Dolcetto o scherzetto?

di Rico da Fe
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Mezzanotte e un quarto.
Danimarca percorse il corridoio avvolto nell’oscurità.
I tacchi dei lucidi stivali neri risuonavano sulle pareti e sul soffitto, rilasciando una lunga scia di impronte sulle piastrelle.
Il lungo cappotto di pelle nero svolazzava ad ogni passo.
Si fermò davanti a una porta. Da dietro, mugolii terrorizzati si alternavano a concitati “shhht!” che intimavano il silenzio.
Un ghigno si allargò sul viso del danese.
Brandì l’ascia.
Un colpo ben assestato, e la porta andò letteralmente in frantumi.
Un urlo spaventato lo accolse mentre emergeva, simile a un fantasma rosso di sangue, dallo squarcio aperto dall’ascia.
“Danimarca… sei tu…” America, stretto a Canada, pareva sollevato.
“Coraggio, ragazzi… è tutto finito…” il danese si avvicinò ai due nordamericani, rannicchiati contro il muro davanti al termosifone, fino a sovrastarli.
Il canadese si lasciò sfuggire un sorriso riconoscente.
“Uff, grazie Danimarca, ci è mancato poco… ma dovevi proprio distruggere la porta?”
“Se avessi bussato, mi avreste aperto?” chiese Danimarca, continuando a guardarli dall’alto, un sorriso innocente stampato sul volto.
“Beh, certo che no…” rispose America aggiustandosi gli occhiali.
“Non con quello psicopatico lì fuori a piede libero…”
Psicopatico?
“Già… Russia è sempre stato così inquietante, ma stasera…” Canada rabbrividì.
“Beh, lo hai visto, no? Quando ha iniziato a massacrare tutti con quel suo tubo di rubinetto… esattamente un quarto d’ora fa, a mezzanotte.” Anche America rabbrividì.
“Poveretti… chissà che spavento!” disse Danimarca, comprensivo.
“A chi lo dici! Pensa che mentre spaccava la testa a Francia l’ho sentito chiedere: ’dolcetto o scherzetto?’! Oh, era davvero terrificante…” esclamò Canada, e tese la mano al danese affinché lo aiutasse.
Danimarca afferrò la mano del canadese, stringendola in una morsa d’acciaio.
“Accidenti che stretta! Sembra quasi quella di America!” commentò Canada, cercando di alzarsi in piedi.
“Ma… hai la mano bagnata…”
La torcia di America si accese, illuminando i due.
Canada inorridì.
La mano di Danimarca grondava sangue.
Guardarono stupefatti il danese.
La luce lo illuminava dal basso, rendendo grotteschi i bei lineamenti della nazione. Un ghigno sadico gli attraversava il volto, sul quale alcune goccioline di sangue rappreso spiccavano sul candore della pelle.
L’ascia brillò in mano al danese, anch’essa incrostata di sangue.
Gli occhi spiritati e arrossati completavano il quadro.
“D-Danimarca…” le due nazioni guardavano terrorizzate il gigantesco danese che torreggiava su di loro, simile a una visione demoniaca.
Danimarca brandì l’ascia per l’ennesima volta.
“Allora, ragazzi…: DOLCETTO… O SCHERZETTO?”
E vibrò il colpo, schizzando di sangue le piastrelle bianche del bagno.
 
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ANGOLO DELL’AUTORE:
Lo so, è una stupidata… l’ho scritta per Halloween, e dal momento che oggi mi sento particolarmente vicino a Denmark, ho pensato di dedicare a lui questa storiella…
Siate clementi nelle recensioni!
P.S. L’ascia di Danimarca è ancora assetata di sangue… perciò vi conviene recensire (e bene anche!)!!! Muahahahahahahah XD
 
 
 
 
 




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