-Allora?
Hai studiato?- la professoressa osservò con fare seccato la
ragazza che si nascondeva dietro alla cascata di capelli corvini,
chiedendosi quanto tempo dovesse perdere per ottenere una risposta
più che ovvia.
-Lo
prenderò come un no... torna pure a posto- Alex
sospirò
trascinando la sedia al posto ed appoggiando la testa al banco con fare
seccato.
-Un
altro tre! Verrà bocciata quest'anno, ne sono sicura!- la
ragazza alzò la testa dal banco solo per piantare lo sguardo
in quello di chiunque avesse parlato.
-Alex!
Continui a parlare?- lei sbuffò appoggiando la testa al
banco
ed attese la fine della giornata in silenzio, assorta dalla musica che
si rincorreva nella sua mente in continuazione.
-Alex!
Li stai scrivendo si o no i compiti?- sobbalzò sorpresa per
poi fingere il singhiozzo per non farsi beccare, il solito trucco che
usava dalle elementari.
-Certo...-
la professoressa fece per avvicinarsi a controllare ma fu
più veloce, chiudendo di scatto il diario e l'astuccio
sull'esatto suono della campanella.
-A domani!- Alex annuì scattando
verso la porta mentre finiva di fare la cartella.
-Alex!
Non si corre per i corridoi! Ti si solleva tutta la gonna!- le urla del
preside furono caldamente ignorate dalla ragazza che si
limitò a
tenersi la gonna con una mano mentre sfrecciava attraverso i corridoi.
Appena
fuori si fermò di colpo davanti a sua sorella minore che la
osservava in silenzio, sul viso la stessa espressione scettica che le
riservavano i suoi genitori ad ogni cambio di colore di capelli, la
stessa espressione che le veniva riservata da tredici anni ogni volta
che chiedeva di poter seguire il suo sogno. Era sempre stata una
bambina dalle idee chiare, fin da quando aveva cinque anni aveva smesso
di sognare di essere una principessa o qualcosa di simile e si era
innamorata della musica. A quattro anni era stata quasi obbligata a
fare il corso di pianoforte e danza con sua sorella maggiore e ora era
l'incubo dei suoi genitori con il suo modo di fare così
diverso
da come la volevano loro.
-Hai
di nuovo corso per i corridoi, vero? Lo dirò alla mamma!-
Alex
sbuffò seccata e resse gli occhi color del ghiaccio di sua
sorella che cercavano di perforarle l'anima.
-Carino
da parte tua Annie... vai a casa da sola, io ho da fare...- Annie
arricciò le labbra con aria seccata per sfoderare il suo
miglior
sguardo assassino.
-Ma... hai promesso di accompagnarmi!- la
sorella maggiore fece spallucce e fece per voltarsi ma una mano le
afferrò il polso.
-Che
manine tozze che hai Annie! Lasciami, ho da fare ti ho detto!- Annie
lasciò andare il polso della sorella come se fosse di lava e
le
lanciò un ultimo sguardo prima di voltarsi.
-Le
mie mani sono fatte per studiare e più avanti per operare,
le
tue al massimo per suonare!- Alex si mise le cuffie senza nemmeno
degnare la sorella di una risposta.
Annie
rimase allibita a fissare la sorella che se ne andava come se non le
avesse appena parlato. Era così odiosa quando faceva
così, quasi più odiosa di quando non si decideva
ad
esprimere nemmeno un'emozione mentre i suoi genitori le strillava
contro, quasi più odiosa di quando non le diceva nemmeno
brava
par i suoi voti. Alex era odiosa, ecco la definizione appropriata per
sua sorella. Odiosa nel suo essere una delle più alte della
famiglia con il suo metro e settantatré, odiosa nell'avere
il
fisico più atletico, formato da quattordici anni di danza,
odiosa nell'avere gli occhi più azzurri della famiglia,
completamente diversi sa quelli tendenti al verde del resto della
famiglia e soprattutto era odiosa nell'essere la continua causa di
litigi che portavano suo padre a stare il più lontano
possibile
da casa. Anche Alex sapeva benissimo di essere odiosa e se ne fregava,
divertendosi a far innervosire chiunque le fosse accanto con il suo
fare scostante e quasi sempre privo di emozioni. La ragazza
alzò lo
sguardo dal suo ipod giusto in tempo per non scontrarsi contro un
gruppo di ragazzine che stavano ammirando un cartellone.
-Ehi! Mi hai quasi travolta!- Alex
osservò la ragazzina dai boccoli castani per qualche istante.
-Hai
detto bene: quasi!- la ragazzina fece per rispondere ma l'altra fu
abilmente placcata da una cascata di capelli, rossi come una ciliegia.
-Aya,
cosa ci fai qui, pensavo fossi già alla sala prove!- la
ragazza sorrise e si sporse dall'alto del suo metro e cinquanta per
raggiungere la guancia di Alex e darle un bacio.
-Ti volevo fare una sorpresa e... bella
divisa, non hai freddo?- Alex sospirò stringendosi appena
nella giacca.
-Giusto
un pochino... hai pranzato? Finirai per dimagrire ancora...
già
sei minuta di tuo!- Aya sospirò mettendosi in punta di piedi
e
gonfiando il petto per apparire più grossa.
-Io
non sono per niente minuta! E poi con questi capelli la gente mi vede e
non mi travolge! Oltretutto vorrei sottolineare che sei tu quella
troppo alta- Alex evitò di sottolineare che anche lei era
decisamente troppo bassa, persino per la Corea fatta di donnine tutto
sommato minute.
-Come
vuoi, adesso andiamo, sono ben due giorni che non vado in sala
prove...- l'amica sorrise divertita saltellandole al fianco ed
inondando
l'aria di euforia mentre l'altra la osservava con aria scettica.
-Cosa mi sono persa? Sembri un elfo!- Aya
sorrise mettendole in mano un pacchettino pieno di fiocchetti e
fronzoli vari.
-Vivi
in Corea da un anno! Ho questo regalo da quando avevo cinque
anni quindi non ti sorprendere se è un po' infantile... solo
che
è la prima volta da anni che rimani per così
tanto
tempo!- Alex sorrise aprendo il pacchettino e trovandoci dentro uno di
quei giochini che andavano tanto di moda quando erano piccole.
-Grazie! A cinque anni non aspettavo altro!
Magari adesso lo tengo in un cassetto, eh!- l'amica sorrise
saltellandole al fianco, ancora euforica.
-Lo
sai vero che oggi dobbiamo lavorare?- sboom! Alex sbatté un
paio
di volte le ciglia per poi voltarsi con aria sorpresa verso la rossa.
-Ecco
perché non sei in sala prove! Abbiamo il turno!- Aya
annuì sorridente ed aprì la porta del bar in cui
lavoravano.
-Oggi
truccatevi, c'è un intervista con non si sa chi e il capo
vuole
che tutte siano tirate a lucido!- Alex sospirò andando negli
spogliatoi e mettendo giù lo zaino.
-Un'altra intervista? Con chi è
oggi?- la rossa sospirò mordicchiandosi un labbro.
-Uhm...
se ti dico che ho visto tua sorella entrare con un gruppo di amiche?-
il mascara cadde dalle mani di Alex per la sorpresa.
-Oh, no! Oh, no!- l'altra
ghignò infilando la canottiera bianca nei corti pantaloncini
a vita alta della divisa da lavoro.
-E
invece sì... proprio loro. Hai più mascara
sull'occhio
destro!- la mora sbuffò finendo di truccarsi gli occhi e
passandosi
il rossetto rosso fuoco sulle labbra.
-Cambiati,
se sono già tutte pronte vuol dire che arriveranno tra
pochissimo... hai visto la mia ballerina destra?- Alex
osservò
Aya vagare per lo spogliatoio come un nano da giardino impazzito.
-Hai controllato sotto il divanetto?- la
ragazza controllò alla svelta sotto il divano e dopo prese a
saltellare esultante, alzando la scarpa come se fosse un trofeo.
-Perfetto, io ho finito... ma scusa, non
sarebbe il caso di mettere la canottiera dentro i pantaloncini?-
Alex si guardò per qualche istante,
indecisa su cosa fare
-Uhm...
forse hai ragione... ecco, adesso usciamo- Aya sgambettò
attraverso il locale per poi andare al suo posto dietro il bancone
mentre la mora si preparava a servire i tavoli e si avvicinava al
tavolo
di sua sorella con aria minacciosa.
-Tu,
piccola lattante, se sento- -OH MIO DIO SONO LORO!- il discorso di Alex
si rivelò inutile, ormai loro erano entrati e il pandemonio
si
stava scatenando.
**rileggendo
ho notato che il capitolo non era proprio scritto benissimo... ho
cercato di salvare il salvabile**