Per un pugno di muffin
AN: Premetto che avevo una gran fame quando ho scitto questa cosa,
quindi la follia in essa contenuta è dovuta alla crisi da astinenza da zuccheri
^^ e a farne le spese stavolta sono stati i mitici dell’Organizzazione XIII!
Buon divertimento!
Sala da pranzo
dell’Organizzazione XIII; a prima vista nulla che la distingua da tutte le
altre stanze di Castle That Never Was: spaziosa, bianca, completamente vuota (eccezion
fatta per il lungo tavolo e tredici sedie dall’alto schienale, indovinate di
che colore? Bianchi, esatto, non ci vuole molta fantasia, semmai un buon
arredatore).
Nell’aria però oggi aleggia un
profumo delizioso proveniente dalla stanza adiacente: la cucina, regno
incontrastato di Xaldin, Numero III dell’Organizzazione nonché unico membro del
gruppo a saper veramente cucinare (la sua fissazione di affettare cose con le
lance e trovare un uso per i resti di esse DOPO, gli ha fatto sviluppare una
sorprendente abilità di chef). Infatti, i tentativi degli altri Nobodies di produrre
qualcosa di lontanamente commestibile erano stati abbandonati, alla luce dei
risultati che andavano dal cibo inevitabilmente carbonizzato di Axel, a quello
irrimediabilmente annacquato di Demyx, all’inquietante aspetto verdognolo e
vagamente *fosforescente* degli intrugli di Vexen (che NESSUNO – nel senso
letterale del termine – si era azzardato ad assaggiare).
Pochi istanti e l’odore di
pasticceria non è più l’unica cosa a volteggiare nei pressi del soffitto della
stanza; Xigbar compare a mezz’aria nella sua consueta modalità
antigravitazionale e, dopo una rapida annusata per sicurezza, il suo occhio
sinistro (quello non coperto dalla sua celebre benda piratesca) scintilla di un
pericoloso bagliore dorato alla sentenza:
“MUFFIN!”
Ovvero, l’oggetto della
sindrome-da-dipendenza-cronica a cui è soggetto il Freeshooter, nonché l’unica
cosa in grado di spingere lo spericolato cecchino a sfidare l’assoluto off
limits dalla cucina (impostogli dopo che aveva dimenticato una delle sue
pistole nel forno e fatto esplodere la stanza), le ire del suo migliore amico e
il rischio di essere ridotto a spiedino dal suddetto.
“Aspettatemi dolcezze, scommetto
che tra pochi attimi sarete tutte mie!”
“Scommetto 1000 munny e la mia
riserva speciale di brandy che non ce la farai.”
Le fantasie dolciarie del Numero
II furono bruscamente interrotte da una ben nota voce, sottilmente beffarda e
dall’inconfondibile accento britannico; un attimo dopo infatti Luxord fece il
suo ingresso.
Xigbar rispose con il suo ghigno
più strafottente all’espressione educatamente divertita del Numero X: “Ehi
compare, hai una specie di radar? Quando si pronuncia la parola ‘scommessa’ o
derivati, spunti sempre fuori!”
“Deformazione professionale… o
semplice fortuna. Abilità e buona sorte sono due cose che non mi mancano.”
Dichiarò il biondo portandosi la mano sulla bocca nel suo gesto consueto, per
celare un sorrisetto scaltro. “Ma in questo caso devo confessare che mi sono
recato qui per il mio abituale the delle cinque.”
Xigbar inarcò un sopracciglio:
era davvero arduo determinare l’orario in quel mondo al limite del nulla. “Sono
davvero le cinque?”
Luxord sfiorò distrattamente i
vari piercing al suo orecchio sinistro: “Ho il potere di manipolare il Tempo:
se dico che sono le cinque, dev’essere così in ogni caso.”
“Allora, compare, non aspettarti
di accompagnare il tuo the con i MIEI muffin, perché me li papperò prima!”
“Insisto nel sostenere il
contrario.”
Xigbar irritato ringhiò: “Preparati
a perdere una scommessa per la prima volta nella tua non-vita, Gambler of Fate!
Nulla può fermare il mio potere sullo Spazio!” e dopo una sorprendente serie di
fulminei brevi teletrasporti nella stanza come dimostrazione, scomparve mirando
alla cucina.
Luxord contò placidamente sulle
dita: “Tre, due, uno e…”
“XIGBAR! FUORI DALLA MIA
CUCINA!!!”
…e sei lance dalla forma di testa
di drago sfondarono la porta e inchiodarono il Freeshooter al muro opposto. A
testa in giù.
Luxord, compiaciuto per
l’ennesima scommessa vinta, malcelando un sorrisino sarcastico commentò: “Dovevo
forse ricordarti, signore dello Spazio, che il nostro Whirlwind Lancer è veloce
come il Vento?”