Welcome home

di Ginny85
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Disclaimer: I personaggi di seguito rappresentati (Shinichi Kudo compreso... purtroppo!) non sono miei, ma appartengono a quel genio di Gosho Aoyama. Questa è un’opera scritta senza scopo di lucro.


Nda: Le parole sono esattamente 289. Non ho saputo fare di meglio, sorry. ^^ Buona lettura!



Welcome home
Di Ginny85



Beika, ore 19:00.

Il detective aumentò febbrilmente il passo, mettendosi a correre. Col respiro fresco del vento contro il viso, scoppiò a ridere. Finalmente avrebbe potuto guardarla con i suoi occhi da adulto, anziché gli occhi di un bambino di otto anni. Avrebbe potuto stringerla tra le sue braccia, anziché il contrario. Sfiorare la sua pelle, carezzare i suoi morbidi capelli... non più come il piccolo Conan Edogawa, bensì come il liceale Shinichi Kudo.
Si fermò di fronte all’edificio alzando gli occhi, affannato ma felice. Le luci dell’agenzia Mouri e quelle dell’appartamento sovrastante erano spente. Strano, riflettè, lei gli aveva assicurato sarebbe rimasta a casa quella sera. Per telefono gli era sembrata così impaziente di rivederlo... Il suo stomaco compì una capriola a quel pensiero.
Le scale e il pianerottolo adiacente erano silenziosi. Troppo silenziosi. Quando fu di fronte alla porta, si accorse che quest’ultima era stata misteriosamente lasciata aperta. L’euforia si annullò di colpo. Un senso di oppressione, ben più terribile, s’impossessò di lui. Mentre il suo cuore batteva veloce, varcò lentamente la soglia dell’appartamento deserto. Il detective percorse il buio corridoio come in trance, fino a fermarsi di fronte all’ultima stanza in fondo. La sua stanza. La porta era socchiusa. Entrò nella camera da letto.
“Ran?”
Inizialmente l’oscurità gli impedì di vedere. Poi, un raggio lunare squarciò la nera cortina mostrandogli la persona adagiata sul letto. I capelli castani le erano stati premurosamente raccolti intorno al viso angelico, che giaceva lievemente reclinato sul cuscino come quello di un burattino senza fili. La luna proseguì imperterrita il suo lavoro, illuminando la macchia scura che si allargava con sorprendente rapidità sulle candide lenzuola...

Il computer sopra la scrivania brillava, acceso. Sullo schermo, Shinichi Kudo lesse quattro agghiaccianti parole:
“Bentornato a casa, detective.”


Fine



NdA:
Okay, okay, prima che mi uccidiate per la stupidità assurda della flash-fiction... l’idea di base non è mia, ma appartiene a mio fratello (tutti fissati per Detective Conan, in famiglia ^^’’’), che con una semplice domanda un pomeriggio mi ha dato lo spunto per scrivere questa storia decisamente dark: “E se un bel giorno il nostro Shinichi tornasse adulto e scoprisse che l’Organizzazione è arrivata prima di lui?” E così è venuta fuori ‘sta roba. Non è escluso che in futuro pubblichi una fanfiction a più capitoli sul tema... E dire che il mio forte sono i lieto fine! ^^ Beh, io ho fatto la mia parte. Adesso tocca a voi.

Commentate per favore, e fate felice una fanwriter e il suo fratellino!

Alla prossima,
Ginny85.





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