Spes: speranza.

di Gens
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Arrancava da una parte all’altra sul ciglio della strada, col mantello nero e lungo che lo seguiva di soppiatto, le ferite che ancora gli dolevano e sanguinavano e i piedi che chiedevano riposo.
Non sapeva dove andare. O forse sì.
Si smaterializzò e apparve su quella via stretta e lunga che tanto aveva percorso, da giovane con i suoi amici e anni successivi solo per i suoi scopi.
Si avvicinò al solito pub poco illuminato, col cappuccio che gli arrivava fino agli occhi, stando attento a dove metteva i piedi.
Si bloccò davanti alla porta e sentì delle voci.
- “ Harry, puoi spiegarmi ancora una volta perché diavolo sei qui? Sbaglio, o hai il tuo turno da Auror? ”
- “ Aberforth, devo spiegartelo ogni santissima volta che vengo qui, il perché? Credo che ormai tu l’abbia capito. ”
Quella voce, così conosciuta, così amata, l’unica cosa che l’aveva sempre spinto ad andare avanti.
Spalancò la porta del pub e vide la bacchetta di Harry puntata su di lui.
- “ Chi sei? Riconosciti straniero! ”
- “ Sono un animagus. Non mi faccio vivo da anni, probabilmente. Sono Purosangue e appartengo a una famiglia rispettabile. Faccio parte dell’Ordine della Fenice. Sono il tuo padrino. Sono Sirius Black. ”




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