Amato oltre misura
Lo
so ... ho tanto da scrivere, ma mi è venuta l'ispirazione
improvvisa per questa "roba" quindi ... spero non ci siano troppi
errori di battitura, sto postando di fretta e furia prima di andare a
letto, infatti ancche il titolo non è un gran che, lo so.
La storia contiene piccoli spoiler su Moonsong (Zander è ancora uno spoiler?) e su Destiny Rising (tra i quali Klaus?)
Narrata POV Stefan.
Che ha amato oltre misura.
Non sappiamo cosa sia accaduto esattamente.
Non
ne sapevamo nulla, ad avvertirci è stato Matt, che è venuto a conoscenza della cosa solo molti mesi dopo.
Inizialmente
pensavamo ad uno scherzo di pessimo gusto, ma al telefono la voce di
Matt era davvero rotta da singhiozzi disperati tanto che Chloe aveva
dovuto prendere il telefono e dirci che sì, per quanto sembrasse
assurdo era tutto vero.
Avevo
subito chiamato mio fratello, non ci vedevamo da un centinaio di anni
ma ci sentivamo spesso, soprattutto da quando quattro secoli e mezzo
prima aveva completamente seppellito ogni suo sentimento per Elena, la
mia splendida moglie, che in quel momento era accanto a me,
rannicchiata, piangente.
-Stefan.-,
la sua voce era insolitamente fredda, priva di ogni inflessione. Non
era così l’ultima volta che lo avevo sentito… 5
mesi fa? Possibile fosse passato tanto?
-Damon, io … -, come potevo dirglielo?
-Stefan sento i singhiozzi di Elena da qui … Lo so già, ciao.-, stava per riattaccare.
-Aspetta!!
Come l’hai saputo? Perché non ce l’hai detto?- avevo
cercato di bloccarlo prima che chiudesse la comunicazione e ci ero
riuscita perché la linea era ancora aperta, anche se lui non
parlava.
-L’ho
sentito. Io … Come avete potuto non accorgervene! Siete i suoi
migliori amici!-, solo dolore e rabbia nella sua voce, prima di
riattaccare.
Quando arriviamo a
Fell’s Church tutto sembra infinitamente più freddo,
più estraneo, più lontano, più morto.
Dovrebbe esserci la
primavera intorno a noi? Impossibile. Non sentiamo gli uccellini
cantare, con vediamo il verde risplendere ai tenui raggi del sole. Sole
che non riscalda nulla. Nemmeno quella grigia lapide … Quella
lapide che sembra essere lì da anni, invece che da poco
più di tre mesi.
Bonnie McCullough
Questa
è l’unica scritta su quella pietra brulla che Elena
accarezza freneticamente come se fosse la chioma rossa della nostra
amica.
Nessuna data,
nessun pensiero … In fondo qui nessuno conosceva davvero Bonnie,
non erano qui i suoi amici, noi eravamo in giro per il mondo mentre lei
era rimasta qui ad aiutare e proteggere le persone della sua
città.
-Klaus
ormai è morto, cosa faremo adesso? -, aveva chiesto Matt mentre
stringeva ancora più a sé una super sorridente Chloe.
-Noi ci trasferiamo ad Harvard.-, aveva detto Alarick, con le dita intrecciate a quelle di Meredith.
-Io e Bonnie continueremo il college qui a Dalcrest.-,aveva spiegato Zander.
-Ragazzi
prima che ognuno prenda la sua strada voglio dirvi che …- ma
Elena mi aveva bloccato posando una mano sul mio braccio.
-Ragazzi
io ho preso l’acqua dei kitsune, per rimanere sempre col mio
Stefan … ma ce n’è ancora abbastanza per tutti voi,
se volete.-
-No,
grazie Elena, io non credo di voler vivere per sempre … Mi
godrò una normale vita mortale da cacciatrice col mio ragazzo.-,
aveva detto Meredith.
-Io
ho intenzione di rimanere sempre con Chloe, ma essendo esattamente come
lei … ho intenzione di diventare un vampiro.-, aveva svelato
Matt sorprendendo tutti.
-Bene
… ora che Mutt ha deciso di stupirci tutti credo sia ora di
parlare di qualcosa di veramente interessante: naturalmente quello che
farò io. Parto, sarò in giro e no, non ho bisogno
dell’acqua del paradiso dei Kitsune … Invece tu,
Uccellino?-
-Io … Non lo so, io e Zander non ne abbiamo ancora parlato … ci penseremo un po’ su.-
Pochi mesi dopo anche lei e Zander come Elena presero l’acqua diventando immortali.
Ormai più di cinquecento anni orsono.
Sento subito la presenza di Matt e Chloe accanto a noi.
Voglio, pretendo, una risposta, la risposta che pretenderebbe anche mio fratello se solo fosse qui.
-Dov’è Zander?-
Siamo tornati al Pensionato, dove Bonnie ha vissuto sin da quando la signora Flower glielo ha lasciato in eredità.
Matt ha appena finito di raccontare cosa è accaduto.
Zander ha lasciato Bonnie, dopo cinquecento anni, perché aveva trovato il suo “vero” amore.
Questo era quello che gli aveva detto il licantropo.
“E tu non
l’hai ucciso, o per lo meno torturato fino a che ti supplicasse
di dargli la morte?”, vorrei chiedergli questo, vorrei ma so
esattamente che non ne ho alcun diritto.
Tornando a casa
Matt aveva scoperto che due mesi dopo Bonnie era stata trovata morta,
nel suo letto, senza nessun apparente motivo.
Ma appena tornati a
Fell’s Church Chloe aveva trovato il diario di Bonnie: un potente
stregone l’aveva cercata e trovandola sola l’aveva
costretta con le minacce a riversare in lui tutta la sua magia. Questo
incantesimo però aveva anche legato la sua vita a quella della
nostra amica, che aveva quindi deciso di uccidersi con un potente
veleno per liberare il mondo di quell’essere crudele.
A quanto pareva era riuscita nel suo scopo: l’immortalità data dall’acqua veniva annullata col suicidio.
Bonnie ancora una volta, come nell’ultimo mezzo millennio, aveva salvato i suoi concittadini.
-Non avremmo dovuto
lasciarla sola con Zander… è colpa nostra Stefan.-, e io
non potevo che essere d’accordo con l’angelo biondo accanto
a me.
-Damon hai deciso di andartene, lascia Bonnie in pace.-
-Fratellino,
con tutto il rispetto, non mi farò comandare a bacchetta da te.
Non spetta a te decidere se io posso intromettermi o meno nella vita
del mio Uccellino!-, Damon aveva quasi urlato.
Erano
passati cinquant’anni da quando se n’era andato,
esattamente tre mesi dopo la morte di Klaus, l’alba dopo il mio
matrimonio, ed era finalmente tornato nelle nostre vite, ora che ci
trovavamo tutti a Fell’s Church, a festeggiare la nascita del
primo pronipote di Meredith.
-Guardala
Damon, lei è felice.-, era intervenuta Elena e mentre osservava
Bonnie lo avevo visto sorridere dolcemente, dopo tanto tempo.
-Lo
credi davvero? Credi che sia più felice senza di me? Senza
amarmi?-, aveva solo sussurrato l’ultima frase, ma entrambi
sapevamo che io l’avevo sentita.
-Damon il tempo in cui ti amava … è finito, da tanto. Ora ama Zander e lui ama lei, è davvero felice.-
-Elena
credi che lui la ami davvero? Perché non l’ha ancora
sposata allora? Credi che lui darebbe la sua vita per lei?- “Come
ho fatto io?”, mi chiese telepaticamente.
-Io
credo che lui la ami con tutto l’amore che possiede, e forse non
sarà quanto potresti amarla tu, ma è tutto quello che lui
può darle e a lei va bene.-, gli avevo risposto.
-Non ho mai detto di amarla.-
-Credi
ce ne sia davvero bisogno? Io ti conosco meglio di chiunque altro,
purtroppo meglio di te stesso, fratello, perché io sapevo
già quella sera nel mio bagno, quando le facesti bere il tuo
sangue che lei per te era importante, e poi ho visto come lo
è diventata tanto, sin troppo perché tu lo ammettessi
allora.-.
-Allora se davvero la amo così tanto devo solo lasciarla essere felice, no?-
-Esatto.- aveva annuito mia moglie.
-Forse
allora nemmeno io la amo abbastanza, perché è così
difficile.-, ma dopo allora l’aveva lasciata in pace, o almeno
non si era mai intromesso nella sua vita …
L’aveva
solo sorvegliata da lontano: Zander spesso mi chiamava quando sentiva
il suo odore troppo vicino alla sua ragazza, chiedendomi di farlo
allontanare, ma io non mi ero mai più intromesso. Come potevo
negare a mio fratello di vegliare saltuariamente sulla donna che amava?
Elena ha ragione, è tutta colpa nostra, tutta colpa mia.
Sono passati solo due giorni e un odore familiare, ma prima ancora un’aura familiare, irrompe in questo paesino.
Damon è
tornato, ma invece di venire al Pensionato sembra essersi fermato ad
alloggiare nella vecchia casa di Bonnie. Casa che dovrebbe essere
rimasta disabitata per secoli, ma che invece ritrovo perfettamente
pulita ed in ordine quando raggiungo lì mio fratello.
-Avresti dovuto bussare S.Stefano. Non si entra così nelle case altrui.-
-Potrei dirti lo stesso.-
-Questa è
casa mia … lo è da più di 400 anni ormai, da
quando me la vendette il padre dell’Uccellino.-, sul suo volto un
sorriso che è tutt’altro che il ritratto della
felicità. C’è solo rabbia, scherno e dolore.
È
placidamente seduto su una poltrona di pelle, le mani poggiate sui
braccioli sono però macchiate di rosso: sangue secco.
-Damon cosa hai fatto?-, lui segue il mio sguardo e sospira, osservandosi le mani.
-Non vuoi veramente saperlo, Stefan … davvero.-
-Damon, che hai fatto?-, gli dico con voce dura.
Lui mi guarda, mi osserva, probabilmente vede tutto il biasimo dipinto sul mio viso.
-Che vuoi sapere,
fratellino?-, urla,- Che sono diventato un debole? Bene, lo sono!
Quando mi hai chiamato è stata una conferma. Ho cercato quel
cane di Zander e l’ho trovato mentre si sbatteva una della sua
specie, e sai che ho fatto? L’ho colpito! Ripetutamente. Gli
avevo affidato la cosa più preziosa su questa terra e lui ha
lasciato che venisse distrutta! Allora sai che ho pensato? I nostri
antenati erano davvero intelligenti: occhio per occhio! E quando ho
provato a strappare il cuore e porre fine alla miserabile vita del suo
“vero amore”(sì, si è giustificato
così … ha trovato il vero amore) non ci sono riuscito
… Non ho potuto farlo, MALEDIZIONE! È stata lei a
bloccarmi! Lei non ha voluto che io lo facessi!-, poi si zittisce
mentre guarda ancora le sue mani sporche di sangue.
-Mi rimane solo
questo sangue Stefan … solo questo. E a lei rimane solo una
lapide qualunque con una frase fatta incisa sopra.-
-Damon … sulla sua lapide non è inciso nulla … tu non sei andato lì?-
-No, e non voglio.-
-Devi Damon …-
-E perché?
Lei non è là … Non è da nessuna parte, non
…-, mi guarda, gli occhi pieni di lacrime, mentre iio mi chiedo
se l’ho mai visto prima così,- Renderebbe solo tutto
più vero.-, dice e esce da quella casa.
Sono passati due anni dalla morte di Bonnie, Io ed Elena ormai viviamo al Pensionato.
Damon non ha più ucciso nessuno.
Il suo dolore,
ancora così bruciante ed insopportabile l’ha portato ad
empatizzare in qualche modo con coloro che amano le sue prede.
Continua a cibarsi di sangue umano ma non ha più ucciso nessuno.
Quando oggi sono
andato a portare dei fiori sulla lapide di Bonnie la custode del
cimitero mi ha fermato, ormai ha imparato a conoscere sia me che Elena,
siamo gli unici che sono qui tutti i giorni sulla strana lapide di
Bonnie
-Sai, oggi è
venuto un altro ragazzo a trovare la tua amica; e finalmente ho potuto
adempiere ad una promessa che le avevo fatto prima che morisse.-,
è la prima volta che mi parla di una cosa del genere e la guardo
stranito,-Mi aveva fatto giurare di non dirlo a nessuno prima di aver
adempito a questo compito: avrei dovuto consegnare una lettera ad un
bel ragazzo moro, vestito di nero e con gli occhi scuri. Oggi è
venuto e sono riuscita ad esaudire quel suo desiderio. Ma non
l’ho più visto uscire. Forse ero distratta.-
Aumento il passo e arrivo alla lapide di Bonnie.
Bonnie McCullough
Che ha amato oltre misura.
E’ apparsa questa frase sulla lapide.
Ai piedi della
pietra un foglio. Senza prenderlo noto un “Caro Damon, amore
mio,” e un “ti amo, ti ho sempre amato”. Ai miei
piedi della cenere che copre un anello di lapislazzuli, quello di mio
fratello.
Brucio il foglio, con un colpo incastono l’anello accanto al nome della mia amica e spargo le ceneri su quella lapide.
Come al solito trovate tutti i contatti per prendermi a pomodorate nel mio profilo!
Buonanotte,
Serena.
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