LA mia vera storia

di Sophie Corvinus
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Lucyan era un bambino bellissimo.
 

Come ho già detto, mi affezionai al quel pargoletto.
Capii che non era umano.
A posto di succhiare il latte dalla nutrice preferì morsicarla.
Victor trovò questo suo modo di nutrirsi una risorsa per lui.
Riuscii a rinviare il piano di Victor per ancora qualche anno. Volevo ancora vederlo innocente.
 
Il piano di Victor consisteva nel sfruttare la fame del bambino per trasformare i suoi schiavi. Invece creò una nuova razza di immortali: i nuovi lycan, sia umani, sia licantropi. A differenza degli altri questa nuova specie  poteva essere incatenata e schiavizzata per sorvegliare i loro signori nelle ore diurne. Questo pensava Victor.
 
Fin da quando iniziò a camminare insegnai a Lucyan a combattere.
Doveva pur imparare a difendersi.
Le insegnai anche a leggere, a scrivere, la matematica, il latino e storia. Storia sia degli umani sia dei vampiri. Continuavo a ripeterli: “Se un giorno vuoi essere qualcuno devi mostrarti intelligente, per capire le mosse degli avversari e per distruggerli.”
Raccontai a Sonja e a Lucyan la vera storia della nostra specie, per far capire che loro sono la nuova generazione, la generazione che deve cambiare il mondo.
 
Sapevo che questa situazione non poteva durare per sempre. Ma volevo vivere il mio sogno. Avevo una nuova famiglia, composta da Lucyan e da Sonja.
Si lo so che Sonja era la figlia di Victor però avevo promesso a sua madre di proteggerla dell’influenza del padre. Victor era troppo occupato a governare la casata.
 
E poi avevo capito dell’amore fra Sonja e Lucyan.
Anche se sapevo di infrangere molte regole, fin da piccoli li lasciavo da soli. Meno male che non erano quella razza di bambini idiota che vanno a dire in giro tutto quello che ascoltano perché a quest’ora io sarei sottoterra con Marcus e Lucyan rinchiuso nelle prigioni.
 
Un mese prima del decimo compleanno di Lucyan e Sonja, Victor mi chiamò.
“D’ora in poi Lucyan dovrà tenere un collare” mi disse Victor “e andrà a vivere nelle fucina del castello. Non voglio più vederlo nella nostra casa. Smettile anche con le lezioni di lettura, tanto gli schiavi non devono essere letterati!”
“Perché? Perché fai questo?” chiesi a Victor.
“Perché ormai è grande e serve per riprodurre la sua razza. E poi ricordati:lui non è tuo figlio; non è neanche uno di noi! Quindi d’ora in poi vivrà nella fucina e diventerà un fabbro! E con questo la discussione è chiusa!”
Giuro che Victor non l’ho mai capito. Alcuni giorni era gentile, altri triste, altri ancora era insopportabile. Ma quel giorno era diverso il suo sguardo; aveva un’aria di come se avesse vinto su tutti i fronti.
Venni a sapere, solo molti anni dopo, che il quel periodo Victor aveva finito la costruzione della prigione di William. Maledetto vigliacco! Poteva dirmelo senza bisogno di sentirsi superiore!
 
Fu cosi che mi venne tolta anche la possibilità di strare con Lucyan. Se volevo parlare con lui dovevo essere accompagnata dalle guardie perché Victor credeva che potessimo organizzare una ribellione. Si certo come no! Di certo non eravamo così sprovveduti nel complottare quando il suo potere era ancora cosi forte!
  





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