He changed me.

di givemejames
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Chiusi la porta della mia camera, quella sera non era stata una delle migliori, nessuna delle sere che ho passato in questa casa lo era mai stata. Come al solito avevo litigato con mia madre, lei e le sue stupide convinzioni, era insopportabile. Mi sedetti sulla scrivania e iniziai a scarabocchiare qualcosa sul mio diario, la mia unica valvola di sfogo.
‘Sostiene che io sono quella strana, e minaccia anche di mandarmi in Inghilterra dalla zia, ma in realtà la pazza è lei! Lei insieme ai suoi problemi di alcolismo, e di droghe’ scrissi velocemente prima che entrasse in camera.
‘Elena ho chiamato tua zia, domani parti per Wolwerhampton’
‘Ti ho già detto che non voglio andarci’
le risposi cercando di non urlare.
Ho deciso così, poi mentre tu starai su io cercherò una clinica di riabilitazione’
‘Tanto non lo farai’
‘Le valige sono nell’armadio, partirai domani mattina alle otto’
chiuse la porta e cominciai a piangere fino a far arrossare i miei occhi verdi per le lacrime. Cosa avevo fatto di sbagliato a sedici anni per avere una mamma alcolizzata che mi cacciava di casa? Cominciai a fare le valigie, cioè fare per modo di dire, lanciavo tutti i vestiti dentro senza guardarli né piegarli.
Ci misi poco tempo, poi comprai un biglietto su internet di sola andata per Londra e mi distesi sul letto. Non avevo nessuna intenzione di andare da mia zia in Inghilterra, l’unica cosa positiva era mio cugino Liam, eravamo molto legati fin da piccoli, speravo solo di trovarmi bene. Mi addormentai tra le lacrime

La mattina mi svegliai presto, mi vestii e mangiai senza voglia, poi salii in macchina e mamma mi portò all’aeroporto, durante il tragitto nessuna delle due spiccicò mezza parola, non volevo parlarci, dopo tutte le volte che avevo cercato di fare qualcosa per lei mi ripagava in questa maniera? Ma anche no, pensai. Arrivate scesi dall’auto e presi i miei bagagli, lei mi porse il biglietto ed io lo presi, mi tremavano le mani.
‘Allora ciao’ le dissi cercando di non piangere, lei mi guardò con il suo solito sguardo spento marcato dalle occhiaie viola.
‘Salutami la zia, ci rivediamo quando starò meglio’ mi rispose, poi chiuse il finestrino ed andò via.
‘Cioè mai’ mormorai tra me e me malinconica, poi mi avviai all’imbarco, ero in ritardo.




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