La corte dei miracoli

di Arena
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La corte dei miracoli

 

Il sogno è l'infinita ombra del Vero.
Pascoli "Alexandros, da Poemi conviviali".

 
 
Frammenti di colore e inafferrabili riflessi riempivano la sala dorata, le maschere ballavano vorticosamente in tondo e si ubriacavano con calici riempiti di vino rosso e denso come il sangue.
Fuori era una gelida sera di Ottobre, * con la luna nascosta e le nuvole pesanti, percorsa dal solo gemito dei venti e da silenzi troppo che le conferivano un aspetto straordinario e sinistro.
Ma gli spiriti festeggiavano.
Quella era la loro notte.
Una figura maschile stava in piedi, un po' in disparte; indossava vesti leggere e cangianti come trame di sogni, belle e armoniose ma mai uguali a se stesse.
Davanti a lui ballava una donna le cui vesti rosse sembravano essere state fatte a pezzi e ricucite da un pazzo, sulla maschera crepata la s'apriva in un urlo silenzioso, accanto a lei ve ne erano altre due: una con la veste talmente lucida da poter riflettercisi sopra e la maschera di vetro che restituiva a ciascuno il proprio sguardo, l'ultima aveva un semplicissimo vestito bianco, simile a un saio, sulla maschera non vi erano né occhi, né naso, né bocca ma il suo passo era sicuro e fiducioso** e più in là poteva scorgere suo fratello l'Incombo nero, terribile e deforme; il Valore con le altere vesti blu e il fioretto a portata di mano e l'Odio, la Vendetta, la Ragione, il Disprezzo e la Pietà...
La mezzanotte si stava avvicinando, la festa era quasi al culmine, il ritmo della musica invisibile cresceva e si ampliava in note rapidissime e gli astanti diventavano semplici baluginii colorati.
Fu allora che s'accorse di un'altra presenza che non stava danzando, s'avvicinò a lei. Era una donna vestita completamente di un denso nero, sembrava allo stesso tempo forte e dolente, sul viso una fredda maschera bianca e uno scuro velo di lacrime facevano intravedere gli occhi antichi e terribili.
“Ballate con me, mia signora, ” chiese con un inchino profondo e cortese “questa notte è soprattutto vostra.”
Lei assentì con il capo ed egli la condusse al centro del salone.
E il Sogno e la Morte danzarono sino all'alba.
 
 
*Samhain: festività celtica da cui deriva il moderno Halloween, secondo la leggenda in questo giorno le barriere che separavano il mondo dei vivi e quello dei morti/spiriti si annullavano.
**rispettivamente la Follia, l'Illusione e la Fede

Note Autrice 
storia ispirata a questa notte buiae tempestosa (letteralmente), le recensioni sono bevenute (anche per dirmi che volete lanciarmi una zucca in testa). =)





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