Piccola Nihal.
Dolce fiore nel deserto, imponente eppure fragile.
Stendi i tuoi petali verso il cielo, forte
e coraggiosa, senza paura.
Sono qui di fronte a te e non so cosa dire o cosa fare.
Tu mi guardi con quei tuoi profondi occhi viola che ho amato
non appena, la prima volta, li ho incrociati davvero.
Cosa sei per me?
Sei il mio cuore e la mia anima.
Ecco, anche ora che prendi la spada e passi il dito sul filo
della lama, come me non sai cosa dire, nonostante tra
noi i silenzi son cosa rara.
Ti guardo e osservo la donna che sei
diventata da quando ci siamo conosciuti.
Guardo i tuoi bellissimi capelli blu, lunghi e leggeri come
brezza, morbidi al tatto, profondi come un mare d’inverno.
Osservo il tuo corpo, formato dal tempo e dall’allenamento.
Il tuo viso, sempre deciso, sempre determinato.
Mi avvicino.
“Sennar?”
La tua voce, un tintinnio di campanelli, dolce
melodia, delicata armonia di suoni.
“Nihal..”
Un mormorio stupido, forse troppo, dettato dall’immensa
emozione che mi scaturisce la tua vicinanza.
Ti guardo e quasi senza volerlo ti accarezzo una guancia. Ti
sposti, stupita.
“Cosa fai?”
Sei quasi imbarazzata, guarda, vedo quel rosa diffondersi
sulle tue guance. Allungo ancora una mano e ti accarezzo quelle orecchie a
punta, che ti hanno sempre caratterizzata e sempre ti
differenzieranno dagli altri, perché tu sei quella che sei, sei la persona
migliore del mondo.
Mi avvicino, ti bacio quelle labbra
a lungo desiderate.
Mi guardi, spalanchi gli occhi.
“Ti amo”
Finalmente te l’ho detto, piccola Nihal,
era da un secolo che aspettavo di dirtelo.
Tu spalanchi gli occhi, arrossisci, tenera e dolce come non
lo sei mai stata.
Poi alzi gli occhi, fiera, e sorridi come se fossi la
persona più felice del mondo.
“Anche io ti amo, sciocco”
Ok, fa un po’ pena.. ma la volevo scrivere, o non avrei più dormito.