Colours of the Frozen World

di Sigyn
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Colours of the Frozen World

 

 

 


Bianco


 

 

In fondo alla via, lontana da tutte le altre del vicinato quasi come se ne avesse paura, la casa della signora Zimatova è fatta di neve. È un vecchio, grande edificio di pareti bianche e tende di pizzo bianco che fluttuano nella brezza nella cornice delle finestre spalancate e fiori bianchi troppo rigogliosi e troppo profumati nel piccolo giardino ben curato.

Yelena sa che è inverno, e che non ci dovrebbero essere fiori. Sa anche che la signora Zimatova non dovrebbe tenere le finestre aperte, perché l’aria fredda fa male alle persone anziane e la mamma deve sempre ricordarlo alla signora Sonia Aleksandrovna, che abita accanto a loro e dimentica le cose così spesso.

A volte è Ippolite a ricordare le cose a Sonia Aleksandrovna, quindi Lena decide che non ci può essere niente di male se va lei ad avvisare la signora Zimatova.

Eppure, fissa la porta della casa, senza muoversi: legno solido, vecchio, dipinto di bianco. Aperta, come in un tacito invito. Yelena prova a chiamare la signora Zimatova, e mentre pronuncia il suo nome la voce le trema. Le risponde solo il silenzio, vuoto e freddo, e lei pensa che forse anche la casa è così, e magari lo è anche la signora Zimatova stessa. Si guarda intorno, nervosamente

Non si deve entrare in casa di qualcun altro senza permesso. Papà la sgriderebbe.

Ma la signora Zimatova potrebbe aver bisogno d’aiuto – e, se Lena prova a non dire bugie come le dice sempre la mamma, lei è davvero curiosa. L’ha vista solo qualche volta per strada, la signora Zimatova, con il suo passo lento e sicuro, il suo sorriso lieve sempre sulle labbra, gli abiti sempre più leggeri di quanto dovrebbero essere.

Non le ha mai parlato – quasi nessuno in tutto il vicinato le ha mai parlato. E non ha mai nemmeno sentito il suo nome, nemmeno nelle chiacchiere interminabili del signor Lev Ivanovič che conosce tutti e ha sempre un sorriso gentile e una battuta pronti, nei bisbigli frettolosi e compiaciuti di certe signore del quartiere che secondo la mamma non dovrebbe ascoltare.

Non la conosce, e potrebbe non conoscerla mai. Ma ora la porta è aperta.

La voce calma e severa di suo padre continua a mormorare in un angolo della sua mente, ma Lena ha già preso la sua decisione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note finali:

A yanyan, per quanto l’ho fatta aspettare e perché questa cosa doveva essere una semplice e innocua one-shot ma poi si è ribellata, lo giuro.

Il titolo della raccolta è una specie di citazione a The Frozen World di Émilie Simon – essenzialmente, perché non riuscivo a trovare un titolo migliore.




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