Capitolo
52
Pov
Bella
Cinque
settimane.
Cinque
settimane in cui la mia vita era cambiata. Cambiata completamente.
«Bella,
credo che abbia sonno»
«Si
Jacob, lo so»
Guardai
il mio migliore amico tenere in braccio la ragione della mia
esistenza. Il mio miracolo. La mia bambina.
Guardarla
accoccolarsi tra le sue braccia forti e enormi mi dava un profondo
senso di sicurezza. Lui l'adorava. Letteralmente. Sarebbe stato
pronto a morire mille volte per lei, come me del resto e come suo
padre e tutti i Cullen.
Non
c'era bambina più al sicuro di lei. E pensare che mi ero
rassegnata a non avere figli. Ma si sa, la vita è
imprevedibile. E anche la morte, a volte arriva nei modi più
inaspettati, quelli che non avresti mai creduto possibile.
Ma
morire per qualcuno che ami è un bel modo per andarsene. *
I
ricordi di quelle ultime settimane si affollarono nella mia mente.
Aprii
gli occhi lentamente e mi persi in quelli ansiosi e stupendi di mio
marito.
«Bella,
amore...amore mio, come ti senti?»
Mi
accarezzava il viso con le sue mani delicate e gelide. Sorrisi.
«Edward..che
cosa è successo?»
Fece
un sospiro sollevato quando sentì la mia voce.
«Sei
svenuta amore»
Svenuta?Confusa
mi concentrai cercando di ricordare cosa stessi facendo , ricordavo
il matrimonio, il ricevimento, il ballo...e poi...Alice...la
nausea...il buio. Feci leva sugli avambracci e mi misi seduta, le
braccia di Edward furono subito sulla mia schiena, dandomi una mano.
Ero su un lettino, nello studio di Carlisle.
«Si,
ora ricordo...mi dispiace»
Increspò
la fronte, pensieroso.
«Ti
dispiace?»
«Si,
ho rovinato il nostro matrimonio...mi dispiace tanto Edward»
Abbassai
il capo mortificata, non ne facevo mai una giusta. Ero riuscita a
farlo preoccupare anche il giorno del nostro matrimonio.
Sentii
le sue dita sfiorare la mia guancia con dolcezza, per poi portarle
sotto il mio mento, sollevandomi il viso. Mi ritrovai a un palmo dal
suo , gli occhi gli brillavano. Il respiro mi si mozzò per un
attimo, come sempre di fronte alla sua bellezza.
«Oggi
è stato il giorno più bello della mia vita
Bella...nulla potrebbe rovinare questo giorno, nulla...ancora non
riesco a credere che tu abbia scelto me»
Sorrisi.
«La
cosa veramente incredibile è che TU abbia scelto ME. Sto
ancora aspettando che tu apra gli occhi e ti renda conto di che razza
di imbranata hai sposato»
Alzò
gli occhi al cielo.
«Sei
assurda Bella....splendidamente assurda»
Si
avvicinò piano alle mie labbra, sfiorandole con le sue, prima
lentamente poi con sempre maggior trasporto. Mi ritrovai a
circondargli il collo con le braccia attirandolo sempre più
verso di me, le sue mani corsero sui miei fianchi avvicinandomi a
lui. Mi ritrovai a stringere i suoi capelli, che torturavo
incessantemente. Scese sul mio collo sfiorandolo con la punta della
lingua. Una scossa di piacere mi percorse il corpo, facendo salire un
languore al basso ventre, che divenne quasi insostenibile. Mi sentii
improvvisamente...“affamata”Lo volevo, lo volevo. Dovevo
averlo. Spinta da un desiderio che non ero più in grado di
trattenere mi lanciai su di lui, che sorpreso ricadde all'indietro
sulla poltrona accanto a lettino. Mi ritrovai a cavalcioni sulle sue
gambe. Aveva la schiena addossata allo schienale ,il mio petto sopra
il suo,eravamo così vicini che i nostri nasi si sfioravano.
Sul
suo viso una maschera di sorpresa,in effetti non sapevo nemmeno io
cosa mi stese accadendo, non era da me, ma non mi importava.
«Bella..»
Mi
tuffai sulle sue labbra impedendogli di parlare. Lambivo, leccavo,
mordevo. Ero come impazzita.
«Bella
aspetta...»mi disse approfittando dell'unico momento in cui
avevo staccato le labbra dalle sue per respirare. Non lo lasciai
finire riprendendo da dove avevo lasciato. Il vestito da sposa era un
po' ingombrante, ma, secondo i miei piani, presto non sarebbe più
stato un problema.
O
almeno era quello che credevo, finchè non sentii qualcuno
schiarirsi la voce.
Mi
congelai sul posto, al punto che se non fosse stato per il rossore
spropositato delle mie guance il cuore che cercava di uscirmi dal
petto, sarei sembrata un vampiro anch'io.
Edward
mi guardava con l'aria di uno che stava per scoppiare a ridere da un
momento all'altro.
«Mi
dispiace amore, ho cercato di dirtelo»
Chiusi
gli occhi, troppo imbarazzata per guardare mio suocero che se ne
stava fermo sulla porta. Scattai all'indietro cercando di
ricompormi,aiutata da Edward, che continuava a sorridere
imperterrito.
«Smettila,
non è divertente!»bisbigliai.
A
quel punto scoppiò definitivamente in una risata liberatoria.
Sbuffai.
«Amore,
non fare così, infondo non stavamo facendo nulla di male. E
poi Carlisle è un uomo,un medico,sa che certe cose possono
sfuggire al controllo»
Ma
che diavolo stava dicendo?Adesso ero anche più imbarazzata di
prima.
Mi
portai entrambe le mani a coprirmi il viso.
«
Bella, Edward ha ragione, non preoccuparti, come ha detto lui non è
successo nulla, non hai motivo di sentirti imbarazzata. Per una
coppia appena sposata è normale lasciarsi andare certe volte,
è stata colpa mia, avrei dovuto bussare, ti chiedo scusa»
Annui
sperando di mettere fine a questa conversazione.
«Gr-grazie
Carlisle. Davvero. Ma ora possiamo tutti cambiare argomento, per
favore? Vi prego.»
Edward
mi abbracciò e io nascosi la testa nel suo petto. Che
vergogna, che vergogna, che vergogna!
Immaginavo
già Emmett prendermi in giro a vita per questo. Accidenti!
Stupidi ormoni umani!Era tutto il giorno che mi giocavano brutti
scherzi!
«Comunque
sono felice di vedere che ti sei svegliata. Come ti senti?»
Alzai
il volto, ancora imporporato, guardando Carlisle negli occhi che
intanto si era avvicinato a noi.
«Bene
direi, la testa non gira più»
«Bene.
Ti dispiace se però ti visito comunque velocemente? Giusto per
stare più tranquilli»
«Ma
io mi sento bene, davvero. Non devi disturbarti.
Edward
sospirò e io mi voltai a guardarlo. Mi sorrise rassicurante. E
mi passò una mano intorno alla vita.
«Ti
prego amore, lascia che Carlisle ti visiti, mi sentirei più
tranquillo. Mi hai fatto spaventare non poco alla festa»
Abbassai
il capo mortificata per poi rialzarlo, regalandogli un sorriso
tirato. Sapevo che avevo rovinato il matrimonio.
«Certo,
come vuoi»
«Grazie»mi
disse raggiante. Avrei fatto qualsiasi cosa pur di vederlo sorridere
in quel modo, anche sottopormi a una tortura cinese.
Mi
prese per la vita aiutandomi a tornare sul lettino.
Carlisle
si avvicinò , afferrando lo stetoscopio sul tavolino accanto
«Perdonami
Bella ma, ho bisogno che tu ti slaccia il vestito per riuscire ad
auscultare meglio i polmoni.»
Arrossii.
Ovvio,non poteva certo appoggiare lo stetoscopio sul tutto quel
tessuto, il suono sarebbe arrivato distorto. Anche se dubito che per
un orecchio super sensibile come quello di un vampiro avrebbe fatto
differenza, ma si sapeva, Carlisle era sempre molto scrupoloso con il
suo lavoro, non gli piaceva mai lasciare nulla al caso.
Edward
si accorse del mio imbarazzo e si avvicinò subito.
«
Aspetta amore, ti aiuto io»
Allungo
le mani come ad abbracciarmi,facendole passare intorno al mio busto,
ma in realtà lo sentii slacciare i piccoli bottoncini che
avevo sulla schiena.
Gli
sorrisi grata, lui ricambiò, senza mai staccare gli occhi dai
miei. Arrivato a tre quarti del percorso Carlisle lo fermò.
«Basta
così Edward, grazie»
Sobbalzai
quando sentii il piccolo cerchietto di metallo sulla pelle,
facendogli ritrarre la mano.
«Scusa»
dissi.
«Non
importa Bella, scusami tu, avrei dovuto scaldarlo con qualcosa»
Riprese
da dove aveva lasciato. Edward rimase davanti a me, prendendo a
carezzarmi le braccia lasciate scoperte. Il mio cuore prese a battere
furiosamente. Era incredibile l'effetto che mi faceva semplicemente
sfiorandomi.
Carlisle
si schiarì la voce ed Edward si fermò, lanciando un
occhiata di scuse a suo padre.
«Bene
qui mi sembra tutto a posto Bella, puoi rivestirti.»
Continuò
misurandomi la temperatura, la pressione – che trovò un
po' alta ma sempre per via dell'effetto del tocco di Edward - la
gola, le orecchie, gli occhi..insomma tutto. Poi si ritirò
soddisfatto.
«Ho
finito, direi che è tutto a posto, sei sanissima Bella,
probabilmente lo svenimento è da attribuire a un semplice
stress di questa giornata, comunque aspettiamo gli esami del sangue
per aver la conferma.»
Improvvisamente
sentii freddo. Esami del sangue, questo voleva dire...
«Dovrai
farmi un prelievo?» dissi faticando a nascondere il terrore
nella voce.
Edward
sorrise ma sembrava nervoso.
«Veramente
lo ha già fatto amore, mentre eri svenuta...gli ho dato io il
permesso, ho pensato che era più semplice per te...so quanto
odi gli aghi..e così ho pensato...uff»sospirò,
riprendendo fiato. Lo guardai attonita. Non capivo perchè
volesse giustificarsi, mi aveva fatto un enorme favore in realtà.
Ovviamente lui confuse la mia espressione.
«..scusa
ho fatto male, avrei dovuto aspettare e chiedertelo, mi dispiace...ma
ero preoccupato e..»
Sorrisi
afferrandogli il viso e posando le mie labbra sulle sue, giusto per
farlo smettere di dire cose senza senso.
Mi
staccai quasi subito tenendo ancora il suo viso tra le mani, e
guardandolo negli occhi.
«Grazie
amore, hai fatto benissimo»
Si
rilassò sorridendomi. Anche Carlisle sorrise.
«Bene,
ho richiesto tutti gli esami possibili, ci vorrà un po'
quindi,i risultati arriveranno fra una settimana circa, dobbiamo solo
aspettare.»
Sorrisi
scendendo dal lettino.
«Forse
è meglio che torniamo di sotto. Gli invitati si staranno
chiedendo che fine abbiamo fatto!»
Vidi
Edward e Carlisle scambiarsi un occhiata tesa.
«Che
c'è? Che succede?»
Mio
suocero sospirò.
«Beh
vi lascio parlare da soli, se avete bisogno di me, sono di sotto»
Guardai
Carlisle andarsene e chiudere la porta alle sue spalle, mi voltai
verso mio marito in cerca di una spiegazione.
«Amore,
di sotto non c'è più nessuno, a parte Esme e miei
fratelli»
«Cosa?
Sono andati via? Perchè?» Non capivo , avevano
abbandonato il ricevimento per un piccolo svenimento?
«Beh
amore, sono passati più di due ore, quando abbiamo visto che
non ti svegliavi, abbiamo consigliato a tutti di andare a casa»
Due
ore?Ok, ora capivo perchè era così preoccupato e capivo
anche tutti quegli scrupoli nella visita e gli esami del sangue.
«Sono
rimasta privi di sensi per due ore?»
«Due
ore, ventuno minuti e sedici secondi»
Il
suo volto si incupì, mentre piano sussurrava quelle parole.
Dovevano essere stati momenti terribili per lui. Appoggiai una mano
sulla sua guancia per dargli conforto, odiavo vederlo soffrire.
«Mi
dispiace Edward, ma ora sto bene, davvero, non preoccuparti più,
va bene? È come ha detto Carlisle, credo di essere solo un po'
stanca, nulla di più»
Mi
sorrise anche lui annuendo col capo.
«Certo,
sta tranquilla, sto bene»
«Ti
amo Edward»
Sorrise
baciandomi le labbra.
«Ti
amo signora Cullen»
Mi
piaceva sentirmi chiamare così, mi piaceva davvero.
«Andiamo
di sotto va bene?Abbiamo un aereo da prendere»
Fece
una faccia strana.
«Che
c'è?»
«Amore
mi dispiace ma lo abbiamo perso»
«Oh.
E quando è il prossimo?»
Scosse
la testa.
«Non
prima di una settimana»
Strabuzzai
gli occhi.
«Una
settimana?»
«Si
tesoro, le compagnie sono in sciopero,Alice dice che non ci saranno
voli per una settimana»
Niente
luna di miele. Niente io e Edward. Niente momenti felici prima della
mia trasformazione.
Cercai
di sorridere per non mostrare la mia delusione.
«Non
importa amore, davvero, vorrà dire che mi trasformerai prima,
così sarò più pronta per l'arrivo dei volturi.»
Si
irrigidì.
«Ho
detto che di questo non devi preoccuparti, sistemeremo tutto»
Sbuffai.
«Edward,
è inutile rimandare lo sai.»
«Ti
prego Bella, possiamo evitare di parlare della tua morte? Almeno il
giorno del nostro matrimonio?»
Era
arrabbiato. Nonostante ne avessimo parlato più volte e ormai
si fosse convinto, l'argomento trasformazione era sempre motivo di
tensione per lui.
Ma
aveva ragione, non era il momento di parlarne, avevamo anticipato le
nozze per questo, per avere più tempo, mancavano ancora quasi
otto settimane all'arrivo dei Volturi,potevamo fare le cose con
calma.
«Hai
ragione scusa»
Sospirò.
«Lo
farò Bella, lo farò. Te l'ho promesso ed è
quello che voglio anch'io, lo sai, solo non avere fretta...»
«Certo»
Un
sorriso malizioso si dipinse sul suo viso.Si avvicinò
circondandomi la vita con le braccia, si abbassò fino a
sfiorarmi il lobo dell'orecchio. Una nuova scarica di piacere mi
percorse. Deglutii.
«E
poi credevo volessi un po' di tempo per ripetere...una certa
esperienza umana...»
Il
tono malizioso in cui lo disse, mi fece quasi cadere per terra, le
gambe mi erano diventate molli, il cuore mi stava uscendo dal petto.
Rise,
divertito dell'effetto che sapeva mi procuravano queste sue - non
tanto velate - allusioni. Questa volta però gli avrei dato pan
per focaccia.
Sorrisi
cercando di ripetere il suo modo malizioso, poi lentamente con un
dito percorsi il profilo della sua mascella, scesi sul collo e
proseguii giù, fino alla cintura dei pantaloni, dove presi a
giocherellare con le dita. Sbarrò gli occhi, deglutendo più
volte, e vidi chiaramente che aumentò la respirazione.
Perfetto.
Non
contenta spinsi leggermente in fuori il petto e feci un passo avanti
scontrandomi con il suo corpo. Come aveva fatto lui poco prima mi
avvicinai al suo orecchio bisbigliando.
«Ci
può scommettere signor Cullen»
Smise
completamente di respirare. Bene.
Soddisfatta
del mio lavoro mi voltai per andarmene. A un centimetro dalla porta
però, mi sentii improvvisamente mancare il terreno sotto i
piedi. Mi ritrovai per aria, stretta tra le bracia di Edward.
Avevo
il fiato corto per la sorpresa, aprii la bocca ma era troppo secca
per spiccicare una sola parola. Lui era a un centimetro da me che
famelico guardava le mie labbra. Le guardava come se fossero state
qualcosa di delizioso che non vedeva l'ora di assaggiare.
«Tu
avevo detto di non sfidare un vampiro» sussurrò.
Prima
che capissi di cosa stesse parlando mi ritrovai a volare. Eravamo
all'aperto e non avevo la minima idea di come ci fossimo arrivati .
Durò non più di un minuto e improvvisamente mi ritrovai
stesa su qualcosa di morbido...un letto.
Non
sapevo dove fossi, ma ero sicura al 99% di non essere più in
casa Cullen.
Edward
steso su di me, ancora nel suo smoking, mi guardava, questa volta con
devozione, aspettando che riprendessi fiato.
Gli
sorrisi e non ci fu bisogno di altro, lentamente scese sulle mie
labbra regalandomi l'amore di cui avevo bisogno.
Trascorremmo
così l'intera settimana tra baci, carezze, coccole e lenzuola.
Ben presto scoprii di trovarmi in casa “nostra”. Mia e di
Edward. Era un regalo di nozze, il nostro regalo di nozze da parte
della sua famiglia.
Quando
me lo disse scoppiai a piangere come una bambina, sembravo una
fontana, piangevo ininterrottamente, non sapevo come fermare quei
sentimenti.
Edward
era un po' preoccupato per il mio comportamento. Più di una
volta mi ero ritrovata addormentata in giro per la casa priva di
forze, a mangiare in orari stranissimi enormi quantità di
cibo. Alla fine ci convincemmo che era dovuto tutto alla troppa
attività di quei giorni. E comunque Edward era sempre ben
disposto a soddisfare i miei appetiti, di qualsiasi genere fossero,
dal momento che non era solo il cibo che mi ritrovavo a desiderare
negli orari e nei momenti più svariati.
Purtroppo,
come sempre quando si trattava della nostra felicità, non durò
molto.
Quella
mattina, quella mattina cambiò tutto.
Erano
passati dieci giorni da quando ci eravamo rinchiusi nel nostro
rifugio d'amore, quella mattina però saremmo dovuti ritornare
alla realtà. Carlisle ci aspettava, erano arrivati gli esami
del sangue e voleva aprirli davanti a noi. La giornata iniziò
nei peggiori dei modi.
Aprii
gli occhi, come ogni giorno, specchiandomi in quelli ambra di Edward.
«Ciao»
dissi ancora un po addormentata ma con sorriso che andava da un
orecchio all'altro.
«Ciao...ti
ho preparato la colazione»
Sorrisi.
Possibile fossi tanto fortunata?
«Grazie»
Mi
porse un vassoio con una spremuta, un croissant, una fetta di torta,
una tazza di caffè e una rosa bianca al centro. Sorrisi.
«Cosa
preferisci prima?»
Ci
pensai un attimo.
«Mmmm...credo
che inizierò con il caffè»
«Perfetto»
Mi
porse la tazza di fine porcellana con un enorme sorriso sul volto
L'afferrai portandomela alla bocca, ma quando me la ritrovai sotto il
naso l'odore, che di solito mi inebriava, mi sembrò
improvvisamente... improvvisamente... disgustoso.
Sentivo
lo sguardo di Edward addosso.
«Bella?»
Una
nausea incontrollabile salì dal mio stomaco. Conscia di quello
che stava per succedere, mi alzai di scatto, scostando le coperte,
rovesciando la tazza sul copriletto e facendo cadere il vassoio con
tutto il suo contenuto.
Mi
ritrovai china sul water con un braccio di Edward intorno alla mia
vita e uno a sorreggermi la testa.
Aspettò
che finissi, in silenzio, poi mi passò una salvietta per
pulirmi. Mi accascia tra le sue braccia esausta.
Lo
sentii chiamarmi piano. Anche senza guardarlo riconobbi subito una
nota di preoccupazione nella sua voce.
«Bella...che
succede?»
Lo
guardai triste e ormai anche preoccupata, perchè era ovvio
ormai che qualcosa non andava.
«Io
non lo so. Non lo so»gemetti.
Prima
che me ne accorgessi e senza un reale motivo mi ritrovai a piangere
sulla sua camicia, scatenando ancora di più la sua
preoccupazione. Non c'era motivo di piangere lo sapevo, eppure io non
riuscivo proprio a farne a meno.
Meno
di mezz'ora dopo eravamo nello studio di Carlisle. Edward gli
raccontò gli strani sintomi che avevo avuto durante la
settimana, degli sbalzi d'umore, fino all'episodio di quella mattina.
Fu
allora, mentre sentivo le parole di Edward, che un campanello di
allarme si accese nella mia mente.
«No...»sussurrai«è
impossibile»
Si
ammutolirono entrambi prendendo a fissarmi. Edward mi fu subito
accanto.
«Bella,
amore, che succede?»
Mi
alzai dal lettino, gli occhi fissi sulla busta che teneva Carlisle.
«Quella
non serve »sussurrai.
«Come?»fu
quasi un coro il loro.
Fissai
Edward negli occhi e mi portai una mano tremante sulla pancia.
Edward
seguì il mio movimento fissando la mia mano, alzò gli
occhi nei miei ancora confuso. Io continuai a guardarlo, in attesa.
Poi,
un lampo di consapevolezza passò nei suoi occhi. E capii.Capii
che quello che pensavo era realtà.
A
conferma di quel momento, la mia pancia si mosse facendomi quasi
piegare su me stessa.
Edward
rimase immobile,perso in un immobilità inumana.
«No»alitò.
Carlisle
si avvicinò a passo lento, sconvolto, gli occhi fissi sul
mio addome.
«Mio
dio»sussurrò.
Camminai
verso Edward, terrorizzata dall'espressione del suo volto.
«Edward»lo
chiamai. Nulla.
Allungai
una mano, sfiorando la sua.
«Edward»
Sobbalzò.
Un espressione terribile gli deturpò il volto.
I
suoi occhi si puntarono nei miei.Rabbia e paura.
«Andrà
tutto bene Bella, non avere paura, tireremo quella cosa fuori di li»
Gelai.
D'accordo,
lo so, questo doveva essere il penultimo capitolo, ma mi sono
dilungata un po' cosaì ce ne sarà ancora uno, prima
dell'epilogo.
Una
piccola anticipazione, so che a leggersi il finale sembra scontato,
ma c'è una cosa che dovete sapere di me...non amo gli happy
ending...
e
sopratutto come ho già detto non sarà un vero finale,
il seguito di questa storia è già in lavorazione...
Vi
lascio con i saluti e ringraziando tutte quelle persone dolcissime
che hanno recensito il cap precedente:
antonella64
pia901
elenri
sagatvmb99
_Kristal
_
Cangu300
Angy
Pattz
giova71
moulianrouge
e
ovviamente a tutte quelle persone che hanno dedicato una recensione a
questa storia fino ad oggi.
Grazie,
vi dedico questo capitolo, sperando che rimarrete fino alla fine!!
Vi
ADORO!!
Ciao
a tutti
A
presto
Chiara
*tratto
da Twilight
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