Nightmare
:<< Natasha. >>
La donna rispose con un gemito storcendo le labbra in una smorfia di dolore, tossì e sentì il sapore metallico del sangue in bocca. Portò le mani all’impugnatura del pugnale che aveva nel fianco e la strinse con entrambe le mani prima di estrarlo e lasciarlo cadere in terra.
Le gambe non la ressero e cadde in avanti, tossendo sangue, fra le braccia di Clint che la strinse a se.
Clint si inginocchiò e si sistemò Natasha fra le braccia, in modo da farla stare comoda.
:<< Nat. >> le asciugò una goccia di sangue dalle labbra :<< Cosa ti è venuto in mente? >>
:<< Sa-saresti m-morto. >>
:<< Ora stai morendo tu. >>
:<< Siamo spie, prima o poi sarebbe successo. Dovresti saperlo. >>
Le accarezzò dolcemente il volto e non poté fare a meno di pensare quanto fosse bella anche così, con quell’elegante abito viola macchiato di sangue e il volto pallido come la morte.
Avrebbe voluto dirle che l’amava, ma lei l’avrebbe allontanato in tutti i modi, lo sapeva: erano spie e non potevano concedersi il lusso di amare, per loro c’erano solo morte e pericoli, infatti ora lei gli stava morendo fra le braccia.
:<< Clint . . . forse questo non è il momento migliore per dirtelo . . . >> sorrise debolmente :<< ma non importa. Spero . . . spero che tu conosca un po’ di russo. >>
:<< Cos . . .? >>
:<< Ya. . . ya vas ljubljù. >> mormorò la donna prima di chiudere gli occhi.
:<< Natasha? >> Clint la scosse, ma lei rimase immobile.
La consapevolezza che fosse morta si fece largo nella mente di Clint che non poté fare altro se non stringere a se il corpo ancora tiepido e inerme della donna :<< Natasha . . . no, NO! >>
:<< Clint! Clint! >>
:<< Nat- Natasha? >> si guardò attorno spaesato: era nella sua stanza, nel suo letto, con Natasha al suo fianco.
Natasha? Si, era davvero lei ed era viva.
:<< Ehi, finalmente ti sei svegliato. Stavi urlando come un pazzo e continuavi a chiamarmi, hai avuto un altro incubo? >> gli chiese con una lieve nota di preoccupazione nella voce.
:<< S-si. Era orribile. >> mormorò passandosi stancamente una mano sul volto.
:<< Come stai? >> chiese avvicinandosi un po’ a lui.
:<< Bene, ora è passato. Dopotutto era solo uno stupido incubo, nulla di reale. >> rispose.
:<< Si, ma sembri sconvolto. >> replicò lei.
Non lo aveva mai visto in quelle condizioni se non dopo che . . .
:<< Centra Loki? >>
:<< Cosa? >> :<< Loki. C’era lui nel tuo incubo? >>
:<< No, non c’era. >> o forse si, non riusciva a ricordarselo. L’unica immagine che ricordava era Natasha che gli moriva fra le braccia :<< Scusa se ti ho svegliata, torna a dormire. >> aggiunse mettendosi seduto e poggiando la schiena contro la testiera del letto.
Natasha si sedette accanto a lui con un sospiro e gli cinse le spalle con le braccia attirandolo a se, lui poggiò la testa contro il suo seno cingendole la vita con le braccia.
:<< Promettimi che se qualcuno tenterà di pugnalarmi tu resterai a guardare e non tenterai di salvarmi la vita. >>
:<< Tenti il suicidio, Barton? >>
:<< Promettimelo Nat. >>
:<< Cosa hai sognato? >> chiese invece
:<< Venivi pugnalata allo stomaco al posto mio, mentre morivi fra le mie braccia mi dicevi una frase in russo. >>
La donna, anche se colta di sorpresa, riuscì a mantenere la sua solita calma :<< Che frase? >> domanda inutile, sapeva perfettamente di quale frase si trattasse: di quella che aveva pronunciato lei stessa cercando di calmare Clint.
:<< Ya . . .ya vas . . . >>
:<< Ljublju. Ya vas ljublju. >>
:<< Si. Come lo sai? >>
Lei gli sorrise, poi con una mano gli sollevò il volto delicatamente, guardandolo negli occhi, e si chinò su di lui :<< Significa che. . . . >> lo baciò dolcemente sulle labbra.
Clint la stinse maggiormente a se e il bacio divenne più passionale mentre lei affondava una mano fra i suoi capelli e gli accarezzava una guancia con l’altra mano.
:<< Ricordami di avere incubi più spesso. >> disse lui quando si separarono: se avere un incubo comportava un “ti amo”, anche se in russo, detto da Natasha, allora gli incubi erano i benvenuti.
|