Ciao!
Bhe, questa ff non
è un granché. Non sono molto brava con il genere
drammatico, e ancor meno con il rating arancione, ma ho cercato di fare
del mio meglio. Voglio ringraziare Dafne_18 per il suo bellissimo
contest e per il giudizio molto dettagliato.
Buona lettura!
Anthea Love <3
Autore (su Efp e nel forum):
Anthea Love
Personaggi/Pairing:
Gohan/Videl
Pacco: Cielo
Luogo:
Montagne rocciose
Rating:
Arancione
Genere:
Drammatico
Prompt:
Quadro
Avvertimenti:
Nessuno
Note dell’autore:
Questa ff si è
classificata ottava al contest “Amore e non
solo…” di Dafne_18.
Le parti tra « »
sono i dialoghi, mentre tra “ ”
sono i pensieri.
UN
INQUIETANTE SOLCO ROSSO
Stavano
volando felici.
Videl
osservò Gohan mentre il vento gli scompigliava i capelli.
Scesero a terra e,
appena arrivati, Gohan si girò a guardarla.
Le sorrise e prese a
camminare verso di lei.
Videl sentì
le labbra distendersi per rispondere al sorriso.
Quando Gohan
arrivò davanti alla moglie si chinò e le
regalò un bacio.
Videl si
lasciò rapire da quelle labbra che sapevano come farla
sciogliere.
All’improvviso
il Saiyan interruppe il bacio. Videl aprì gli occhi.
Non si era accorta di
averli chiusi.
Gohan scrutava
l’orizzonte, lo sguardo preoccupato, la bocca serrata.
«Videl,
allontanati! Vai via!» - deciso, imperioso!
«Cosa? Ma
che diavolo sta succedendo, Gohan?»
«Vattene,
Videl, vai via da qui!» - teso, pronto a combattere!
«Ma…»
Gohan si
girò verso di lei, l’afferrò per le
spalle.
«Nasconditi
e azzera la tua aura.»
Poi, trapassandola con
i suoi intensi occhi neri «Ricorda che ti amo,
Videl!» disse il Saiyan.
Un brivido corse lungo
la schiena di Videl.
Una paura antica le
contrasse le viscere.
Quale pericolo aveva
percepito?
Non osò
replicare.
Gli rubò un
bacio e si alzò in volo, mentre la sua mente registrava la
sensazione delle braccia di Gohan che la stringevano con calore.
Ma non poteva
allontanarsi, non poteva abbandonarlo senza sapere neanche a che cosa.
Non gli aveva nemmeno
detto che lo amava!
E se gli fosse
successo qualcosa di irreparabile?
Tutte le paure che
provava nel profondo del cuore emersero prepotenti.
Senza fiato per
l’angoscia si nascose dietro una roccia poco distante e
azzerò l’aura.
Aveva promesso di
stargli accanto “Finché morte non ci
separi”.
Un’ombra
atterrò davanti a Gohan.
Lei vide suo marito
irrigidirsi.
Non riusciva a capire
chi fosse quell’essere, ma di certo non era niente di buono a
giudicare dalla reazione di Gohan.
Chi era?
Lo vide parlare con
Gohan, ma le parole le giunsero come strani borbottii confusi.
All’improvviso
vide l’amato lanciarsi in un attacco poderoso.
Il rombo del colpo
risuonò rimbalzando sulle rocce e rendendo tutto
più vivido e inquietante.
L’Ombra
ghignò e prese a ridere in modo agghiacciante, con la
profondità di un tuono.
Quel suono, a
differenza del dialogo, le giunse alle orecchie con chiarezza
graffiandole il cuore.
L’essere
partì all’attacco con una velocità
incredibile.
Sferrò un
impressionante numero di pugni sul volto di Gohan, velocissimi.
Gohan
riuscì a bloccarne parecchi, ma, nonostante fosse bravo ad
incassare, sembrava in difficoltà.
Improvvisamente
l’Ombra colpì con una ginocchiata tremenda il
ventre del Saiyan, che si piegò in due sputando sangue.
A Videl si piegarono
le gambe: vedere Gohan rattrappito su se stesso le risultava
intollerabile.
All’improvviso
Gohan si drizzò. Una luce nuova e determinata brillava nei
suoi occhi.
Cominciò a
sferrare una serie di calci potenti e veloci.
Ma Ombra sembrava
riuscire a schivarli tutti.
Videl non poteva
vederne il volto, ma era certa che avesse un’espressione
soddisfatta.
Un bagliore improvviso
illuminò i due sfidanti e costrinse Videl a chiudere gli
occhi per un momento.
Quando poté
riaprirli vide Gohan in piedi, che scrutava la nuvola di polvere che la
sua sfera di energia aveva provocato.
Un rivolo di sangue
scendeva da un profondo taglio su una tempia, tracciando un inquietante
solco rosso lungo il suo profilo.
Il sangue scorreva
come un fiume verso il mare, ineluttabile.
Videl scorgeva il bel
volto dell’amato, contratto nella ricerca attenta dello
sfidante.
Quando la polvere si
diradò, sotto il profilo delle montagne rocciose apparve un
corpo steso a terra.
Gohan ce
l’aveva fatta!
Videl stava per uscire
dal suo nascondiglio per correre dal marito, quando vide Ombra che si
rialzava, lentamente.
«Non mi
aspettavo di trovare avversari così valorosi su questo
misero pianeta!».
Furono le prime parole
che Videl riuscì a cogliere.
La sua voce aveva una
strana profondità, ricordava la sua risata. Era un tuono
gorgogliante che assaporava la propria superiorità.
Ripartì
all’attacco, veloce e letale come un cobra.
Colpo. Parata.
Attacco. Schivato.
Parata. Attacco.
Schivato. Colpo.
Pausa.
Combattevano e si
studiavano.
L’eco dei
colpi che si scambiavano rimbalzava da una roccia all’altra,
stringendo Videl in una morsa dolorosa e colma di tensione.
Lei era lì
a fare da spettatrice a quello scontro fra titani.
“Solo da
spettatrice” – fu costretta ad ammettere con se
stessa.
Voleva intervenire,
aiutare Gohan, ma quando lui le aveva chiesto di allontanarsi e di non
farsi individuare, lei aveva sentito nel marito una preoccupazione che
non aveva mai percepito prima. Perché? Chi era o
cos’era l’Ombra?
Mentre esitava e
faceva i conti con la sua paura, Gohan era su quelle montagne ad
affrontare un nemico potentissimo.
Lui rischiava di
perdere la vita. Lei la persona che rendeva speciale la sua.
Ombra
scagliò una sfera enorme di energia verso il giovane che lo
fronteggiava.
Videl chiuse gli
occhi, ma l’urlo di dolore di Gohan le risuonò
nella mente spezzandole il respiro.
Quando li
riaprì, le si presentò un quadro orrendo: Gohan
era steso a terra, coperto di sangue.
Il suo volto era una
maschera di morte, un quadro inquietante e vermiglio, la
materializzazione di tutti i suoi fantasmi.
La vista sfocata dalle
lacrime, corse verso Gohan e si lasciò cadere in ginocchio
vicino a lui.
«Gohan!
Gohan! Gohan! Ti prego, amore, rispondimi! Apri gli occhi! Ti
prego!»
Videl aveva posato la
testa di Gohan sulle sue gambe e continuava a chiamarlo per nome,
mentre le mani si macchiavano del sangue che, sempre più
debole, usciva dalle sue ferite.
Sentì i
passi di Ombra che si avvicinavano.
Alzò gli
occhi. Nell’immagine indistinta che scorse controluce
percepì ghigno sanguinario.
Lo vide caricare il
colpo.
Si sentì
urlare.
Aprì gli
occhi di scatto sentendo il sapore del suo grido ancora sulle labbra.
Si tirò a
sedere guardandosi intorno. Impiegò alcuni secondi a capire
che si trovava nella loro camera da letto.
Sentì
qualcosa di umido che le bagnava le guance. Lacrime.
Gohan dormiva vicino a
lei come un bambino: un braccio piegato sotto il cuscino e un sorriso
beato sulle labbra.
Questo era il quadro
che voleva avere negli occhi!
Il buio della notte fu
spezzato dal lampo luminoso di un fulmine, seguito poco dopo da un
tuono che la fece sussultare. Quello era proprio la risata di Ombra.
Ancora stravolta Videl
pensò che quella settimana aveva già fatto quel
sogno altre due volte.
Cominciava ad aver
paura di addormentarsi.
Dopo gli ultimi anni
di pace le si presentavano quei sogni. No, quegli incubi.
Erano una premonizione
o solo la manifestazione dei suoi più profondi timori?
Era tempo di parlarne
con Gohan.
Doveva essere pronto,
perché lei non era pronta a vivere quel sogno nella
realtà.
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