Salve a tutti !
Premetto che
è la primissa volta che scrivo sul fandom di Saint Seya (e forse anche
l'ultima;p), poichè mi dedico a tutt'altro fandom... solo che non ho
resistito, questa breve shot ha preso vita da sola. Sono fan di Saint
Seya ormai da decenni (faccio parte della generazione fine anni '80;p)
e ho sempre visto le sfumature yaoi/shonen ai, mi sono appassionata a
moltissime coppie, ma non mi era mai capitato di scrivere qualcosa. La
folgorazione è avvenuta con Lost Canvas, che ho amato alla follia, sia
anime che manga e, non appena ho letto di Sisifo e El Cid mi sono
letteralmente sciolta di fronte al bellissimo rapporto di questi due.
Sono uno l'opposto dell'altro, ma si cercano, si completano...
soprattutto El Cid ha bisogno di Sisifo per continuare a combattere,
come se lui fosse il vero senso della sua battaglia. Soprattutto quando
lo perde. Questa breve shot affronta il momento in cui il cavaliere del
Capricorno vaga nella Morfia con Tenma, cito le frasi del manga stesso,
che ho trovato bellissime e le espressioni di El Cid quando si parla di
Sisifo, si addolciscono sempre. Poi, quando non risponde a Tenma circa
l'importanza del saggittario per lui... è bellissimo. Che, poi, potrebbe sembrare che il seme sia totalmente El Cid... secondo me lui è seme fisico, ma il vero seme psicologico è Sisifo, la colonna portante fra loro! Amo questi due
ragazzi e a loro dedico queste riflessioni (che farebbero parte di una
storia più ampia,vabbè:D).sperando che qualcuno le condivida come me.
Buona
Lettura!!
Releuse
Il valore di un
saint
“Sisifo è davvero così importante, da costringere un uomo del tuo
valore a ridursi in quello stato?”
Che domanda era quella del saint di Pegasus?
Se in un primo momento gli era parsa stupida e banale, d’un tratto
qualcosa, in quelle parole, lo scosse, finché una voragine si aprì
sotto i suoi piedi e nel suo petto. Un baratro nero come la pece e
senza fine sembrava volerlo risucchiare. El Cid arrestò il passo e non
avvertì neppure Tenma urtargli contro, ormai in preda a un rimescolio
di sensazioni e di ricordi.
Il cavaliere del Capricorno era sempre stato convinto che affilando
fino all’estremo la sua lama, sarebbe stato in grado di vincere
qualsiasi nemico, qualsiasi battaglia. Per questo aveva perfezionato la
sua tecnica, rendendo d’acciaio il proprio braccio e il proprio cuore.
“Tuttavia non è l’unica
cosa che conta, in un saint…”
Quella volta, Sisifo gli aveva sorriso, serafico. “… eppure dovresti
saperlo” L’espressione placida e serena sembrava volergli sempre
insegnare qualcosa e lui, ogni volta, nonostante si sottoponesse al più
rigoroso addestramento, nonostante facesse di tutto per affinare
ulteriormente le proprie capacità, si sentiva imperfetto, come se,
realmente, qualcosa gli mancasse. E ciò che gli mancava, di sicuro, era
posseduto dal saint del Sagittario.
Sisifo era una persona tenace e determinata, ma allo stesso tempo
dotata di un animo gentile e premuroso che concedeva a chiunque lo
circondasse. Quel sorriso argentino e pulito era in grado di
trasmettere serenità… anche
a uno come lui. La sua fiducia nella dea Athena, inoltre,
era immensa, forse non esisteva altro saint dotato di una tale
devozione.
Davanti all’ultimo portale rimasto in piedi nella Morfia, Tenma
riconobbe con stupore il proprio villaggio.
“Probabilmente è un ricordo del tempo in cui andò a cercare la grande
Atena.” E, mentre pronunciava quelle parole, mentre il suo cuore veniva
attraversato da una fitta dolorosa, El Cid comprese ogni
cosa. “Devi sapere che egli aveva anche il compito di indagare sulle
due divinità gemelle…” Ormai il saint del Capricorno parlava più che
altro a se stesso, con la mente errava in quei ricordi lontani, fra
mura di villaggi, stuoli di persone, dove lui e Sisifo si erano confusi
più volte, apparentemente come semplici uomini. “… mi è
capitato di seguirlo per dargli una mano qualche volta…”
Nonostante la delicatezza e il pericolo insito nella missione, El Cid
si era sentito sereno in quel periodo. Qualche volta Sisifo era anche
riuscito a strappargli un sorriso. Lui era l’unica persona che aveva
intaccato il suo rigore, riuscendo a fargli perdere la ragione, a
fargli assaggiare l’ebbrezza di essere vinto dalla follia. Il tremito
che lo aveva avvolto quella notte non l’avrebbe mai dimenticato.
“Sisifo… fermami. Ordinami di
fermarmi. Ti prego.”
“No… non
fermarti, El Cid. Non fermarti…”
Eppure, quando Sisifo era tornato al santuario con la Dea Atena ancora
bambina, qualcosa, nell’animo del Sagittario, era cambiato. El Cid non
si dava pace. Perché aveva seguito così alla lettera l’ordine di
rientro del Sommo Sacerdote? Perché aveva lasciato che Sisifo si
recasse da solo al villaggio? Se l’avesse accompagnato, forse quel
dolore l’avrebbero diviso in due. Forse Sisifo non avrebbe mai cambiato
la sua espressione nei confronti di chi lo circondava. Forse non gli
avrebbe mai preteso un amplesso in modo tanto disperato, quasi
chiedendogli di fargli male. Come
per punirsi, per liberarsi da qualcosa che lo aveva macchiato
indelebilmente.
Se soltanto l’avesse seguito in quel dannato villaggio… ora il senso di
colpa non sarebbe stato così forte. Invece, ancora una volta aveva
seguito il suo rigore. Quella disciplina alla quale aveva votato la sua
vita era diventata la rovina di Sisifo. El Cid l’aveva capito troppo
tardi.
La disciplina non è
l’unica cosa che conta in un saint… Sisifo aveva ragione.
“Anche per questo ho accettato l’incarico di liberarlo!! Andiamo, Tenma
di Pegasus!” Alzò la voce, più resoluto che mai. Se fosse riuscito a
salvare Sisifo, a cancellare il dolore che l’amico aveva nel cuore,
forse anche il suo senso di colpa sarebbe potuto svanire.
Sisifo era tanto importante da ridurlo in quello stato? A
quel pensiero gli venne da sorridere… certo che lo era! Per salvarlo
sarebbe stato disposto a ridursi in qualsiasi stato. Non gli importava
di perdere un braccio, di perderli entrambi, di ridursi a brandelli.
Finché avrebbe avuto anche un solo briciolo di coscienza, avrebbe
lottato fino alla morte.
“Sei conciato proprio male, El
Cid. È per salvare me che hai brandito la tua spada da solo nel mondo
dei sogni? Ti sono grato”
Nell’udire la voce di Sisifo, El Cid si era sentito sollevato. Grazie
alla distorsione che lui stesso aveva creato nella Morfia, Atena era
riuscita a entrare nel sogno del saint del Sagittario, risvegliandolo
dal suo torpore, impedendogli di tramutarsi in uno spectre. Ma non
c’era più tempo per la gioia, ora aveva una missione come saint. Di
fronte a lui c’era il nemico. Alle sue spalle stava per giungere la
freccia intrisa del potere della Grande Atena.
“El Cid… tu sei come una spada…
tu sei… Excalibur!”
Ora sapeva cosa fare.
“Sì, sarò la tua spada, Sisifo. Fino alla fine.”
FINE
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