Le cinque fasi

di M4RT1
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LA PROBLEMATICA

-Ma quanti siamo?
-Sei.
-Sei? Non eravamo sette?
-Sei, sette… non fa poi molta differenza. L’unica certezza è che perderemo, Cecchi. Chiaro?
-Sì, capitano…
 
LA FALSA SPERANZA

Il giorno in cui fu annunciata la partita partì come un giorno allegro, forse il più felice da molto tempo. Ma, dopo poco più di due ore, tutto cambiò:
-Ma non hai mai giocato a calcio, Proietti?
-No!
 
RIS contro NAS. Sembrava una barzelletta, ma era davvero una partita di calcio. Doveva essere calcetto, per la precisione, ma poi era diventato calcio a undici.
-E noi non abbiamo undici giocatori!
Ghiro faceva l’allenatore, Orlando il portiere. Poi c’era Bart, la punta, e Milo con Lucia come attaccanti. Bianca era l’unico difensore.
-E se chiamassimo Sasso?
-A fa’ che, la palla?
-Milo, non essere offensivo…
Emiliano fissò Bianca:
-Non so se tu l’hai mai guardato bene, ma non è proprio…
-Carnacina, allora!
-Ma chi? Quell’ammasso di pelle e ossa?
-Ghirelli…
-…capitano!
-…capitano, mio capitano!
-Bart, smettila di cantare!
-Stempero la tensione!
-No, non lo fai…

IL MOMENTO DI PANICO IN CUI TUTTO SEMBRA PERDUTO 

La loro maglietta, assolutamente ridicola, era bianca con le strisce blu e un microscopio dietro la schiena.
-Ma è proprio necessario, Ghiro?
-Sì, capitano!
-D’accordo… capitano!
E Lucia si era cambiata.
Poi era toccato a Bianca. Poi a Emiliano, Bart e Orlando.
-Dove sono i miei guanti?
-Ma che ne so io!
-SuperBart… non sabotarmi!
-Io? Come osi?
 
IL MOMENTO IN CUI SI GIUNGE ALL'UNICA SOLUZIONE, PER QUANTO POCO PLAUSIBILE

La partita sarebbe iniziata alle undici e trenta, ma alle dieci mancavano ancora sei giocatori.
-Anche ammesso che io giocassi, e non lo farò… mancano ancora cinque persone!- aveva detto Ghiro, in veste da allenatore.
E si erano arresi a chiamare Sasso e Carnacina.
Ne mancavano tre.
-Tre giocatori? Potrei chiamare Eleonora, che so…
E Bart aveva chiamato Eleonora. Poi era toccato a Giada.
-Ancora uno, su!
-Emh… il generale?
 
L'AUTOCONVINZIONE PER NON PERDERE LA SANITA' MENTALE

-E ricordatevi, siamo i più forti!
-Dici?
Erano tutti nello spogliatoio-sala interrogatori: lo schema era stato terminato, tutti erano in maglietta e pantaloncini; la formazione 4-3-2-1 era stata messa a punto pochi secondi prima.
Orlando in porta, Bart come punta, Lucia e Milo attaccanti, Carnacina, Ghirelli ed Eleonora a centro campo, e gli altri –Giada, Sasso, Bianca e Abrami- come difensori.
-Non posso credere che mi abbiate davvero costretto a giocare!- aveva mormorato il generale, ma poi si era cambiato.
-E se qualcuno mi passa la palla?
-Ma che domande so’, Giada… la tiri!
-‘Ndo?
-In porta, Liberti. Si chiama così la rete…
-Ah, devo fa’ goal.
Lucia si passò una mano tra i capelli.
 
IL MOMENTO IN CUI SI REALIZZA LA VERITA' - NOVANTA MINUTI DOPO...

Ed è Cecchi, Cecchi che tira la palla, la passa a Dossena… lui avanza, ma viene bloccato da quel tizio lì, quello brutto dal naso grosso…
-Ghirelli, è proprio necessario?
Erano tutti seduti in aula interrogatori. La partita era finita, persa, e qualcuno recava ancora i segni della recente battaglia.
-Lo è…
Ghiro si era dedicato all’analisi della partita minuto per minuto.
Poi la palla torna a… a Liberti, che la tira… negli spogliatoi!
-Giada, ma come ti è venuto?
-Mi avevate detto di tirarla… ho mancato la rete, ma vabbè…
Ed ecco il primo goal dei NAS… mentre Serra stava tranquillamente sbadigliando, e poi il secondo, quello del rigore…
-Certo che ti potevi anche evitare quel calcio, Ghirelli!
-Certe volte ci vuole!
-Non questa volta!
Ed ecco il nostro mitico goal, quello tirato dal carissimo Carnacina… e poi… tre a uno per i NAS.
-Durera per molto, Orlando?
-Spero di no, Bart.
 




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