My heart will go on
Notte. Notte fonda a bordo di una nave ormeggiata nelle acque
calde di una caletta. Acque tranquille... ma la vera tempesta è
dentro.
Elizabeth Swann sedeva nella cabina debolmente illuminata, le ginocchia
al petto, lo sguardo fisso nel vuoto, ripensando agli avvenimenti delle
ultime ore... ore? Sì. Pareva impossibile, ma tutto era successo
in poche ore: l'inabissamento della Perla e del suo capitano, l'arrivo
alla capanna di Tia Dalma, il ritorno di Barbossa, che aveva lasciato
tutti senza parole... la sacerdotessa voodoo che li conduceva su quella
nave, la sua, che chissà da dove saltava fuori, ma con la quale
avrebbero viaggiato fino ai confini del mondo.
In quelle ultime ore erano sorti troppi punti interrogativi: come aveva
fatto Barbossa a sfuggire alla morte? Che interessi aveva nell' andare
a recuperare Jack? Quanto ne sapeva Tia Dalma e che cosa c'entrava con
Davey Jones?
Troppe domande, decisamente troppe domande... mentre la sua unica
certezza ora vacillava. No, non il suo amore per Will. Aveva paura di
come lui la vedeva adesso... specialmente dopo la litigata che avevano
avuto poco prima.
William Turner stava sdraiato sul letto della sua cabina, fissando il
soffitto senza vederlo. Le uniche cose che vedeva erano le immagini di
quel giorno. Il bacio tra Jack ed Elizabeth lo aveva ferito, era
vero... ma più ancora gli aveva fatto male la litigata con la
sua fidanzata. Quanto avrebbe voluto poter tornare indietro nel tempo e
cancellarla.
Il sole morente, con i suoi ultimi
raggi regalava al cielo riflessi rossi, oro e arancio, che giocavano
anche con l'acqua dell'oceano.
Will ed Elizabeth erano gli unici rimasti sul ponte della nave, uno al
parapetto di babordo, l'altra a quello di tribordo. Il resto della
ciurma si era ritirato sotto coperta, come pure Tia Dalma e Barbossa.
Tutto era silenzio... quel silenzio che precede una tempesta.
Elizabeth fece un respiro profondo: erano soli, lei e Will... era
arrivato il momento di spiegargli perchè aveva baciato Jack.
Will non gliel'aveva detto, ma lei aveva capito benissimo che li aveva
visti. E che probabilmente si era fatto un'idea completamente
sbagliata. Perchè se lei aveva baciato Jack era stato solo per
salvare gli altri... soprattutto Will. Toccava a lei parlare, lo
sapeva... e prima si decideva a farlo, meglio era. Fece un altro
respiro profondo e si girò: Will era ancora fermo, con lo
sguardo fisso al mare. Elizabeth attraversò il ponte, fermandosi
poi accanto a lui: " Will" sussurrò. Il ragazzo non si mosse.
"Will" ripetè. Di nuovo niente. "Will, per favore, vuoi
ascoltarmi?". Finalmente il ragazzo si girò: "Che cosa
c'è, Elizabeth?". Questa frase le fece l'effetto di un blocco di
ghiaccio in piena pancia: doloroso e freddo. Ma non ebbe il potere di
fermarla: voleva chiarire le ragioni del suo gesto e l'avrebbe fatto.
"Lo so che mi hai vista mentre baciavo Jack. Ma non è come
pensi."
"Io non penso nulla" rispose Will, lo sguardo fisso di nuovo davanti a sè.
Elizabeth cominciava a spazientirsi: "Se è vero, guardami".
Will si voltò, ma non riuscì a sostenere lo sguardo della
ragazza: non era vero che non pensava nulla. La lama della paura lo
aveva colpito, fredda e impietosa... la paura che Elizabeth non lo
amasse più... ma non riusciva a dirglielo, così preferiva
nascondersi dietro quella maschera di freddo distaccamento.
"Ti facevo diverso, Will. Pensavo che tu fossi disposto quanto meno ad ascoltarmi"
Il ragazzo sollevò di scatto la testa: "Anche io ti facevo
diversa, Elizabeth. Pensavo che se tu avessi voluto chiuderla con me me
l'avresti detto." .
A quel punto Elizabeth perse davvero la pazienza: "Ah, è questo
quello che pensi? Pensi che io non ti ami più?" gridò,
con le lacrime agli occhi per la rabbia. "Bene, William Turner... sappi
che sei completamente fuori strada!!" .
Gli voltò le spalle e corse via.
Solo in quel momento Will capì l'idiozia che aveva fatto.
E adesso se ne stava lì, sdraiato a guardare il soffitto,
pensando a lei. Quanto era stato stupido! L'aveva capito solo quando
l'aveva vista piangere, aveva capito che l'amore di Elizabeth per lui
non era scomparso... anzi.
"Bravo Will. E ci volevano le sue lacrime per fartelo capire?"
pensò. Detestava vederla piangere, perchè significava che
qualcosa l'aveva fatta piangere... o qualcuno. Come in quel caso. E
sapere che quel qualcuno era lui lo faceva impazzire. Si alzò
dal letto. "Adesso basta... vado da lei", e si diresse verso la porta.
Elizabeth inghiottì le lacrime causate dal ricordo di quella
litigata. "Adesso basta. Vado da lui... questa volta mi deve
ascoltare." pensò. Si alzò e si girò verso
l'uscita.
In quel momento la porta si aprì e apparve Will. Elizabeth si bloccò, incapace di muovere un solo passo in avanti.
Restarono così, a guardarsi negli occhi per qualche istante. Poi
si gettarono l'una nelle braccia dell'altro, baciandosi con foga.
"Will... perdonami, io..."
"Ssst... non parlare... sono io che ti chiedo scusa".
Will l'abbracciò, e lei affondò il viso nell'incavo del
suo collo, lasciandosi finalmente andare ad un pianto liberatorio. Il
ragazzo le accarezzò i capelli: "Ti amo, Elizabeth..." le
sussurrò all'orecchio.
La ragazza sollevò il viso e lo guardò, senza dire nulla, lasciando che fossero i suoi occhi a parlare per lei.
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