Inked Up
Disclaimer:
Supernatural
è della CW e da questa storia non ci guadagno nulla.
Inked
Up
“I
am a canvas of my experiences,
my
story is etched in lines and shading,
and
you can read it on my arms,
my
legs, my shoulders, and my stomach.”
(Kat
von D)
Sam
spense la torcia elettrica che, fino a quel momento, aveva illuminato
l'abitacolo dell'Impala. Come al solito aveva detto a Dean che
sarebbe uscito per farsi un giro e andare a bere una birra da qualche
parte mentre il fratello dava sfogo ai suoi istinti, esaudendo il suo
solito ultimo desiderio, anche se in realtà sapevano benissimo entrambi che era una bugia bella e buona e che l'unica cosa che Sam era in grado di fare era cercare su testi occulti un modo per sciogliere il patto di Dean. Aveva sempre avuto un ottimo rapporto con i libri visto che in loro c'era sempre le risposte che cercava, ma ultimamente lo stavano deludendo molto. Per non lasciare nulla al caso, si era buttato anche sulla letteratura, nella fattispecie quella tedesca – era impressionante quanto quel popolo potesse nascondere, e nemmeno molto bene, un lato oscuro, macabro e occulto – ma neanche Mastro
Goethe era stato in grado di svelare l'arcano del Faust. Sam raggiunse la porta della loro vecchia nuova stanza del solito squallido motel che oramai era diventata una succursale di casa loro – l'Impala – e cercò di capire quanta gente ci fosse dentro e intenta a far cosa. Diversamente dal solito, invece che di suoni molesti – dei quali il meno molesto era il russare di Dean – sentì solamente il ronzio e le voci provenire dalla televisione. Entro silenziosamente nella stanza, ma quando vide Dean – vestito, per sua fortuna - seduto sul pulcioso divanetto davanti allo schermo che mangiava schifezze, si rilassò ed accese la luce.
“Buona
la birra?” gli domandò Dean senza nemmeno girarsi.
“Un
po' stantia” gli rispose l'altro con un sorriso amaro
pensando alle
pagine ingiallite dei libri.
“Dovresti
smetterla.”
“Sei
stato tu il primo a non farlo” gli fece notare Sam, visto che
entrambi sapevano perfettamente a cosa stavano alludendo.
“Ok,
d'accordo. Parliamo d'altro...”
Sam
si tolse la giacca e si buttò sul letto non sfatto,
affondando con
la testa nei cuscini mollicci. Di molti motel in cui erano stati,
questo non era certo tra i migliori... affatto.
“Hai
mai pensato di fare una lista di cose da fare prima di
morire?”
“Non
avevi detto che dovevamo parlare d'altro?”
“Non
in quel senso. Anche se non dovessi morire tra un anno, ci sono delle
cose che avrei sempre voluto fare o provare...”
“Del
tipo?”
“Te
l'ho chiesto io per primo. E non dirmi sposarmi e avere dei figli.
Parlo di cose più stupide!”
“Dean...”
“Che
c'è?”
“Cosa
vuoi fare?”
Dean
sorrise, sapendo che anche in questo caso sarebbe riuscito a
spuntarla sul fratello. In fin dei conti la sua idea non era poi
così
stupida.
“Stavo
pensando... con tutti quei demoni che sono usciti dalle porte
dell'Inferno... i rischi di possessione aumentano, no?”
“Abbiamo
gli amuleti di Bobby.”
“Ma
se non fossero abbastanza? Se li perdessimo?”
Sam
si voltò verso il fratello per ascoltarlo attentamente:
strano ma
vero, il discorso pareva anche vagamente sensato.
“Continua.”
“Potrebbe
esserci un modo per averli sempre addosso” disse Dean
allusivo
facendo capire al fratello dove volesse andare a parare.
“Non
starai ancora guardando quella schifezza di programma?!”
“Non
fare il puritano, Sammy! I tatuaggi sono fighissimi, sexy e le
ragazze impazziscono quando vedono che hai dell'inchiostro sulla
pelle!” rispose il maggiore allungandosi verso il diario del
padre
che aveva posato dall'altra parte del divano “Guarda il
disegno: è
semplice e perfetto. Un ottimo sigillo anti-possessione, facile da
realizzare ed efficace.”
Sam
si alzò per raggiungere il fratello e vedere di cosa stava
parlando.
Il disegno lo conosceva, l'aveva visto altre volte nel diario del
padre e su alcuni amuleti, ma mai gli era venuto in mente che
tatuarselo addosso potesse risolvere i loro problemi di
possessione... il che non era un male, visto che era già
successo.
“Se
partiamo adesso, tra due giorni possiamo essere a Miami!”
“Dean...
io non vado a farmi tatuare da quel branco di caproni!”
“Ma
sono i migliori artisti in circolazione!”
“Ci
sono ottimi di studi di tatuaggi in tutta l'America, possiamo andare
da un'altra parte.”
“...ok” mormorò Dean,
convito dall'obiezione del fratello, prima di tornare
a guardare Tim Hendricks che tatuava la maschera di un demone
giapponese su Chris Garver. [2]
Demon
Ink Tattoo.[3]
Già di per sé il nome dello studio sembrava fatto
apposta per
prendersi gioco di loro. Ad accoglierli fu un ragazzo dall'aria
scarmigliata ma sveglia e le braccia ricoperte di tatuaggi.
“Posso
aiutarvi?” domandò lui con voce allegra.
“Sì,
grazie. Vorremmo farci un tatuaggio” disse Sam tirando fuori
dalla
tasca dei pantaloni l'immagine del sigillo anti-possessione.
“Così
semplice o volete aggiungerci qualche dettaglio?”
“No!”
risposero Sam e Dean all'unisono ricevendo un'occhiata perplessa da
parte del ragazzo “E' una specie di simbolo di famiglia a cui
siamo
molto legati e vorremmo che tale rimanesse” spiegò
Dean mettendo
subito in chiaro che tra loro scorreva lo stesso sangue. L'ultima
cosa che voleva era che qualcuno li scambiasse per una coppia, dato
che il frangente era piuttosto equivocabile.
“Ok,
datemi un secondo...Mel! Hai da fare?” disse il ragazzo
andando in
fondo allo studio dove una ragazza era china a disegnare su un
ripiano.
“Non
troppo, al momento. Te l'avevo detto che aprire il giorno di chiusura
non è un grande affare” le sentirono rispondere.
“Ti
sbagli invece. Due tatuaggi, stella in un sole, ci stai?”
“Dove?”
Il
ragazzo si girò verso di loro chiedendogli dove volessero
tatuarsi
e, come avevano deciso la sera prima, gli risposero.
“Ci
stai?” fece lei a Mel.
“Un'occasione
per vedere quei due mezzi nudi non me la perdo!” rispose la
ragazza
alzandosi e raggiungendoli.
“Piacere,
io sono Mel, lui è Dave. Se ci date un quarto d'ora per
preparare il
disegno e lo stencil possiamo iniziare.”
I
due Winchester annuirono e si accomodarono su una panca di legno che
era stata messa nel salottino d'ingresso, mentre Mel e Dave, dopo
aver presero della carta da lucido e fotocopiato il sigillo,
iniziarono a riprodurlo. O meglio: Mel iniziò a lavorarci
su, Dave
si limitava a guardarla.
“Primo
tatuaggio?” gli domandò la ragazza afferrando una
gomma per
cancellare una linea venuta male.
“Primo
e probabilmente anche ultimo” fece Dean.
“Quando
inizi poi è difficile smettere”
ridacchiò Dave.
“Più
che altro non mi resta molto tempo per farne altri” rispose
nuovamente Dean con il suo sorriso da faccia da schiaffi che
imbarazzò molto i due tatuatori.
“Oh...
mi spiace” si scusò Dave allontanandosi e andando
a preparare la
postazione per lui e la sua collega, tirando fuori le macchinette,
gli aghi e le capsule per l'inchiostro.
Avvertendo
l'imbarazzo che si era creato, Sam prese in mano le redini della
conversazione e gli chiese come mai avessero scelto proprio quel
nome.
“Il
titolare è un esperto di tatuaggi giapponesi e la sua
specialità
sono proprio i demoni” rispose Mel, felice che la
conversazione si
fosse subito spostata su altri lidi.
“Chi
mai vorrebbe farsi tatuare un demone?!” domandò
Dean esterrefatto.
“E'
un modo per allontanare il male. Non è molto diverso dal
ciondolo
che porti al collo” gli fece notare la ragazza prima di
mostrargli
il disegno “Va bene così?”
I
due annuirono e Mel andò a preparare gli stencil. Quando i
due si
tolsero la maglia, la ragazza ebbe qualche problema a concentrarsi
mentre applicava il deodorante stick sul pettorale sinistro di Sam
che la guardava perplesso.
“Serve
a fare in modo che lo stencil rimanga sulla pelle”
spiegò lei
cercando di mantenere un contegno e indicandogli lo specchio in cui
guardarsi per vedere se la posizione andava bene.
“Perfetto”
rispose Sam e Dean fece altrettanto prima di sdraiarsi comodamente
sul lettino e lasciare che Dave gli ricoprisse il disegno di
vaselina.
“Faccio
una linea... dimmi se ti fa male” gli disse il ragazzo
azionando la
macchinetta dal rumore infernale.
“Fidati...
ho passato di peggio” le fece notare Dean.
“Non
stento a crederlo” gli rispose Dave facendo cenno alle
cicatrici
più o meno evidenti e più o meno nuove che
risaltavano sul viso,
sulle braccia e sul torace.
“Non
fate quella che si può definire una vita tranquilla,
eh?” disse
Mel mentre Sam si mordeva leggermente le labbra, infastidito dalla
velocità in cui gli aghi gli entravano nella pelle.
“No,
non proprio, ma fa parte del mestiere.”
“Di
cosa vi occupate?” domandò Dave.
“Affari
di famiglia” rispose Dean con la voce di uno che stava quasi
cercando di non respirare pur di non muoversi.
“E
sono così pericolosi questi affari?” non
riuscì a trattenersi dal
chiedere Mel che non si era lasciata sfuggire l'occasione per dare
un'occhiata più attenta al corpo di Sam.
“Abbastanza...”
rispose il ragazzo sorridendo alla tatuatrice, la quale non
riuscì a
nascondere un lieve rossore che le colorò le guance
“Siamo dei
ranger” ci tenne poi a specificare lui prima che Mel e Dave
pensassero troppo male.
“Questo
spiega tutto” rise Dave mentre ricaricava d'inchiostro l'ago.
Fu
una ventina di minuti dopo, quando tra Dean e Dave si era aperta
un'accesa discussione musicale, che le porte dello studio si aprirono
ed entrò un uomo asiatico sulla cinquantina, con i capelli
grigi e,
da quel che si vedeva, le braccia completamente tatuate che sembrava
indossasse una maglia a maniche lunghe.
“Ciao
ragazzi!” disse l'uomo salutando Mel e Dave prima di guardare
i
loro clienti.
“Ciao
Iasha! Loro Sam e Dean, ragazzi lui è il titolare”
fece le
presentazioni Dave,
“Piacere”
dissero i due fratelli all'unisono notando però quanto
l'uomo era
impallidito nell'udire i loro nomi.
“Su
cosa state lavorando?” chiese Iasha, senza però
avvicinarsi troppo
alle postazioni di lavoro.
“Un
pentacolo dentro un sole” rispose Mel facendo un cenno allo
stencil
che aveva lasciato sul tavolo all'ingresso.
L'uomo
prese in mano il foglio di carta e lo osservò con attenzione.
“Tzé.
Non è che un normale sigillo anti-possessione...”
borbottò sotto
lo sguardo severo di Sam e Dean.
“Come
lo sa?”
“Tatuo
figure di demoni da almeno vent'anni, questo fa sì che
conosca tutti
i simboli a loro legati” rispose lui burbero all'osservazione
di
Sam “Se mi scusate, devo andare... di là. Ci sono
dei disegni su
cui devo ancora finire di lavorare.”
“A
dopo Sha!” fecero in coro i due tatuatori mentre l'uomo
spariva al
di là di una porta che doveva portare nel retro del negozio.
Dopo
quaranta minuti, i due ragazzi furono liberi di andare, non prima che
Mel si fosse raccomandata con entrambi più e più
volte di
sciacquare il tatuaggio con acqua tiepida tra un paio e per i giorni
successivi non fare gli uomini duri e mettere ella crema idratante
sulla ferita, finché la crosta d'inchiostro scura non fosse
sparita.
“E'
stato un piacere” disse Dave stringendo la mano a entrambi.
“In
bocca al lupo” fu invece la risposta di Mel.
“Cani,
mi sa...”
“Eh?”
“Niente”
rispose di Dean “E' solo un modo di dire”
constatò lui, cercando
di non pensare ai cani infernali che sarebbero venuti a prenderlo da
lì a un anno.
“Allora,
sei soddisfatto?” domandò Sam al fratello che
stava già iniziando
a dare segni d'insofferenza nei confronti della nuova ferita.
“Sì,
anche se avrei preferito se mi avesse tatuato la tua, ma è
andata!”
fece Dean “Pranzo? Mi è venuta una fame a stare
lì!”
Sam
non riuscì a trattenere un sorriso: Dean era sempre il
solito. Gli
sarebbe mancato da morire, ma al momento era meglio non pensarci. Ora
capiva perché molte persone davano così tanta
importanza a certi
tatuaggi. Dean l'avrebbe sicuramente preso per i fondelli fino alla
morte per questo pensiero, ma in effetti quel tatuaggio, oltre a
proteggerli dalle possessioni demoniache, era anche un modo per
celebrare loro stessi, i loro affari
di famiglia
e – perché no? – il loro legame. Sam era
certo che anche Dean la
vedesse in questo modo, ma farglielo ammettere sarebbe stato
impossibile.
“Pranzo”
concordò il minore seguendo il fratello verso l'auto e
mettersi alla
ricerca del solito unto e bisunto fast-food che aveva il sapore di
casa.
“Non
sei stato molto carino a sparire così nel nulla”
fece Mel entrando
nello studio in cui stava disegnando Iasha.
“Non
mi sembrava il caso di disturbarvi” rispose lui,
concentrandosi
sull'ombreggiatura di un cadavere che componeva la figura di un cane
infernale.[4]
“Wow,
Sha!” fece la ragazza notando l'opera del suo maestro
“E'
fantastico. Un po' troppo macabro, ma è
meraviglioso!”
Iasha
sorrise forzatamente.
“So
che è presto, ma tu e Dave andate a casa. Non c'è
molto lavoro
oggi, posso cavarmela da solo...”
“Ma
abbiamo fatto solo due miseri tatuaggi... per quanto sia stato
indubbiamente piacevole” protestò la ragazza.
“Andate
pure. È meglio così.”
Mel
annuì e lasciò l'ufficio per andarsene inseme al
collega, entrambi
abbastanza entusiasti di aver guadagnato qualche ora di riposo
– e
magari anche divertimento – anticipato.
Non
appena fu certo che se ne fossero andati, Iasha chiuse la saracinesca
del negozio e si chiuse nel suo studio. Nonostante che domande che i
ragazzi che aveva assunto gli avevano posto, non aveva mai risposto
in merito alla natura degli oggetti che teneva sulla scrivania. Aveva
semplicemente giustificato la loro presenza in merito al fatto che si
era documentato ampiamente in materia e un oggetto occulto originale
poteva sempre essere un'ottima fonte d'ispirazione. L'uomo
disegnò
con del gesso un simbolo su un mobile rivestito di un pannello di
ardesia e vi mise sopra una ciotola già piena di erbe. Con
un
pugnale si ferì la mano, lasciando che del sangue colasse
sugli
ingredienti mentre intonava un cupo recitativo in latino. Accese un
fiammifero e, con le ultime parole Et
ad congregandum, Eos coram
me lo lasciò cadere nella ciotola mentre del fumo si
sollevava da
questa. Tempo qualche secondo e una figura comparve nello studio,
guardandosi intorno con un lieve senso di disgusto dipinto sul viso.
“Delizioso...
hai ristrutturato?” domandò una voce gelida.
Gli
occhi di Iasha s'incendiarono e divennero improvvisamente neri.
“I
Winchester sono stati qui.”
“E...?”
“Si
sono fatti tatuare un sigillo anti-possessione.”
“Non
glielo avrai fatto te, spero...”
“No.”
“Non
importa. Tra un anno Dean sarà solo un lontano ricordo e di
Sam mi
occuperò io.”
“Pensi
davvero di potercela fare?”
“Quando
Dean morirà, lui sarà debole e ti assicuro che
non ci saranno
problemi a fargli fare quello che vogliamo...”
“Lo
spero per te, Ruby.”
“Stai
attento, non sono io che ho lasciato che i miei cuccioli
c'impedissero l'ingresso libero nei due.”
“Non
potevo ucciderli” spiegò Iasha.
“Nessuno
ti ha chiesto di farlo.”
“Lilith-”
“Lei
non conta. È solo una pedina che cadrà nel
momento opportuno.”
“E
i Winchester?”
“Come
ti ho già detto: Dean sarà morto e sepolto,
ottenere un sì
da Sam sarà un gioco da ragazzi” rispose Ruby
prima di scomparire
nel nulla. Aveva un lavoro da fare ed era arrivato il momento di
trovarsi una tramite adeguata per riuscire ad avvicinarsi a Sam:
sigillo anti-possessione o meno non importava, Lucifero sarebbe
risorto ugualmente e quel punto nessun talismano e nessun tatuaggio
avrebbe fatto la differenza.
.Fine.
Note
dell'autrice:
[1]
La cosa è ampiamente risaputa e se non erro appare anche in
SPN,
comunque il Faust
della letteratura è famoso per il suo patto con il demonio.
[2]
Tim Hendricks e Chris Garver sono due tatuatori di Miami
Ink,
in onda su DMAX
[3]
Il Demon
Ink Tattoo
esiste davvero e si trova in Oregon [link]
[4]
Hellhounds della 3x16 [link]
Era
da secoli che volevo scrivere qualcosa sui Winchester che andavano a
farsi tatuare – passaggio di cui ho sentito molto la mancanza
nella
serie – e visto che la 8x02 ha tirato in ballo l'argomento
con
tanto di scene in uno studio di tatuaggi... beh, ho deciso che era il
momento. In più il tema mi
sta particolarmente a cuore :3
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