A Game of Roses

di meiousetsuna
(/viewuser.php?uid=135053)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Documento senza titolo

Capitolo 7)  I’m Yours, and You’re Mine 

Genere: Sentimentale, erotico; Rating: Arancione  Avvertimenti: Lime

Paring: Shae/Tyrion

 

 

Gli hai giurato di volerlo non per i suoi soldi o il potere, come tutte le donne che ha avuto, che sono state molte.
Facevano finta di divertirsi in sua compagnia: conosci quelle come te che imparano ben presto a recitare l’unico personaggio concesso loro dalla società degli uomini e lo interpretano col sorriso sulle labbra.


O forse quella parte era vera: Tyrion è buffo, intelligente, le parole sono le sue armi affilate e sa come usarle per far ridere una ragazza. Comprendi perché realmente non gli sembrassero poi disgustate; di sicuro gli uomini normali che si servono di loro, l’alito che puzza di cipolle e vino scadente, sudati, bisognosi solo di sfogare la voglia che sentono al basso ventre sono clienti peggiori di lui.


Le donne gli piacciono in tutti i sensi, le paga bene e le tratta come signore. Una notte dopo aver fatto l’amore ti ha raccontato di come a tredici anni si fosse innamorato di una fanciulla, Thysha, per scoprire che era una prostituta lautamente pagata dal fratello per regalargli un’illusione e fatta sparire per sempre.


Non è facile intuire che lui e Jamie siano fratelli: a sentirlo descrivere, biondo con gli occhi celesti come l’acqua dei ruscelli, erede dei Lannister, si crederebbe di poterlo invidiare; invece  il suo corpo non è cresciuto, è uno scherzo della Natura maligna e sporca, in una famiglia di bifolchi l’avrebbero dato in pasto ai cani, in una così ricca hanno dovuto mostrare magnanimità.


Adesso anche una estesa cicatrice deturpa quel viso a modo suo piacevole e simpatico.
Hai insistito per guardare per prima ricordandoti bene le sue stesse parole: ‘meglio abituarsi al peggio così non potranno usarlo contro di te’.
Il taglio è profondo e irregolare non c’è alcuna speranza di farlo scomparire.


“Come sono?” L’ha chiesto con la solita ironia, anche se impastata di terribile paura, quella di essere ormai intollerabile ai tuoi occhi.
Non potresti  optare per una bugia pietosa anche se volessi, la commozione del tuo sguardo ti tradisce.


“Un disastro”.
“Io ti pago per mentire, potresti essere più gentile”.


É un lampo di delusione e orgoglio quello che attraversa il suo sguardo posandoti sul tuo. Ti ha trattata come quella che eri, prima di conoscerlo. Vorresti offenderti ma non ci riesci fino in fondo.
Non puoi biasimare lui per come ti ha incontrata. Ma stavolta è diverso, siete solo due persone, due anime che si sono ritrovate dopo una lunga ricerca.


La sua voce vacilla mentre cerca con le forze residue di non piangere di fronte a te, almeno in qualcosa vuole conservare la sua dignità.
“Adesso che non sono più la Mano del Re, che sono un povero ricco, partirai con me? Se dovrò morire per te, lo farò. Se dovrò uccidere  per te, lo farò”.

Ora cede e piange,  quando lo accarezzi con dolcezza e gli ricordi perché non vi separerete mai.

“Se partirai da qui, io verrò con te; perché sono tua. Promettimelo. Io sono Tua e tu sei Mio”.

 

 





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1366878