Vita
a capitoli di
due serpi complessate.
Le
femmine erano
davvero perfide
Era
un afoso pomeriggio di Giugno, del tre Giugno per
la precisione.
Una
bambina di quasi cinque anni, con dei boccoli
castani legati con un grazioso fermaglio e con dei grandissimi occhi
del colore
della cioccolata fissava spaesata la maestosa casata che le si
stagliava
imponente davanti.
Il
giardino che la circondava era immenso, ricco di
altissimi abeti e siepi. Era decorato per quell’occasione con
nastrini,
palloncini magici, e fronzoli.
Sua
sorella, Daphne, da subito era andata a giocare
con gli altri bambini, lei invece si stringeva timida alla gonna della
madre.
«Sophia,
che gioia vederti!» disse una bella signora
bionda salutando sua madre.
«Narcissa,
è sempre un piacere venire alle tue
magnifiche feste, devo constatare che questa volta hai dato il meglio
di te»
La
signora Malfoy sorrise e poi si rivolse alla
bambina.
«Astoria,
ma come sei cresciuta! Sei proprio una
bella bambina»
Astoria
abbozzò un timido sorriso e incitata dalla
madre ringraziò quella signora così gentile.
«Non
vuoi andare a giocare con gli altri bambini? C’è
da divertirsi, sai?»
La
bambina scosse il capo e tentò di nascondersi di
più dietro la veste della madre.
«E’
molto timida, poi sono tutti bambini più grandi»
la giustificò Sophia.
In
quel momento un pavone passò tranquillo accanto
alle tre streghe. Gli occhi di Astoria si illuminarono.
«Puoi
giocarci se vuoi, con i pavoni, sono addestrati
e innocui» continuò la signora Malfoy.
«Si
mi piacerebbe moltissimo!» disse la bimba con una
vocetta acuta.
Salutò
con un piccolo inchino quella
bella signora e iniziò a seguire il
pavone non prima di aver sentito in lontananza la voce della madre dire
all’amica «Non c’è niente da
fare, mai che giochi con qualche bambola, spero
non diventi un maschiaccio, ah è così diversa da
Daphne»
Astoria
non badò molto a quelle parole e corse
interessatissima dietro quell’animale dalla piume colorate.
Ben
presto la piccola notò che nel giardino vi erano
moltissimi altri pavoni!
Si
distaccò dalla folla di invitati e si inoltrò
sempre più nel grande giardino.
Più
si avvicinava all’uccello e più quello si
allontanava da lei.
«Ehi,
non scappare! Voglio solo accarezzarti!»
Niente,
il pavone zampettava così tanto in fretta che
la bambina dovette iniziare a correre allontanandosi sempre di
più.
Stanca
si appoggiò al tronco di un alto abete per
riprendere il fiato.
Dove
era finita? Non riusciva più a vedere il punto
in cui aveva lasciato la madre, attorno a lei solo un vastissimo prato
pieno di
fiori con tanti cespugli verdi e alberi.
Era
leggermente preoccupata per il fatto di non sapere
dove fosse ma non troppo. Allo stesso tempo ammirava stupita quel
magnifico
paesaggio colorato e profumato che aveva intorno.
Superò
un cespuglio particolarmente fitto e davanti a
lei si stagliò un piccolo laghetto. Sulle sponde del lago si
trovava un salice
piangente sotto al quale sedeva un bambino biondo che immediatamente si
accorse
di lei.
«E
tu chi sei!?» disse sgarbato il bambino
avvicinandosi a lei con una faccia minacciosa.
«Io..
Mi chiamo Astoria Greengrass…» balbettò
lei.
«
Questo è il mio posto segreto! Nessuno può venire
qui senza il mio permesso, soprattutto se si tratta di una
femmina»
Astoria
si strinse nelle spalle e guardò a terra
imbarazzata.
«Scusa,
stavo inseguendo un pavone e mi sono persa!»
esclamò sull’orlo delle lacrime.
«Perché
non sei a giocare con le altre femmine!?
Voglio essere lasciato in pace!»
«A
me non piacciono i giochi da femmina!» urlò lei
decisa.
«Sei
la solita bambina capricciosa. Siete tutte
uguali voi femmine, opportuniste e piagnucolose»
«Tu
invece, sei un bambino antipatico e maleducato!
Ecco perché sei in questo posto da solo! Scommetto che
nessuno vuole giocare
con te!»
«Piccola
mocciosa! Come osi parlare in questo modo di
me! Io sono Draco Malfoy, se nessuno te l’avesse detto! Devi portarmi rispetto
perché sono maschio,
perché sono un Malfoy, perché sono più
grande di te e anche perché oggi è il
mio compleanno e tutti devono fare quello che voglio io,
chiaro?» finì il
bambino incrociando soddisfatto le braccia al petto.
La
bambina si sentì offesa e avvilita. Subito si
portò le mani al viso ed iniziò a piangere.
«Sei
cattivo! Io non volevo fare niente, non volevo
venire qua!»
Draco
preoccupato si avvicinò di più e portò
avanti
le braccia.
«Ehi
smettila subito di frignare! Non voglio che qualcun
altro scopra il mio nascondiglio! Mi basti già tu come
scocciatura!»
La
bambina si calmò. Draco decise di ignorarla e si
diresse nuovamente sotto il salice.
Astoria
era davvero spaesata. Non sapeva cosa fare,
voleva tornare dai suoi genitori e allontanarsi il più
possibile da quel
bambinetto odioso. Però non sapeva la strada per rientrare e
soprattutto era
incuriosita da ciò che stava facendo il bambino sotto
l’albero.
Cauta
gli si avvicinò.
«Cosa
stai facendo?» Chiese lei titubante. Non voleva
restare sola, si sarebbe accontentata anche della sua compagnia.
«Sei
una femmina, non potresti capire»
«E
perché sei qua nascosto?»
«Beh,
perché sto per fare una cosa pericolosa, non mi
deve vedere nessuno»
«Allora
se non mi dici di che cosa si tratta mi metto
a urlare, e dirò tutto ai tuoi genitori!»
«Perfida
mocciosa! Non oseresti!»
«E
invece si! Avanti dimmi cosa stai facendo!»
Draco
alzò gli occhi al cielo: era inutile, le
femmine erano davvero perfide, egoiste e portatrici di problemi. Da
quel giorno
capì che con quella bambinetta testarda qualsiasi cosa
sarebbe stata una
battaglia persa.
«Va
bene, ma mi devi giurare su Salazar Serpeverde
che non lo dirai a nessuno! NESSUNO!»
«Lo
giuro!»
In
quel momento il bambino si spostò e le permise di
vedere quello che nascondeva sotto l’albero.
Era
una scopa volante.
«Stamattina
tra la confusione per i preparativi della
festa quello stupido elfo ha dimenticato di chiudere lo stanzino dove
mio padre
tiene la sua scopa. Io ho già volato un sacco di volte, e
sono anche bravissimo,
tuttavia, non mi ha mai permesso di usarla completamente solo, quindi
oggi la
userò!»
«Woaw!»
esclamò emozionata Astoria. «Non ho mai visto
una scopa così grande! Solo quelle per bambini!»
«Questa
è una scopa professionale, di quelle che
usano nel campionato di Quidditch, ovviamente mio padre si
può permettere
sempre il meglio!» Disse cavalcando la scopa.
«Ehi
voglio salire anche io!» sbottò Astoria decisa.
«Non
se ne parla! Non volo con una femmina!
Strilleresti per tutto il tempo!»
«Non
è vero, e poi, se è vero quello che mi hai detto
prima, ovvero che sei andato un sacco di volta sulla scopa e che sei
bravissimo
a guidarla non avrei nessun motivo per strillare e tu non faresti
alcuna storia
per portarmi. Forse non sei così bravo come dici e hai paura
di non riuscire a
volare con me!»
Draco
la squadrò. Era astuta quella femmina. Però era
stato ferito nell’orgoglio, e ciò non
può capitare a un Malfoy. Mai.
«Astoria
Greengrass, sali subito sulla scopa. Ma ti
avviso, se urli, sei finita.»
La
bambina emozionatissima si posizionò sulla scopa
dietro a Draco.
«E
vedi di non appiccicarti troppo a me, mocciosa!»
Astoria
annuì e subito si alzarono in volo.
Il
decollo non era andata tanto male, certo la scopa
tremava un po’, ma Draco se l’era cavata
egregiamente.
Volavano
sopra il laghetto, Draco fiero e orgoglioso
di se stesso, Astoria felice ed emozionata come non lo era mai stata.
In
quel momento una farfalla iniziò a volare
vicinissimo ad Astoria, la bambina iniziò ad agitare le mani
terrorizzata.
«Ehi,
smettila di agitarti! Vuoi forse farci
cadere?!» le urlò contro Draco tentando
inutilmente di tenere salda la scopa.
«Ma
c’è una farfalla!» gridò lei.
«E
quindi? Le femmine adorano le farfalle!»
«Io
ho paura delle farfalle!!! Sono gli unici insetti
di cui ho terrore, mi fanno schifo!» strillò
dimenandosi sulla scopa.
Non
riusciva a stare ferma, e Draco non riusciva più
a controllare la scopa che iniziò velocemente a precipitare.
Tra
le grida spaventate di entrambi i bambini la
scopa cadde nel laghetto trascinando i due con lei.
Draco
fu il primo a riemergere. Acciuffò spaventato
Astoria per il colletto del vestito e la trascinò fuori.
«Stupida
femmina! E’ tutto colpa tua se siamo
precipitati in acqua!» le urlò contro Draco.
Astoria,
più che altro per lo spavento, scoppiò
nuovamente in lacrime.
«E
smettila di piangere! Fortunatamente sono sano e
salvo e la scopa non si è rovinata» Disse Draco
più tranquillo. «Non diremo mai
a nessuno quello che è successo oggi, intesi?»
«Ma
sono fradicia! Come farò a spiegare a mia madre
che..»
«Non
è un mio problema, inventati una scusa!»
«Va
bene, promesso».
I
due bambini rientrarono tra gli invitati, nessuno
disse niente del motivo per il quale si presentarono davanti a tutti
bagnati
fradici, entrambi però finirono in punizione e a entrambi
venne un brutto
raffreddore il giorno seguente.
Angolino autrice:
Carissimi
lettori, eccomi qua con una nuova fan
fiction a più capitoli. Lo so, non ho più postato
capitoli della fan fiction su
Oliver e Katie, ma ci sto lavorando!
Ora
sono presissima da questa storia e spero che
anche a voi possa minimamente piacere! Io adoro la coppia DracoAstoria!
Da
sempre mi sono chiesta come le cose tra loro si fossero svolte. Escluso
questo
primo capitolo, in cui ho descritto il loro primo incontro, penso
dedicherò
loro un capitolo per ogni anno passato a Hogwats e magari qualcuno
anche una
volta cresciuti.
Spero
in qualche commento, un bacio. Chiara.
|