Non poteva crederci, si erano lasciati circa un anno fa e adesso lui era lì,
su quel maledetto palco, che cantava una canzone che parlava della loro storia e
del suo cuore spezzato. Si sentiva in colpa, infondo era stata lei a lasciarlo
l’anno prima … ma perché? A quel tempo gli era sembrato giusto così, lui era
troppo diverso, era troppo fiero, troppo … sbagliato e pieno di sé; un bel
giorno si sarebbe stancato di lei e l’avrebbe lasciata, lei lo sapeva, perché
lui era fatto così. Ma allora perché si sentiva in colpa? Era sicura che lo
stava facendo proprio per farla sentire colpevole, d'altronde, era troppo fiero
per farsi lasciare da una ragazza e poi non fargliela pagare e lui sapeva che il
senso di colpa era la cosa che lei odiava di più "Ma perché canta questa
maledetta canzone! Vuole farmela pagare? Ma è passato un anno! Brutto stronzo!"
e più pensava più si rendeva conto che il suo piano, sempre che fosse quello,
stava riuscendo. E allora che doveva fare? Andare a parlargli e dirgli che si
sentiva in colpa? No! Non gli avrebbe mai dato questa soddisfazione, sarebbe
rimasta distaccata come aveva fatto fino adesso, anche se, prima era stato più
facile perché frequentavano università diverse, ma adesso la cosa si faceva più
difficile perché lui si era trasferito nella sua stessa facoltà, per fortuna
stavano in corsi diversi! La canzone intanto si era fatta più travolgente e
carica di rancore e lui, mentre la cantava, sembrava essere in preda a un dolore
profondo "E’ un bravo attore" pensava lei "lo è sempre stato, per aver spezzato
i cuori di tutte le ragazze con cui è stato prima di mettersi con me" Gliene
aveva sempre parlato, le aveva elencate tutte e l’aveva tranquillizzata dicendo
che con loro aveva sempre scherzato ma che con lei faceva sul serio e lei gli
aveva creduto, ma lo aveva lasciato dopo quasi due anni che stavano insieme, lui
l’aveva presa abbastanza bene, almeno così aveva creduto: le aveva detto che la
capiva anche se non era d’accordo con lei e che, se fosse rimasta con lui,
avrebbe cercato di essere un po’ meno fiero e le avrebbe dato tutto ciò di cui
aveva bisogno. Ma lei lo aveva lasciato … era scappata … aveva avuto paura di
quel ragazzo che fin dal primo giorno aveva odiato e che, per giunta, stava
dalla parte del male. Ecco! Forse era per questo che lo aveva lasciato, la loro
relazione era segreta, non si poteva sapere in giro che lei, una della più brave
streghe della sua università, stava con la stessa persona che aveva ucciso il
preside della sua vecchia scuola, come non si poteva sapere che lui stava con
una "mezzosangue" , così la chiamavano quelli come lui, ma lui aveva sempre
negato, diceva che ormai non gli importava niente del fatto che lei non fosse
una sangue-puro. "Adesso basta! Me ne vado! Mi sono rotta di starti a sentire" e
si avviò verso l’uscita. Aveva creduto che appena fosse uscita fuori avrebbe
smesso di pensare, ma non era così. Pensò di tornare a casa e di mettersi a
leggere un libro (il suo passatempo preferito) e di rilassarsi per dimenticare
quell’orribile giornata.
"Hermione!" la ragazza si girò
"Finalmente! E’ tutto il giorno che ti cerco!"
"Ginny!" improvvisò un sorriso
"Ciao, scusa ma stavo andando a casa e …"
"Si, si, certo … ma ti volevo chiedere se questa sera ti andava di uscire con
me, Ron e Harry, sai, Ron non lo ammetterebbe mai, ma sarebbe felice se tu
venissi …"
"Grazie Ginny, la tua proposta mi attira molto, ma vedi, sono un po’ stanca e
poi … domani ho un esame e devo svegliarmi presto"
"Già, gli esami, me ne ero completamente dimenticata" Hermione la guardò
stupita allora Ginny aggiunse "No! Non è come pensi! So che devo dare molti
esami! E’ solo che … da quando sto con Harry … lo sai come sono queste cose
no?"
"Veramente, io metto lo studio sempre al primo posto" diceva così, ma in
fondo la capiva bene.In effetti, adesso che ci pensava, anche quando stava con
lui non studiava molto –ma che sto pensando- e scrollò la testa.
"Vabbé ora devo andare, Harry mi starà aspettando, gli avevo detto che ci
saremmo visti davanti al cancello mezz’ora fa! Ciao ci vediamo" e si allontanò
e, mentre correva disse "Se ci ripensi chiamami"
Hermione si voltò e si avviò velocemente verso casa.
Tutti applaudivano e esultavano e lui si meravigliò a scoprire che non era
affatto felice, non sapeva perché ma non gli andava neanche di sorridere e scese
dal palco mettendosi a sedere su una delle sedie poggiate lì a caso per i
partecipanti allo spettacolo. Si asciugò la fronte e si aggiustò i capelli che
gli finivano davanti agli occhi. Non capiva, eppure si era aspettato di essere
allegro, aveva presentato quella canzone allo spettacolo proprio per farla
pagare alla ragazza che lo aveva lasciato, per farla sentire in colpa perché
sapeva che il senso di colpa era la cosa che lei odiava di più.
L’aveva vista andarsene poco prima della fine della canzone e aveva sorriso,
finalmente l’aveva umiliata … ma la felicità si era subito trasformata in
qualcosa che neanche lui era riuscito a spiegarsi "Ma che cavolo! Ho fatto cose
peggiori! Perché mi devo sentire in colpa proprio adesso? E’ da deboli sentirsi
in colpa, in fondo se l’è meritato!" pensava così ma la sua espressione diceva
il contrario. Non si era mai sentito in colpa, neanche quando uccideva le
persone per conto del Suo Signore. Già, lui era la causa di tutto, fin da quando
fu costretto ad unirsi ai Mangiamorte aveva saputo che era la cosa sbagliata ma
non aveva avuto scelta, come poteva mettersi contro suo padre e contro il
Signore Oscuro? Naturalmente si era subito pentito della sua scelta, avrebbe
preferito vivere una vita normale che essere un Mangiamorte e vivere nella
riservatezza e non poter dire a nessuno chi era veramente, se l’avesse detto a
qualcuno, di sicuro lo avrebbero fatto arrestare. Adesso che ci pensava, l’unica
persona che sapeva chi era e che non lo aveva tradito era proprio la ragazza che
fino a un anno prima era stata la sua ragazza, ma lo aveva lasciato e ancora non
capiva il perché; eppure gli aveva dato tutto … forse alla fine anche lei lo
aveva temuto e aveva scelto di stargli lontano "Ma allora perché ha convinto
Potter della mia innocenza quella sera? Forse non era spaventata da me ma da
qualcos’altro" Scrollò il capo e pensò che infondo era lì per farla soffrire
come lei aveva fatto con lui, quindi non importava. Adesso che si era iscritto
alla sua università avrebbe avuto tutto il tempo per portare a termine la sua
vendetta.
"Un applauso al mio tesoro! Sei stato bravissimo …"
"Grazie, ma non voglio complimenti" –non per questa canzone- pensò.
"Ma dai, sei stato bravissimo. Adesso però dobbiamo tornare a casa perché ti
devi riposare, domani hai un esame ricordi?" La ragazza aspettava una risposta
ma si accorse che il ragazzo non la stava neanche ascoltando
"Draco? Tutto bene? E’ da un po’ che sei strano"
"Non ti preoccupare per me. Piuttosto, perché intanto non vai a casa e
prepari qualcosa da mangiare eh? Non vorrai farmi morire di fame?" Lo disse
cercando di abbozzare un sorriso che svanì appena la ragazza se ne andò tutta
contenta.
Le voleva bene, questo si, ma non si era messo con lei per amore, piuttosto
per compagnia; quale ragazzo non avrebbe accolto l’opportunità di stare con una
ragazza carina e gentile anche se non provava niente per lei? Probabilmente
nessuno. Si alzò dalla sedia e si avviò verso l’uscita accennando un saluto a
tutti quelli che conosceva. Arrivato fuori fu investito da una ventata di aria
gelida, rabbrividì. Prese la strada più lunga per arrivare a casa, per avere più
tempo per pensare … ma a cosa? L’unico pensiero che gli fluttuava per la mente
era quello per cui aveva partecipato al concerto e che lo stava facendo
soffrire: lei. Insomma, com’era possibile che stesse tanto male per una
Mezzosangue? Mezzosangue … questa parola gli ricordava i tempi di Hogwarts, lui
era molto diverso a quel tempo, molto più attaccato alle cose materiali e
attento alle persone che lo circondavano. Rise pensando al suo comportamento …
era un ragazzino viziato e pensava che solo i più ricchi potevano comandare. Col
tempo però, si era reso conto che al mondo esisteva qualcosa di più importante,
come una persona di cui ci si possa fidare e si era sentito veramente solo. Da
qui aveva iniziato a cambiare opinione sulle persone e aveva trovato nella
ragazza che odiava di più, la compagnia giusta, quella cioè, che gli serviva per
sentirsi più libero.
Pian piano era arrivato sotto casa e aveva deciso di fingersi felice e di non
far trasparire il suo stato d’animo.