ff
A/n: Ho fatto delle piccole modifiche
(piccole cose di punteggiatura, sintassi, accenti dimenticati...) per le quali
mi sono presa la libertà di ripostare la fanfiction. Chiedo anticipatamente
scusa nel caso io abbia infranto il regolamento nel ripostare la
fanfiction, benché senza alcuni secondi fini se non quello di presentare
una versione riveduta e corretta della One-Shot.
ATTENZIONE!! Consiglio di leggere prima le
due One-shot “E se puoi... salva anche me” e “Sveglia che è tardi” per una
miglior comprensione in quanto possono essere considerate
prequels!!
COLD HEAVEN [L'odore del fango]
CAPITOLO I
Quel corridoio così freddo e
maledetto sembrava gioire della propria infinita lunghezza, come a voler
trattenere chiunque il più possibile in quel luogo. Molti uomini l’avevano
attraversato, raramente una seconda volta, e sempre con i piedi in avanti;
perché chi entrava ad Azkaban era per non uscirne mai più.
Qualche squittio rimbombava tra
le pareti, accompagnando i passi ben distinti di tre uomini.
-
Forza muoviti! Non perderò tutta la mattina per un lurido come te!-
Uno dei due uomini dietro al
terzo spintonò quest’ultimo con forza, facendolo barcollare ancora di più di
quanto non stesse facendo, se possibile.
-
Hai sentito cosa ha detto? Forza! E non pensare di cadere che ti trasciniamo a
forza di calci in culo!
-
Esatto! Finalmente ci libereremo di te. Sono morti quasi tutti, quelli della tua
feccia! Mi chiedo cosa ti abbia tenuto in vita per tutti questi anni. Ci fossero
ancora i dissennatori ah... non faresti più parte di questo mondo! Cammina
verme!
-
Mi chiedo come abbia potuto il ministero, Nik, permettere una cosa del genere!
Subito dopo il Giorno della Rimembranza... ascolta verme: quelli come te
dovrebbero finire tutti tre metri sotto terra a marcire! Non che manchi molto,
il puzzo l’hai già!
-
Lo sai Jack, questione di leggi. Non é mai stato provato che lui abbia ucciso
tutta quella gente-
-
Provato? Prova? Io ce l’ho la prova!
Il secondo uomo si avvicinò al
terzo strattonandolo per un braccio e alzò la manica.
-
Eccola la prova!
Mollò la presa sputandogli
addosso.
-
Cammina bastardo!
Arrivarono finalmente dal
portone. Il legno scuro e massiccio maggiorava l’aria già pesante di quel luogo.
Uno dei due uomini passò avanti, tirò fuori la bacchetta e aprì la porta di
servizio; lanciò poi una valigetta al di fuori facendola strisciare sul
fango.
Prese poi saldamente il terzo
uomo e lo trascinò malamente spingendolo dalla porta verso l’esterno. Questi
inciampò ritrovandosi nello stesso stato della valigetta.
-
Lì hai tutto ciò che possedevi, quando sei entrato, compresa la tua bacchetta.
Se ti ricordi qualche maledizione perché non provi a suicidarti! Sarebbe un bene
per la comunità! Mi hanno ordinato di farti sapere che per riprendere i
tuoi beni dovrai inviare una lettera via gufo al ministero e questo darà
disposizioni alla Gringott. Sei libero, Malfoy. Ah e tieni... il giornale di
oggi. Così potrai leggere come sono morti quei cani come te!
Detto questo rise malignamente e
sbatté la porta.
A quattro zampe, davanti ad un
portone. Le unghie nere affondate nel fango e nella pioggia. Solo quel misero
foglio di scarcerazione poteva identificarlo come un Malfoy.
Si volse verso il portone chiuso
quasi ermeticamente. Su di esso quattro parole: colpevolezza, redenzione,
salvezza, libertà.
-
Libertà un cazzo!
Strinse i pugni e ne sbatté uno
per terra contro il fango, sporcandosi il volto.
Quindici anni.
Quindici lunghi anni in cui aveva
aspettato pazientemente che la morte lo portasse via, troppo codardo per
invitarla di sua iniziativa.
Ed ora si ritrovava ad aver
scontato interamente la sua pena. A dover ricominciare da zero, solo.
-
Libertà non vuol dire libero! Ahaarg!
Si alzò di scatto, mosso dalla
rabbia.
Afferrò la valigetta prendendo la
bacchetta all’interno. La guardo con circospezione.
Quanto tempo che non la vedeva.
Che non la toccava, accarezzava.
Quindici anni che non aveva
praticato alcuna magia.
E tutti quei momenti che era
riuscito a nascondere nei posti più reconditi della memoria, in tutti quegli
anni, riaffiorarono.
Limpidi.
Come le lacrime nella
pioggia.
“...Sei ferita e non posso restare! Ti ho fatto un
incantesimo arrestante. Sanguinerai più lentament-”
“Vieni via con me.”
“Lo
sai che non posso”
“Si
che puoi. Portami in salvo”
“È
ciò che cerco di fare, ma questa battaglia la devo finire.
Comunque vada sono un traditore!
Un
traditore per i mangiamorte, un traditore per Potter. Non ho scelta, almeno per
una volta farò ciò che é giusto-”
“Non morire”
“Sai che non posso promettertelo”
-
Non morire... mi dispiace, ho provato. Ma sono già morto, quindici maledetti
anni fa...
“Ora promettimi che correrai via!”
“Correre?”
“Promettimelo.”
“Te
lo prometto.”
“Non ti fermare per nessun motivo!”
“Va
bene.”
“No, promettimelo”
“Te
lo prometto.”
“Non guardare mai indietro!”
“Te
lo prometto.”
“Non cercarmi... non aspettarmi.”
“Io
non-”
“Promettimelo! Ti prego...”
“T-te lo prometto.”
La guardò attraversare la sala
di fretta e sparire dietro la parete.
Si volse verso un altro corpo,
cercando di capire se si poteva fare ancora qualcosa.
-
Malfoy, molla la bacchetta e allontanati da quel poveruomo, prima che ti
schianti!
Si girò lentamente
riconoscendo uno dei due gemelli Weasley. Si guardarono per qualche secondo o
forse qualche minuto, sapendo che ogni passo falso dettava la propria condanna a
morte.
Poi un fragore. Delle urla. “È
finita! Harry si! È finita davvero!”
Poi ancora il caos totale. I
mangiamorte che cercavano di scappare, gli auror che gli correvano
dietro.
Fu in quel momento che si
chinò, facendo cadere la bacchetta davanti a sé.
-
Malfoy, sei in arresto.
"Credevo che ti avrei rivisto.
Che avresti detto tutto di noi... non ho saputo proteggerti abbastanza, non
c’ero, mi dispiace. È stata tutta colpa mia e ne ho voluto pagare le
conseguenze, più del dovuto. Il mio corpo vive, ma io sono morto con te."
Alzò gli occhi al cielo,
lasciando che la pioggia facesse un qualche lavoro purificatore.
Strinse la bacchetta tra le
mani.
Strinse le labbra
febbrilmente.
Crack
Due uomini lo stavano aspettando
di fronte all’entrata del maniero.
-
Signor Malfoy, é in ritardo di venti minuti!
Uno dei due, il più vecchio,
aveva qualcosa di familiare.
-
Che succede Malfoy, ancora con le labbra cucite?
“Pukepuddin! Alfred Pukepuddin.
Bastardo”
-
Ebbene, avendo lei purgato tutta la sua pena, é mio dovere riconsegnarle le
chiavi del maniero. Ricordi che potrà essere sottomesso ad ispezioni qualora il
ministero ne senta il bisogno.
Pausò qualche secondo.
-
Secondo il codice 744 della legge contro i crimini di guerra, le si può
sospendere o addirittura togliere il diritto di praticare la magia al primo
sospetto di uso illecito di questa. Detto ciò, buona...buona fortuna
signor Malfoy.
Pukepuddin consegnò le chiavi e
con un crack scomparì, seguito da colui che doveva essere l’auror di
guardia.
Pioveva ancora, la maestosa
pesantezza del maniero rendeva tutto più lugubre.
Prese le chiavi e con infinita
lentezza aprì il portone.
-
Padrone!
-
Lory?
-
Oh padrone! Com’é bello rivederla. Le preparo un bagno caldo padrone! E le
sistemo la valigia padrone! E il letto? Dove vuole dormire padrone? È libero
padrone!
"Sempre così appiccicosa.
Detesto"
- Allora padrone? Vuole da mangiare? E da bere, padrone?
Cos-
- Smettila di gioire! Basta! Cosa c'é da essere
così felici? Non hai alcun diritto di essere felice! Sparisci. Ora!
Malfoy entrò spintonando l’elfo
di malo modo, lasciando cadere a terra la valigia.
Freddo.
Tutto era rimasto come l’ultima
volta.
Tutto così bello. E freddo.
L’elfo domestico s’impossessò
della valigia e cominciò subito a fare ciò che aveva detto precedentemente.
Malfoy si fece strada tra i vari
corridoi verso il suo vecchio studio. Afferrò una bottiglia di
whisky incendiario ancora bevibile portandosela direttamente alla
bocca.
Arretrò barcollando fino alla
poltrona vellutata. Si sedette abbandonandosi alla gravità.
- Sono libero...
"Sono morto"
Prese un altro sorso.
" La libertà... l’ho
persa."
Un altro ancora.
“Ascoltami! Guardami! Ti prego fa che io sia ancora in
tempo...”
-
Hermione...
Si prese la testa fra le mani,
chiuso su se stesso.
- Non avevo le labbra cucite...
solo che, non avevo più niente per cui vivere.
"Volevo la condanna a morte."
-
Ho perso te, ho perso Elizabeth. Ho perso tutto.
Il letto nudo, le lenzuola per
terra circondate dai cuscini.
Due corpi a farne uno,
abbracciati nel torpore dopo l’atto.
-
Facciamo così, se é maschio scegli il nome te, se é femmina lo scelgo io. Ti
va? Non possiamo continuare a litigare per un nome... e poi tanto lo sai che
sarà una femminuccia...
-
Da quel che ricordo tutti i Malfoy hanno avuto solo maschi
primogeniti...
-
Si! Ma essendo io un Malfoy piuttosto anormale, avrò una femmina.
Logico!
-
Mph! Questo é tutto da vedersi!
-
Allora? Concludiamo il patto?
-
Va bene. Se, e lo sarà, avremo un maschio si chiamerà Amos oppure
Nicholas!
-
Nicholas ok ma Amos che razza di nome é?
-
Innanzitutto per patto tu non puoi opport-
-
Geraldina allora! La chiamerò Geraldina!
-
Per patto non puoi opporti al nome scelto dall’altro a meno che questo nome
non comporti future prese per i fondelli! E Amos vuol dire forte, é un bel nome!
Forza tocca a te.
-
Elizabeth. Per poterla chiamare Liz in futuro. Lo so che sembra stupido, ma a
me piace e poi-
-
È un bel nome. Elizabeth, Elizabeth Malfoy. Liz Malfoy... si,
aggiudicato!
- Non ho più niente per cui
vivere.
"Mi manchi."
-
Il signor Draco Malfoy, qui presente, é stato arrestato ieri sera nella
residenza Black a Grimmauld Place sotto le vesti di mangiamorte dal qui presente
George Weasley. Il Giudice Pukepuddin leggerà le accuse a carico del Signor
Draco Malfoy.
Un uomo non troppo alto né
troppo vistoso si alzò dalla propria sedia, tenente un foglio in mano.
-
L’imputato si alzi. Signor Malfoy, lei é accusato di complicità con
Lei-Sa-Chi, di essere Mangiamorte e di far parte del gruppo di mangiamorte a
capo dell’attentato al Ministero del 12 maggio dell’anno corrente 1998, sventato
grazie a fonti del Ministero. Lei é inoltre sospettato dell'omicidio di tre
donne Sarah Foward, Susan Foward, Helen Prost, i cui corpi sono stati ritrovati
a Knocturn Alley il 6 marzo di questo stesso anno.
-
NON È VERO! Sì, ho il marchio, é vero, ma non ho mai voluto essere
mangiamorte! Sono stato io a dare l’allarme dell’attentato al Ministero! E non
ho ucciso quelle donne é stato Lucius Malfoy a farlo! Chiedetelo! CHIEDETELO AD
HERMIONE GRANGER!
-
ZITTO!
Un ragazzo occhialuto si alzò
tra la giuria.
-
Come osi! Come osi parlare di Hermione? Tu che l’hai sempre trattata come
feccia!
-
Potter, io-
-
Sta zitto! Facile dare la colpa della morte di quelle ragazze a tuo padre,
morto! Facile dire che sei stato tu a dare l’allarme, perché non sappiamo chi
sia stato... puoi provarci quanto vuoi Malfoy!
-
Chiedetelo a lei! Perché non é qui? Sarebbe dovuta venire... -
-
Perché non é qui? PERCHÈ? Perché é morta lurido verme! Sono sicuro che sia
stato tu! Si! Chi altro? Hai messo in scena tutto questo per potertela svignare!
Ma non sarà così facile! Ah no-
Harry si avvicinò a
Ron.
-
Ron calmati...
-
Non mi calmo Harry! Lui é qui e lei... lei...
-
Non lo sappiamo ancora Ron, ti prego, non fare come se non ci fosse più
speranza. Per favore.
-
È morta. È morta? È MORTA?
Harry si voltò verso il tavolo
degli imputati. Afferrò Ron per un braccio come per intimargli di non dire
niente. Fissò Malfoy e disse troppo piano perché quest’ultimo potesse
sentire.
-
No... ma é come se lo fosse...
Il silenzio in sala confermò a
Malfoy la più grande delle sue paure.
“Morta, morta,
morta,morta”
Quelle maledette parole gli
rimbombavano nella testa come siluri.
.
“Hermione, Elizabeth”
“Cosa ho fatto”
“Hermione, morta”
-
Signor Malfoy vuole rispondere? Come si dichiara? Ha qualcosa da
dire?
“Voglio, io voglio...”
“Morire”
-
Signor Malfoy il silenzio é la peggior difesa in tribunale... non vorrà
rimanere con le labbra cucite?
-
Signor Malfoy, sto perdendo la pazienza... se non parla sarò costretto a
dichiararla colpevole senza possibilità di appello.
“Vieni via con me.”
“Lo
sai che non posso”
“Si
che puoi. Portami in salvo”
“Sarei dovuto venire con te, come
me lo avevi chiesto”
“Avrei potuto proteggerti”
“Colpa, colpa mia. Solo mia”
- Ha
almeno qualche informazione da passarci, potremmo essere più indulgenti sulla
pena, nel limite del possibile.
- Signor
Malfoy?
Silenzio, solo silenzio.
- Così
sia! Signor Draco Malfoy, lei é ritenuto colpevole e condannato ad una reclusione di anni
quindici nella prigione di Azkaban senza possibilità di accorciamento della pena
in quanto appartenente al gruppo terroristico dei cosiddetti Mangiamorte. Ergo
non avendo alcuna prova materiale del suo totale coinvolgimento nelle azioni
terroristiche di Lei-Sa-Chi né nell’omicidio di Sarah Foward,
Susan Foward ed Helen Prost , non possiamo darle la
pena maggiore.
-
Padrone?
-
Ahuun?
- Padrone?
Le ho portato il giornale di oggi padrone! Il bagno é pronto padrone!
- Si.
Gra-z- zie Lo- Lory. Puoi andare.
“Maledetto whisky”
Si
sistemò un po’ meglio nella poltrona.
Le
spalle appesantite più del dovuto, prese il giornale.
“La
gazzetta del profeta, ma dai? Non é ancora fallita?”
Sollevò un sopracciglio.
Prima
per svogliatezza... poi per stupore.
Il Giorno
della Rimembranza: Potter concede una conferenza
[...]
Mancante all’appello solo la giovane Elizabeth Granger vista ieri
entrare nel reparto Janus Thickey -reparto a lungo termine-
dell'Ospedale San Mungo, probabilmente a visitare la madre ancora in coma
dal fatidico Giorno della Vittoria. Una storia triste quella della piccola
Elizabeth, nata quando la madre era già entrata in coma, senza padre, e
“adottata” (anche se non dal punto di vista legale) da Harry Potter e
Ginevra...[...]
-
Liz?
Il
giornale cadde per terra leggero, ma il rumore nelle mente di Malfoy era stato
più forte di una bomba.
Più
distruttivo di una galaverna in piena primavera.
Era
libero.
Respirare. Libero.
Solo
non lo aveva capito prima.
Perché
quando per anni senti solo odore di muffa e piscio non riesci a sentire nessun
altro odore.
Niente
da darti tanta nausea. Niente da subire. Nessuno per cambiare.
E
allora la furia della pioggia é libertà, l’astio delle persone é libertà, il
servo fedele che ti aspetta é libertà, il firewhisky é libertà!
Quando
per quindici anni sei rimasto morto, tutto ciò é li per ricordarti che sei
ancora vivo.
Anche
l’odore del fango.
Tremava, le braccia a volersi abbracciare.
Una
risata, isterica.
Sola.
Feroce.
Il
viso abbassato, si cullava come a rassicurarsi.
Un
raggio di luce timido, mostrava come fossero diamanti, le miriadi di polveri
alzatesi dal tessuto della poltrona.
-
Liz...
Suddenly I saw
the cold and rook-delighting Heaven That seemed as though ice burned and was
but the more ice, And thereupon imagination and heart were driven So wild
that every casual thought of that and this Vanished, and left but memories,
that should be out of season With the hot blood of youth, of love crossed
long ago;
A/n: Questa One-Shot
è stata costruita come consequenziale ai fatti di “E se puoi... salva anche
me”(sedici anni dopo) e “Sveglia, che è tardi” (il giorno dopo). Spero
comunque che la storia regga da sola e non vi lasci allo scompiglio più totale.
Ringrazio tutti coloro che hanno recensito precedentemente!
GRAZIE MILLE!
Per
Cold heaven [L'odore del fango]
merryluna, StoryGirl, sole a mezzanotte,
Briseide.
Per
Sveglia, che è tardi
anfimissi, Lupa, Sherazade, _Elentari_, Venus, VaniaLoVe,
Hermia.
Per
E se puoi... Salva anche me
Angel605, Mearmind, ranokkia, ZAITU, Senara, Erin,
sybil_vane, Zahra.
Per
Ho fame!
Cialy,
kikka93, DolceFragoletta, Killer.
Un
bacione e continuate a recensire!!
Sere
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