Era ancora ancorato
all'unico ricordo di Ennis del Mar, all'unico ricordo tangibile che in
vent'anni era riuscito ad avere; Jack Twist aveva infatti conservato
una camicia, quella camicia sporca del loro sangue, che ancora
manteneva l'odore della loro rabbia, l'odore di quel dolore lacerante.
Nonostante fosse
già morto, Jack Twist era ancorato a quella camicia,
impossibilitato a fuggire.
Nel corso degli ultimi
vent'anni quella camicia il ricordo, il sapore e l'odore della pelle di
Ennis era lentamente sbiadito, soffocato da un matrimonio che, di
fatto, niente altro era se non una bugia.
Da settimane era
rimasto li, sdraiato sul letto, nella silenziosa contemplazione dei
propri ricordi, dei propri sentimenti che ancora bruciavano, nonostante
fosse morto.
Fu solo quando
avvertì un rumore, il rumore di quel motore, che si
degnò di voltare la testa verso la finestra, ricordo e
presenza immateriale di un amore che lo aveva portato alla morte, amore
per cui altre venti volte sarebbe morto.
Infine, rumore di
passi, voci incomprensibili, e poi quella voce, così
familiare, inascoltata da troppo tempo.
Alcune lacrime
uscirono dai suoi occhi, ricordando l'ultima volta che l'aveva sentita,
a Brokeback. Ricordò i pianti che lo avevano lacerato,
ricordò il dolore continuo e costante dell'aver ricorso alla
prostituzione maschile per colmare un vuoto che, invece di riempirsi,
continuava inesorabile ad espandersi, soffocandolo, impossibilitato a
stringere tra le braccia l'uomo che amava da vent'anni.
Ebbe timore per un
lungo attimo che non avrebbe più rivisto o di non poter
seguire Ennis, seppur senza poterlo veramente toccare.
Poi un rumore di
cardini, e la porta si aprì. I suoi occhi incrociarono la
figura massiccia di Ennis del Mar, soffermandosi sul suo volto, e
adesso Jack poteva distintamente avvertire le lacrime scorrere copiose
sul proprio volto.
« Ennis...
» - Jack sapeva che non poteva essere realmente udito
dall'altro, ma si sentì gelare dentro quando Ennis si
voltò, puntando gli occhi verso il punto in cui,
effettivamente, Jack era in piedi, fissandolo. Per una frazione di
secondo i loro occhi si incrociarono, e Jack poté leggere in
quelli di Ennis lo stesso dolore, la stessa rabbia, lo stesso bruciante
amore che anche lui aveva provato per venti lunghi anni.
Jack si
portò alle spalle di Ennis, guidandolo in quella piccola
stanza, facendogli toccare i propri ricordi, avvertendo il calore che
il suo corpo emanava, calore che aveva imparato a conoscere, ma non
conosciuto del tutto.
« Non
sentirti in colpa, Ennis... »
Fu solo quando
giunsero al guardaroba che Jack avvertì distintamente, con
la stessa forza di quel pugno, il dolore che pervase Ennis, osservando
quella camicia, macchiata del loro sangue, della loro rabbia.
« Ti ho
perdonato fin dal primo giorno, gran figlio di puttana... »
Jack portò
il suo braccio al collo di Ennis, stringendolo a sé, proprio
mentre l'altro avvicinò al viso la stoffa, inspirando a
pieni polmoni l'odore ed i ricordi di una vita mai avuta. Ebbe un
sussulto, e portò la mano al petto. « Jack... ?
»
Per tutta risposta,
Jack poggiò sul collo di Ennis le proprie labbra,
lasciandogli un bacio incorporeo, pronto a seguirlo ovunque lo avesse
portato. Insieme per sempre, ma mai veramente insieme.
* * *
« Jack, io
giuro... » - Jack spostò gli occhi su Ennis,
vedendolo chiudere l'anta dell'armadio della roulotte che ormai era
casa sua, e unì la propria voce alla sua, in una promessa.
« Io giuro
di amarti sempre... »
« E di far
vivere il tuo ricordo... »
«
Finché non saremo di nuovo insieme. »
Poi, scese il
silenzio. « Ti amo, Jack. »
Jack si
avvicinò di nuovo all'altro, abbracciandolo da dietro.
« Ti amo, Ennis. »
Una strana
consapevolezza si fece largo in Jack; avvertì la tensione,
il dolore di Ennis scemare leggermente, in una vaga sensazione di
benessere; sorrise appena.
Forse insieme, in
qualche modo, lo sarebbero sempre stati.
|