Love Show
Special Mission – Konoha
Nessuno sapeva da chi
era partito tutto quello, davvero.
Un giorno la voce si
era sparsa come un fiume in piena e tutti già sapevano del
piano. Tutti già progettavano di prendervi parte e
continuavano a guardarsi in cagnesco.
Da un minuto
all’altro il pensiero corrente era corso a
quell’evento ed aveva monopolizzato i pensieri come
l’ultimo gossip.
Alcuni dicevano che
era tutto partito da Ino, lo dicevano anche Choji e Shikamaru, che la
bionda un giorno si era alzata e aveva scelto quel giorno per
cominciare ad agire. Ino diceva che era stata Sakura ma
l’altra ribatteva che, a lei, glielo aveva detto Temari.
Come la ragazza della
sabbia potesse averlo detto alla rosea era un mistero ma ancora
più misterioso era il fatto che, Temari, giurava di averlo
saputo da Ten Ten.
Ten Ten giurava
però di non entrarci niente e che, veramente, lei
l’aveva saputo da Hinata. La povera rampolla del casato Hyuga
aveva generosamente scosso il capo con una faccia spaventata e
sottomessa, lei non c’entrava nulla! Davvero! E, troppo
impegnati a guardare il visino della ragazza disperarsi e dimenarsi si
erano dimenticati di chiederle da chi, allora, l’avesse
saputo lei.
L’avevano
allora chiesto alla sua beh, guardia del corpo. Neji Hyuga aveva
testimoniato di averlo saputo da Kiba e tutti, a quel punto, storsero
un po’ il naso, perché il canide non sembrava
proprio il tipo da mettere in giro una voce simile. Ma Kiba,
difendendosi all’istante, aveva scosso la testa e indicato la
sua maestra, Kurenai, come sua informatrice. Si era così
passati agli adulti e qui il campo si faceva molto più
vasto. Kurenai l’aveva saputo da Anko che però
l’aveva saputo da Tsunade che l’aveva saputo da
Shizune che era stata informata dalla fruttivendola
all’angolo che l’aveva a sua volta saputo dal
fioraio che…
C’era un
limite di indagini che si potessero fare e, Kakashi, aveva
arbitrariamente deciso che era quello. Fermò il braccio di
Gai scuotendo la testa in un mormorio sommesso. Non aveva
più voglia di girare tutti i villaggi del mondo solo per
scoprire chi avesse ideato… quella… cosa.
«Non puoi
ritirarti Kakashi! Scoprire chi ha lanciato questa proposta
è la nostra ennesima sfida!»
Gai lo guardava in
quel modo che odiava perché, oltre a fargli già
pregustare una fatica che a lui proprio non andava fare, precedeva una
delle filippiche del collega sull’importanza
dell’impegno e della definitiva vittoria di uno dei due con
un distacco di almeno due punti.
Non ne aveva voglia, e
poi preferiva decisamente quando, le loro sfide, si limitavano ad un
sasso, carta, forbici ben giocato.
Al massimo poi era Gai
quello che continuava a sgobbare.
«Si ma
è tre giorni che chiediamo alle persone. Questa…
proposta… non è partita da nessuno, fine della
questione!»
«No, no, no!
Da qualcuno deve essere partita e io devo scoprirlo! Cosa fa Kakashi ti
spaventi??»
Oh si, si spaventava
enormemente di quanto il compagno avesse preso seriamente questa storia.
Lui voleva tornare a
casa a farsi coccolare da Iruka! Se quello era uno sfigato non era
colpa sua.
Poi, il colpo di genio.
«Facciamo
così allora. Ci vedremo dopodomani, per l’evento e
lì dovremmo dire il nome di chi noi pensiamo sia
l’ideatore»
Kakashi vide
l’occhio del compagno brillare e si ritenne soddisfatto del
risultato ottenuto.
Annuì
gravemente e se ne andò pregustando già come
avrebbe potuto impiegare quei due giorni di assoluta mancanza del
Gai-Problema.
~¤~
In pochi credevano
veramente che, quello
che si era mormorato per oltre due settimane fosse vero e, ancora meno,
credevano che, davvero, con tutta la notizia che quello aveva fatto
lui non se ne fosse accorto.
E invece tutto quello
si fece e si fece alla maledetta insaputa dell’interessato.
Non sembrava una
giornata diversa dalle altre, era una giornata come tante, una di
quelle noiose, una di quelle come lui le odiava.
C’erano
poche cose in verità che lui non odiasse. Quasi nessuna a
dire il vero.
E, mentre si dirigeva
a passo di marcia verso il campo d’addestramento, si chiese
per un attimo cosa era stato quell’agitamento nelle settimane
precedenti.
Sasuke non era un
appassionato di pettegolezzi, nè un tipo da chiedere
delucidazioni, se il mondo decideva di impazzire lui non ci voleva
avere nulla a che fare.
Si era però
ritrovato a suo mal grado curioso quando, due giorni prima, aveva ormai
capito di essere davvero l’unico a non sapere niente e,
specialmente, a non sapere cosa era quella cosa che riguardava
sicuramente lui.
Perché, per
quanto era stato ancora in dubbio alle occhiatine eloquenti che gli
lanciava ogni persona di genere femminile, normale amministrazione
infondo, alle altrettanto eloquenti occhiate del genere maschile
– si, erano tutti sicuramente maschi – aveva dovuto
cominciare ad aprire un po’ gli occhi.
Da quando Konoha si
era trasformata in un raduno no-stop del Sasuke
Uchiha Fan Club?
Persino – e probabilmente avrebbe voluto vomitare –
quel sopracciglione – il piccolo, il grande che importa!
– aveva lanciato occhiate, strane, alla sua figura.
Aveva ormai deciso, si
sarebbe abbassato a chiedere a Sakura, almeno se doveva aspettarsi un
attacco alla sua incolumità avrebbe provveduto. Con una
cintura di castità, magari.
Aveva appena preso la
sua decisione e, forte di quella, arrivò fino alla fine del
lungo viale dove aveva appuntamento con i suoi compagni… per
scoprire che non c’erano solo i suoi compagni.
Rimase pietrificato,
decisamente pietrificato, e, per un secondo, fu fermamente convinto che
quello non fosse altro che un modo di Itachi per ucciderlo.
O almeno qualcosa di
molto simile.
«Che
cos…?»
«Sasuke-kuuuuun!!»
Il moro
guardò la folla dalle cui fila era partito
quell’urlo stridulo che invocava il suo nome come lui ora
invocava un infarto.
Decise che, se lui non
avesse avuto l’infarto, loro non avrebbero avuto lui.
Fece per muovere un
passo scoprendo poi di essere… bloccato.
«Non
così in fretta Uchiha…»
Sasuke alzò
gli occhi inorridito per poi abbassarli di nuovo alle due ombre
intrecciate che gli ricordavano tanto la morte nei suoi giorni migliori.
«Shika…Shikamaru?
Ma che…?»
Ma non poté
finire la frase perché Sakura, tubante come una colomba in
calore, si avvicinò a lui e, in quel minuto, Sasuke seppe
che, per lui, era ufficialmente la fine.
«Non puoi
andartene via Sasuke-kun! Noi siamo qui perché ti dobbiamo
baciare!»
«………EH?»
Shikamaru
alzò le spalle e l’erede del casato Uchiha
rabbrividì inconsapevolmente… chi diamine era
lì per baciarlo?
«Oh be, non
tutti Uchiha. Per dire, io non ho intenzione di sfiorarti
ma… perché perdersi lo spettacolo?»
~¤~
«Maledetto
Kakashi! Se in ritardo, ormai avranno già
cominciato!»
Il jonin appena
arrivò non lo degnò che di un segno con la mano
per poi incamminarsi verso il luogo di ritrovo.
«Allora
muoviti, no?»
Il moro lo
seguì di getto, tanto per continuare a parlare della sfida e
delle sue brillanti deduzioni.
«Allora, tu
ci sei arrivato ad una soluzione?»
L’altro
annui guardandolo con l’occhio scoperto in quella che,
inequivocabilmente, il mondo avrebbe chiamato un’occhiata
divertita.
«OH! E chi
è?»
«Solo se tu
mi dici la tua, di soluzione»
«Mi pare
equo… ma guai se provi a copiare le mie brillantissime
deduzioni!»
Kakashi fece un segno
della mano come a dire al moro di non preoccuparsi. Avrebbe fatto il
bravo bambino.
«Beh,
continuando con le mie strategiche appostazioni e con i miei
interrogatori sono arrivato alla conclusione che… non
può essere altri che Ino!»
L’altro
alzò un sopracciglio curioso di tale ragionamento, o forse
semplicemente molto scettico.
«Ma si,
all’inizio pensavo Sakura, ma poi ho capito che non poteva
essere stata lei e…»
Il jonin
staccò finalmente il cervello dalle parole
dell’amico per percorrere il viale in santa pace senza le
strambe pose e gli insopportabili discorsi che l’altro stava
facendo. Tutta quella questione era nata… così,
per caso.
Davvero nessuno aveva
saputo chi aveva cominciato, sembrava che tutto il villaggio una
mattina si fosse svegliata sapendo già che l’11
giugno tutti avrebbero baciato Sasuke Uchiha.
O almeno, tutti quelli
che sarebbero arrivati prima che Sasuke decidesse chi andava bene per
lui. Se, infatti, Sasuke avrebbe risposto al bacio di qualcuno sarebbe
diventato off-limits.
Kakashi nei due giorni
precedenti la sfida non aveva visto né Sakura né
Ino ed era certo che fossero già entrambe nel luogo
prestabilito.
C’era solo
un’altra regola, la persona che aveva lanciato tutto quello,
fino ad ora rimasta nell’anonimato più totale,
sarebbe stata la prima a baciare il moro.
Per questo Kakashi era
arrivato alla sua soluzione, non poteva essere altri che quello,
l’incriminato.
«…E
tu? Mi hai promesso di dirmelo!»
«Ah, si
già. Beh, io dico Naruto»
Gai si
bloccò mentre il comandante del gruppo sette continuava
imperterrito nella sua avanzata.
«…
che?»
«Eh
già»
Il jonin vestito con
la tutina verde inseguì l’altro per un
po’, il tempo di recuperare terreno, prima di riprendere a
guardarlo stralunato.
«Ma…
dici sul serio?»
«Serissimo…»
«Ma…
Ma…»
Arrivarono finalmente
alla radura mentre, Gai, era ancora occupato a balbettare un
“Ma” a mezza bocca.
Kakashi
scrollò le spalle e guardò avanti il moro, che
sembrava tanto una di quelle vittime sacrificali, e tutta la folla che
si guardava sgomenta.
Probabilmente
l’ideatore del tutto non si era ancora fatto vedere.
«Visto, Gai,
siamo arrivati in tempo!»
«Ma…
ma…»
~¤~
L’Uchiha
guardava ora il Nara ora Sakura e, poteva ammetterlo, era dannatamente
spaventato. Che diamine voleva dire che erano lì per
baciarlo?
«Ma…»
«No, niente
“ma”, Uchiha. Allora che si dia inizio!»
«Ehi!»
«Su, su,
Sasuke-kun vedrai che non sarà così
tremendo!»
Il moro sudava freddo
e stava già preparando l’atto di testamento quando
vide che… beh, nessuno si muoveva.
Che fossero rinsaviti
tutt’ad un tratto? Che qualche Dio stesse, finalmente,
mostrando misericordia verso di lui?
Non bastava avere
perso tutta la famiglia ed avere un fratello psicotico?
A quanto pare, no.
Dalla massa infatti
vide avanzare qualcuno, i cui contorni erano irriconoscibili data la
quantità di corpi. Rabbrividì pensando che,
quella figura doveva, probabilmente, essere la prima. Cercò
Ino e Sakura con lo sguardo e vide che, entrambe con il muso, stavano
lì, in prima fila e qualche passo indietro come se, quello
che camminava incontro a lui, avesse la precedenza assoluta.
Beh, quando Sasuke
vide chi fosse colui che si stava avvicinando non ci pensò
più a quel dio – ormai l’aveva capito
che non serviva a nulla – ma rifletté seriamente
sulla possibilità dello strangolamento d’ombra.
Naruto Uzumaki
avanzava, come se niente fosse tralaltro!, verso di lui con un ghigno a
colorargli il viso e con le iridi leggermente più feline del
solito.
Il moro non si accorse
del moto di sorpresa che partì dalla folla e nemmeno
dell’urlo sconfitto di Gai.
«Na…Naruto?»
L’Uchiha
capì che, Naruto, non era che la prima di tante lunghe
umiliazioni. Se il biondo l’avesse baciato non avrebbe perso
minuto, secondo, attimo, per rinfacciarglielo nella maniera peggiore
possibile.
La sua vita era,
ufficialmente, finita.
«Si,
Sas’ke»
«Avanti,
dobe, non giocare, lasciatemi andare e…»
«No no! Ho
organizzato tutto questo per baciarti non per lasciarti
andare!»
«Tu…
che?»
Naruto
ondeggiò la testa in maniera fiera con un bel sorriso
– era costato molto pensare questa cosa a Sasuke –
portando le mani in avanti ad afferrargli le spalle.
Sembrava quasi una
presa disperata, come se avesse paura che il moro potesse volare via,
di nuovo, come quando era andato con Orochimaru.
Il suo viso non
tradiva nessuna espressione di tristezza però.
«Oh, ho
dovuto trasformarmi in ogni essere di genere femminile per non farmi
scoprire! Sono andato da Ino con le sembianze di Sakura, poi da Sakura
con le sembianze di Temari e via come Temari da Ten Ten, per fortuna
lì già Ino e Sakura stavano facendo il loro bel
lavoro.»
«Ma…
perché?»
Naruto
ghignò, sospirò e poi, alzandosi in punta di
piedi, appoggiò le proprie labbra su quelle del moro,
forzando il bacio più di quanto fosse necessario.
L’Uchiha si
era ritrovato a rispondere più per forza d’inerzia
a dire il vero.
La lingua del biondo
si fece spazio nella sua bocca per poi duellare con la sua, in maniera
quasi feroce, per il predominio della bocca. Le mani del biondo
andarono a giocare con i suoi capelli e a spingere il viso
dell’altro più verso il proprio.
Sasuke, registrato
meccanicamente di essere libero dalla costrizione di
immobilità, portò le sue braccia a cingere la
vita dell’altro e ad approfondire il bacio più di
quanto credeva possibile.
Da lontano Kakashi
sghignazzava e Gai stava già pensando a quale sarebbe stata
la loro prossima sfida.
End
Note: <3
*coff coff* Eccoci qui signori e signore con il nuovo parto della mia
mente malata °O°” Shottina minuscola e
cretina <3 eppure *schiatt* l’idea mi piace, come
l’ho conclusa non mi piace per niente ma…
beh… *schiatt ancora* il resto =ç=/ E non chiedetemi
cosa sto pensano in questo momento… ok lo so che nessuno se lo sta
chiedendo ma… se a qualcuno interessasse UçU/ sto
pensando che potrei anche fare un continuo ishi *w* Non uccidetemi :3
Nota inutile:
l’11 giugno è il mio compleanno… non so
perché mi venne questa nota autobiografiQa ma…
Sas’ke e Naru si baciano il giorno del mio compleanno
OçO *si gonfia*
Disclaimer: I
personaggi non sono miei ma di Kishimoto-sama e, giuro, non ho
intenzione di fregarglieli O.ò… tranne
Sas’ke magari OçO e anche qualche piccolo
ripassino son Sasori-kun e ItachA <3 *schiatt*
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