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Foster Care
“Preparati
al peggio Logan Echolls, tu non conosci mio padre. Lui ti darà filo da
torcere”
Logan
aprì di scatto gli occhi, si alzò in piedi e si diresse verso la sua cucina.
Aprì il frigo e bevve il contenuto di una bottiglia, la prima bottiglia che
trovò.
Era
nervoso per quello che sarebbe successo di lì a poco.
“Sei
nervoso?”
Logan
si voltò velocemente e la vide, sull’uscio della porta della sua camera che
lo fissava.
“Un
po’…”
Veronica
avanzò di qualche passo, indossava una larga camicia, presa in prestito da
Logan, quella camicia che indossava la sera ormai quasi del tutto passata.
Brian
dormiva profondamente nel suo letto, abbracciava un peluche a forma di orso
regalatogli da suo fratello maggiore.
“Te
l’ho già detto Logan… se vuoi vengo con te! Sono più brava io a parlare di
te, che dopo cinque minuti perdi le staffe.” Spiegò la donna incrociando le
braccia al petto.
“Non
so. Brian è tanto felice di rimanere con te!” si portò nuovamente la
bottiglia alla bocca.
“Capirà!
Credo che sarà più felice di rimanere con te che andare a vivere con il padre
di Priscilla!”
“Magari
hai ragione…”
Veronica
sorrise “Io ho sempre ragione!” guardò l’ora “E’ presto, sono le
quattro, torniamo a dormire!” gli strappò la bottiglia dalle mani e
l’appoggiò sul bancone della cucina per poi spingere il suo compagno fino in
camera da letto.
“Te
l’ho mai detto che ti amo?” disse Logan mettendosi sotto le coperte.
“Migliaia
di volte!” rispose lei emulandolo.
Le
porte con il matel-detector si aprirono ed una ragazza entrò in quella banca
dove un tempo vi era stata anche Kendall Casablancas.
Si
guardò intorno e cercò di leggere le targhette dei dipendenti, si avvicinò ad
un bancone, quello per i versamenti di assegni.
“Buongiorno
signorina!” venne salutata cordialmente e con un sorriso.
“Buongiorno…”
si sporse un po’ per leggere la targhetta “…impiegato Heric Allen!”
Sorrise
nuovamente “Deve versare sul suo conto un assegno?”
Veronica
annuì e glielo porse “Una bella sommetta.”
“Eh
sì… Sa, ho saputo che una donna ha versato la stessa somma di denaro in
questa banca ed è stata uccisa, cioè uccisa non lo so… però è morta!”
parlò a raffica.
L’uomo
rise “Sì… l’ho sentito anche io!”
“E
le fa ridere?” domandò lei un po’ perplessa.
“Mi
ha fatto ridere lei per come lo ha raccontato!” rispose prontamente.
“Ah…
e mi dica… lei sa qualcosa in più su questa morte?” chiese Veronica.
“Mh…
no! Ma ormai… è passato del tempo!”
“A
me piace un casino sentire casi del genere! Mi sembra di essere dentro un film
giallo! A lei non le piacciono queste storie?”
“Non
troppo, soprattutto perché sono stato io l’ultimo a parlare con quella
graziosa signora!” digitò diversi numeri sulla sua tastiera, Veronica lo
guardava intensamente nel viso per vedere se ci fosse un qualche nervosismo da
parte sua mentre parlava di quella donna morta. “… Mi scusi ma… non
accetta l’assegno! E’ scoperto!”
“Cosa?”
“E’
scoperto!”
“Ah…
grazie!” riprese l’assegno un po’ incredula.
“Arrivederci!”
“Sì…
Arrivederci!” Veronica girò i tacchi e se ne andò, poco più in là c’era
Logan che l’aspettava.
“Ehy
V. come è andata?” le domandò andandole incontro.
“Bene…
non ho scoperto nulla, però ho scoperto che nel tuo conto hai meno di
ventiquattromila dollari!” rispose lei guardandolo negli occhi.
“Ci
deve essere un errore.” Prese l’assegno in mano e lo guardò, cercò di
trovare un qualche errore, due seri in più ad esempio. “Vieni… ti faccio
vedere che non ho meno di quei fottuti soldi scritti in quel foglio!” la
trascinò per un braccio, delicatamente, fino al bancomat di quella stessa
banca. Fece un estratto conto e porse la ricevuta alla sua donna. “Vedi? Ne ho
un po’ di più di ventiquattromila!”
“Fai
schifo!” esclamò Veronica senza rendersene conto leggendo quello scontrino.
“Cosa?”
“Hai
un sacco di soldi!” sorrise “Ti prego Logan… legami a te e sposami!”
scherzò lei cingendogli le spalle con le sue braccia.
“So
che stai scherzando e quindi non ti rispondo, però non lo ripetere più volte
se no ti rapisco, ti porto a Las Vegas e ti sposo veramente, anche contro il tuo
volere!” spiegò lui sorridendo beffardamente avvicinando le sue labbra con
quelle di lei.
“Salve,
siamo qui per incontrare il notaio.”
“Lei
è?” domandò la segretaria senza distogliere lo sguardo dal terminare che si
trovava davanti ad essa.
“Logan
Echolls.” Rispose il ragazzo
“E’
qui per il caso di affidamenti di minore?”
“Sì.”
La
donne prese in mano la cornetta del telefono e sulla base digito un numero.
“Salve Dottor Christian Ayed. In sala d’aspetto c’è il signor Logan
Echolls per il caso di affidamento di minore, lo faccio entrare?”
Passati
alcuni secondi la segretaria chiuse la comunicazione con il notaio. “Potete
entrare.”
Logan
e Veronica bussarono alla porta di noce ed una voce diede loro il permesso di
poterlo ricevere.
“Buongiorno
dottor. Ayed.”
“Accomodatevi
prego.” I due si sedettero.
Pochi
minuti dopo affianco a loro vi sedeva anche il signor Banks. Un uomo sulla
sessantina, assomigliava molto a sua figlia.
“Buongiorno.”
“Bene,
ora siamo tutti. Potete cominciare. Io prenderò atto di ciò che dite; dopo di
che registreremo gli atti e l’affidamento sarà deciso.” Pronunciò
sbattendo sulla sua scrivania un blocco di foglio. “Signor Echolls lei
vorrebbe avere l’affidamento di Brian Echolls? Figlio di Kendall Banks e Aaron
Echolls?”
“Sì!
Mi sono affezionato a quel bambino. Passiamo molto tempo assieme e anche lui
ormai si è ambientato ed affezionato a me e alla mia ragazza.” Rispose lui
sinceramente.
“E
lei signor Banks vorrebbe avere l’affidamento del ragazzino oppure accetta di
dare l’affidamento al signor Echolls?”
L’uomo
attese un attimo prima di rispondere “All’inizio, quando mi hanno chiamato
per dirmi di quel bambino e della morte di mia figlia ho pensato subito di
lasciare l’affidamento a lui, ma pensandoci poi ho cambiato idea. Vorrei
l’affidamento del bambino!”
Il
notaio scrisse le due dichiarazioni dopo di ciò si rivolse a Logan “La sua
ragazza è quella signorina?”
Il
ragazzo annuì. “Lei stava con Lilly Kane, uccisa, si disse, da suo padre.”
“Sì…”
Ogni volta, fino alla fine dei suoi giorni, l’omicidio compiuto dal padre
l’avrebbe perseguitato. Non poteva fare niente; tutti sapevano di lui, tutti
conoscevano il suo passato. Logan non ne parlava mai, ma chissà se ne soffriva
ancora.
Il
notaio volse lo sguardo verso l’altro uomo nell’ufficio “Sua figlia è
scappata di casa?”
Banks
guardò a terra “Sì.”
“Se
devo essere sincero io non darei a nessuno di voi due l’affidamento di
Brian.” Si fermò per un paio di secondi “Però… Brian ha vissuto, in
questo periodo, con il signor Echolls e la signorina…?”
“Mars.”
Gli rispose la ragazza.
“…e
la signorina Mars per questo sarebbe più consono affidare il bambino a lui. Ad
ogni modo per ora non mi voglio mettermi in mezzo.”
“Brian
è l’unico ricordo di mia figlia, che ho perso tanto tempo fa. Sarei un buon
padre e nonno per lui.” Spiegò il signor Banks.
Logan
guardò di sottocchio Veronica “Se fosse per me io farei decidere Brian…”
disse il ragazzo “Io ci tengo davvero a lui. Lo crescerei come se fosse mio
figlio cosa che già sto facendo, ed ho anche un buon patrimonio; quindi
crescerebbe anche con tutti i comfort che devono avere i bambini. La prego
signor Banks.” Lo guardò negli occhi, aveva uno sguardo carico di speranza,
quel bambino era entrato nella sua vita portando una ragione di vita. Lui gli
faceva dimenticare ogni perplessità, ogni dolore. Gli faceva dimenticare del
padre, di Lilly, di tutto quello che aveva passato.
“Lei
cosa farebbe se fosse in me notaio?” domandò
Christian
Ayed lo guardò negli occhi “Non prendo decisioni al suo posto. Deve decidere
da solo.”
“Ha
ragione… devo decidere da solo.”
Nell’ufficio
regnò il silenzio per alcuni minuti, nessuno aveva il coraggio di parlare.
Nemmeno Logan. Veronica gli strinse la mano ed appoggiò la sua testa nella sua
spalla sinistra.
“Ok…
ho deciso!” I ragazzi concentrarono tutta la loro attenzione su quell’uomo
che stava per parlare.
“Parli
pure…” disse il notaio prendendo in mano la sua penna.
Fine
diciannovesimo capitolo
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