Godric's Hollow

di Kyrie Fortune
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---Godric's Hollow---

La pallida luce lunare rendeva il paesaggio più spettrale di quanto non fosse. Centinaia e centinaia di lapidi si ergevano dal suolo, ma quasi tutte erano abbandonate. Qualcuna aveva solo dei fiori secchi, abbandonati. Ma alcune erano ancora ricordate. Due di esse, poste l'una affianco all'altra, erano più curate delle altre, poichè venivano visitate spesso negli ultimi giorni. Anche in quel plenilunio, le tombe di "James Potter" e di "Lily Evans, in Potter" venivano ricordate dal loro unico figlio, Harry.
*Mamma, papà, mi siete mancati così tanto...*.
Harry era tutto il padre, gli stessi capelli neri arruffati, lo stesso cipiglio dell'uomo coraggioso e simpatico; solo gli occhi verde smeraldo erano come quelli della rossa madre. I suoi genitori sorridevano dalle foto sopra l'epigrafe, forse per i fiori freschi, alcune rose bianche posate dal loro figlio. Harry guardava commosso dove il padre riposava, il primo a morire per mano di Voldemort...
Harry sentì la cicatrice, un sottile marchio a forma di saetta sulla tempia destra, bruciargli di rabbia. Quel mostro che tutti temevano al punto di non pronunciarne il nome, che per rendersi immortale aveva strappato la sua anima con il sangue, era la causa di tutto. Per causa sua i suoi genitori erano morti, Sirius il suo padrino era in chissà quale limbo e Silente, l'uomo che fino ad allora lo aveva protetto, oa era da qualche parte nel cielo...
Harry voleva uccidere Voldemort per tutto quello, con o senza profezia.
Le lacrime scesero sul suo volto, cariche di tristezza. Lo sguardo si perse nel vuoto in pensieri ricchi di rimpianti. Finchè qualcuno non lo fece tornare alla realtà.
<< Erano i tuoi genitori? >>.
Harry si voltò verso destra, dove proveniva la voce. Essa apparteneva all'uomo più ambiguo che Harry avesse mai visto: i suoi capelli erano corti e dello stesso colore della luna, il suo volto dai tratti leggeri eppure molto marcati pareva abbronzato nonostante la luce lunare, indossava una tuta nera di pelle e uno spolverino color sangue. Ed era armato con due pistole, una color argento e l'altra che sembrava d'ebano, e uno spadone a dir poco enorme, lungo e largo, che batteva pesante sulla schiena.
<< Lily e James... >> proseguì l'uomo. Aveva una voce virile, eppure aveva come il sottofondo di una voce da ragazzo appena diventato uomo. << Non me li ricordo bene... >>.
<< Li conoscevi? >>.
<< Più o meno. Tua madre era la cugina della mia, che era di due anni più grande. Avevo sette anni quando nascesti, mi ricordo che eri davvero minuscolo... io e m-mio fratello facevamo a gara per tenerti, me lo ricordo bene... mai una volta che io e l-lui non litigassimo per una cosa... >>.
<< Ma io non mi ricordo di voi.. scusate, è che proprio non ricordo i miei parenti, a parte i miei zii... >>.
<< Ovvio, a malapena ricordi i tuoi... vuoi vedere la tomba della cugina di Lily? >>.
<< Sì... così almeno potrei visitarla anch'io... >>.
Andarono alcune tombe più avanti, fino a quella che recitava "Eva Evans, vedova Sparda". Era piena di fiori di ogni tipo, tra oleandri, gigli, papaveri, campanule, rose cremisi e anche un vassoio pieno d'acqua con due ninfee e un fiore di loto, quasi simbolico. Erano accese anche due candele, una rossa con su scritto "D" e l'altra blu, accesa da "V". Petali neri coronavano il volto di una splendida donna, i lunghi capelli color oro e le labbra rosse che creavano un sorriso sincero e meraviglioso.
<< E'... bella >> commentò Harry. Era rimasto senza parole davanti a quella devozione. << Le volevi molto bene, vero? >>.
<< Sì, le volevo un bene dell'anima... e lei ci amava al punto di sacrificarsi per noi, come tua madre per te... >>.
<< Come.. è morta? >>. chiese Harry, visibilmente imbarazzato chiedendolo.
<< Beh, tua madre si può considerare fortunata: è morta senza dolore, sentendo solo la morte che arrivava. In fondo, le è stata concessa la fine migliore. Mia madre, invece... >>. Piangeva. << Stupido che sono! I demoni non piangono mai... >>.
<< Demoni? >>.
<< Mio padre, Sparda, lo era, io lo sono per metà. Non pensare male di lui, era un demone sensibile, non malvagio. Credo che sia l'unico... >>. Si perse nei suoi ricordi tristi, ma si riprese. << Scusa , ogni tanto mi capita. Dicevo...
<< Tua madre è morta senza sentire dolore. La mia, invece, è stata praticamente massacrata. Erano venuti dei demoni... io e m-mio fratello stavamo in un armadio, nostra madre ci aveva nascosti lì per proteggerci... e quei mostri volevano noi e nostro padre, ma lui se n'era andato da tempo, e allora... >>.
L'uomo singhiozzava disperato, il dolore era così grande che la sua voce emetteva solo versi d'angoscia, di solitudine. Non c'era bisogno dei Dissennatori per rievocare il suo peggior ricordo.
<< Su, fatti forza, in fondo tua madre ora sta in un posto migliore, con i miei genitori e tutte le persone a cui vogliamo bene che non ci sono più... >>. Harry si intristì parecchio, pensando a Sirius, ma non quanto l'altro, che a malapena tratteneva urla di strazio. << V-Vergil... perchè... >>.
<< Su, calma... >>. Uscì la bacchetta e mormorò un incantesimo per calmarlo.
<< G-grazie. Sai, v-volevo molto bene a m-mio fratello, e non ho sopportato la s-sua perdita.. >> spiegò lui, a metà tra il dolente e l'imbarazzato, come se ricordasse qualcosa di molto personale. << Beh, non ti biasimo... io non ho fratelli o sorelle. Ho solo i miei amici, ormai. E forse non li rivedrò più, perchè la scuola dove andiamo non riaprirà per un grave pericolo... >>. Sentì la rabbia pervadergli di nuovo la testa: per colpa di Voldemort, probabilmente non avrebbe rivisto neanche Ron, Hermione, Ginny, Neville, Luna, tutti gli altri...
<< Anche tu provi molto dolore >> disse l'altro, calmando a forza le lacrime. << E' bello che qualcuno ti capisca, ti senti più sicuro, compreso, forse malignamente ti senti anche meglio sapendo che qualcuno soffre come te o peggio... ma ti ripeto: sei fortunato. Hai visto la morte molto spesso, ma non quanto me. Io ormai ci convivo, la morte è il mio mestiere, io sono la morte dei demoni >>.
Singhiozzando leggermente, si voltò. << Tu ti chiami Harry, vero? >>.
<< Sì >>.
<< Sei uguale a tuo padre, ma hai gli occhi di tua madre. Non voglio sembrare gay, ma sei molto bello >>.
L'uomo si avviò verso l'uscita. Era a parecchi metri, quando Harry gli urlò << Ehi! Ditemi il vostro nome! >>.
Chissà perchè, Harry si aspettava quella risposta, prima che l'altro scomparisse nella notte, lasciandolo solo.

<< Dante >>.



Questa è la mia prima fanfiction che pubblico! Siate clementi!




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