Anno 11 dell’era
dell’Alta Genesi.
Una figura alta e vestita di nero camminava per i viali
del cimitero dei membri della Deava, morti da eroi durante lo scontro con gli
angeli delle tenebre. Le foglie secche scricchiolavano sotto i suoi piedi,
mentre il freddo vento invernale faceva cadere le poche foglie ingiallite
rimaste sugli alberi. L’uomo sentiva che il suo cuore era come quel luogo,
vuoto e desolato. Per 12000 anni aveva camminato su quella terra da solo, non
riuscendo mai davvero ad affezionarsi a qualcuno. L’uomo si fermò di fronte
alla statua posta al centro del cimitero, dedicata agli eroi Apollo e Sirius,
che pochi mesi prima avevano compiuto il sacrificio supremo per salvare il
pianeta dalla distruzione. Pensò che lui aveva solo stimato quei ragazzi, non si
era mai affezionato davvero a loro. Spostò i suoi capelli castani spinti dal
vento davanti al suo occhio segnato da una grande cicatrice e si diresse verso
un boschetto oltre al cimitero.
Una donna dai capelli biondo scuro che
per lungo tempo aveva lavorato alla Daeva come scienziata, vide scomparire
l’uomo che forse amava in un piccolo boschetto e lo seguì, cercando di non farsi
vedere. Si nascose dietro ad un albero quando vide l’uomo fermarsi in una
radura dove sorgevano tre tombe all’ombra delle rovine di una chiesa. Quando
lo vide chinarsi ed appoggiare tre fiori su ciascuna tomba e lesse per la prima
la tristezza nei suoi occhi, si allontanò senza disturbarlo.
Fudo rimase
fermo per un pò ad osservare le tombe vuote delle tre persone che aveva davvero
amato nella sua vita, poi decise di raggiungere Sophia all’ingresso, essendosi
accorto che lo aveva seguito fin dalla base.
Appena lo vide arrivare
Sophia si accorse subito che Fudo sapeva che era lì, dunque evitò i saluti e le
spiegazioni ed arrivò subito al sodo. “Un giorno” iniziò “Lei mi chiese se
avevo mai rivelato i miei sentimenti a qualcuno. Lei lo ha mai fatto, Comandante
Fudo?” Fudo non le rispose e si voltò ad osservare un uomo in camice bianco
che si dirigeva verso il boschetto con le tombe, ma passando da un’altro
lato. L’uomo non si accorse di loro, ma Sophia fu sorpresa quando riconobbe
il comandante Jerome con un mazzo di fiori in mano ed un volto molto
triste. “Le Vector Machine trovate nelle rovine di Alisia erano macchine
antiche” disse improvvisamente Fudo richiamando l’attenzione di Sophia “Lei sa
perchè, invece, quelle usate contro gli angeli delle tenebre erano così
tecnologiche?” “No” rispose lei sinceramente. “Lo immaginavo” disse Fudo
con uno sguardo compiaciuto lanciando un ultima occhiata al boschetto, poi
continuò “Ebbe tutto inizio.... col Progetto Proteus
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