Boom!, Headshot!

di Lavi Bookman
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Ogni cosa nella sua testa insisteva per uscire fuori, per battere incessantemente contro il cranio, le tempie, il cervelletto, per uscire dagli occhi e essere sputata dalla bocca o strappata fuori dal naso. Ogni cosa le fracassava i timpani, le massacrava l'udito e le faceva sanguinare le orecchie di nulla, di silenzio. Intorno a lei vi era solo silenzio.

Boom. Boom. Boom.

Lasciava che la sua voce non uscisse dalla gola, vibrassero fintamente le corde vocali - oh, Dio! Quelle fottute corde vocali: stupide inermi ferme inutili febbricitanti e anestetizzate, quelle dannatissime corde vocali! Se solo avesse potuto tagliarle! -. Lasciava che il vuoto le scavasse dentro, non udendo le proprie grida uscirle fuori.

Boom. Boom. Boom.

Quelle stupide orecchie, loro non volevano sentire, loro! Quelle urla, quei lamenti. Quelle stupide orecchie la ingannavano, le creavano allucinazioni uditive.
Era, sul suo letto, improvvisamente muta o improvvisamente sorda, o magari entrambe le cose. E improvvisamente sola con se stessa con o senza i rumori. Dio, quanto le sarebbero mancati.

Boom. Boom. Boom.





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