^^