My
Sweet Prince,
“Never
thought you'd make me perspire.”
Merlin non era pronto.
Merlin
non lo sarebbe stato mai, o almeno lo sarebbe stato un giorno, se qualcuno si fosse preso
la briga di sedersi al suo fianco per spiegarli cosa avrebbe dovuto
fare - o non fare - nei confronti del suo padrone, a maggior ragione se
il suddetto padrone fosse l'erede al trono (e un completo idiota). Ma tranne le
raccomandazioni di Gaius ( ridotte ad uno striminzito: 'non finire
nei guai, Merlin,'),
un sorriso benevolo di Gwen e un particolare, e di indubbio fascino,
occhiolino da parte di Leon, nessuno gli aveva spiegato nulla, come se
un contadino venuto da chissà dove conoscesse tutto sulle
abitudini del regal Asino.
Così,
quando Arthur si era svegliato di buon ora, urlando il suo nome, Merlin
non era pronto ad entrare nella sua camera e ascoltare le richieste (del tutto
ragionevoli)
del suo padrone. Ma con enorme sprezzo del pericolo, entrò
lo stesso nella stanza, fronteggiando a testa alta l'ignoto. (A
posteriori, però, ponderò che forse sarebbe stato
più saggio camminare di sua spontanea volontà
verso la gogna, posizionando la testa e le braccia negli appositi buchi
e comprare di sua tasca la frutta che, di lì a poco, sarebbe
stata lanciata contro il suo viso glabro).
“Merlin,”
cominciò l'Asino, trangugiando la sua colazione con la
grazia e la regalità che si addicevano ad una testa coronata
(chissà cos'era quell'intruglio che gli colava ai lati della
bocca e che, parlando, aveva sputacchiato contro il suo
volto) “Oggi ti farò sudare,”
E se solo Merlin fosse
stato pronto, forse il suo cuore non avrebbe smesso di battere,
così da renderlo clinicamente morto, e forse nella sua
testa non si sarebbero scagliate con prepotenza quelle immagini poco
ortodosse. Ma nessuno gli aveva parlato di sudore, e Merlin non aveva
mai propriamente toccato un altro pezzo di carne che non fosse il suo e
così, invece di rispondere con un cinico e propriamente suo
“Credo di
essere già sudato, Sire,”, se ne rimase come
uno stoccafisso ad osservare il Principe fare colazione, con la lingua
sardonicamente incollata al palato.
“Tu, io e il
bosco, tra qualche ora,” continuò a borbottare
l'Asino, gesticolando - e sputacchiando -.
Merlin
annuì nuovamente, incapace di fare altro.
“E allora
cosa ci fai ancora qui? Hai un cavallo da sellare!”
E Merlin
scattò sull'attenti, caracollando verso le scuderie.
E Arthur fu troppo
preso dalla sua colazione per accorgersi che quello era stato l'unico
ordine che Merlin aveva accettato e intrapreso senza battere ciglio
dopo mesi e mesi di servitù.
*
“Una sola battuta di
caccia, Merlin,” cianciò l'Asino. “E tu
sei ridotto così? Ma cosa c'è di sbagliato in
te?”
Merlin
aggrottò le sopracciglia, lasciandosi scivolare lungo il
tronco dell'albero e sedendosi, finalmente, sull'erba fresca. Se solo
fosse stato pronto a quello, magari non avrebbe fatto la
figura dell'idiota completo.
“Hai corso
per quanto?” chiese retoricamente, puntellando l'indice
contro il mento. “Due, tre metri al massimo? E poi che hai
fatto? Ti sei
fermato, annaspando,”
Merlin aprì
la bocca per controbattere, ma il fiato gli morì in gola e
non riuscì a proseguire - o a iniziare, che dir si voglia -.
“E infine,
non conosci il momento adatto per correre dietro ad un animale ferito e
finirlo!” esclamò, diventando ancor più
rosso del suo servo. “Vuoi una dritta, Merlin? Aspetta
che sia veramente ferito!”
E il regal Asino aveva
ragione, o almeno l'avrebbe avuta se qualcuno si fosse preso la briga
di spiegargli che quel 'ti
farò sudare, Merlin,' si riferiva ad una battuta di
caccia, se Leon, mentre preparava l'equipaggiamento al suo posto
(perché presentarsi da un cavaliere e dire ' Arthur vuole
farmi sudare nel bosco, da soli' non era certamente una cosa adatta, e
questo l'avrebbe capito anche un semplice contadino. Così si
era limitato a dire ' Arthur, bosco, passeggiata' - non necessariamente
in questo ordine - e lui aveva fatto il resto), gli avesse detto che
quell'unico cavallo era per Arthur, mentre lui avrebbe dovuto portare a
piedi tutto l'equipaggiamento. Anche se, certamente, tutte quelle
strane armi e la totale assenza di un drappo ed un cestino avrebbero
dovuto mettere in moto le poche sinapsi consunte dalla magia che aveva
e capire che non ci sarebbe stato nessun pic-nic all'aria
aperta. “Non ho mai cacciato,”
esalò alla fine con un notevole sforzo dei suoi polmoni.
“Era palese, Merlin,”
continuò Arthur, esibendosi nel suo miglior soliloquio.
“Ma dimmi, Merlin, come hai fatto a sopravvivere fino ad ora
nei campi senza avere un minimo di resistenza fisica?”
E Merlin avrebbe
voluto dirgli che il suo corpo non era geneticamente programmato e
coordinato per muovere simultaneamente i muscoli delle sue gambe per
correre dietro ad un cervo in perfetta salute - ma non lo sarebbe
stato, se l'Asino avesse avuto un po' di mira - e i muscoli della bocca
per salvare il suo deretano coronato da un altro cervo che, prendendo
la rincorsa, stava per incornarlo - e tanti saluti alla profezia, alla
corona e al futuro re di Camelot!-. Ma rimase in silenzio ad ascoltare
il suo soliloquio e ad asciugarsi il sudore che scendeva copioso dalla
fronte.
*
Qualche ora e soliloqui più tardi Merlin ricondusse il
cavallo nelle scuderie, lasciandolo tra le mani sapienti di qualche
scudiero, per poi trascinarsi stancamente verso l'abitazione di Gaius.
“E così Arthur ti ha fatto sudare, eh?”
chiese Leon, inarcando sornione un sopracciglio.
Merlin borbottò qualcosa fra sé e sé,
aumentando il passo; se solo avesse saputo in che modo Arthur l'avrebbe
fatto sudare, avrebbe lasciato che quel pugnale lo colpisse qualche
mese prima....
Salve,
questo è il
mio primo tentativo italiano di scrivere una storia su questi due.
Sappiate che tornare a
scrivere in italiano - nonostante ci siano due fic lì
risalenti all'anno scorso- è un grosso scoglio; tre anni in
Inghilterra sono tanti, e sappiate anche che per motivi che non sto qui
a spiegarvi, la mia conoscenza della serie si ferma alle prime puntate
della terza stagione, e credo che rimarrà così
per molto a lungo.
Critiche, pareri e
cose simili sono ben accette, ma non sentitevi obbligate, spero
soltanto che la lettura almeno un po' vi sia piaciuta.
Ricordo, inoltre, che
essendo questa una raccolta avrà come unico filo conduttore
il testo dei Placebo che da il titolo sia alla raccolta, che ai vari
capitoletti.
Alla prossima
<3
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