Sono diventato padre diciassette
anni fa
Sono diventato padre diciassette anni fa, ricordo quel giorno come se
fosse ieri. C’èra una forte tempesta, di solito
con noi c’è Nami, però quel giorno, le
si erano rotte le acque poco prima della tempesta. Chopper e Robin
erano con lei in infermeria, ed io e i tuoi zii sembravamo dei bambini
sperduti e spaventati, davanti alla forza della natura. Quel giorno mi
sono accorto di quanto tua madre sia forte, di quanto coraggio abbia a
combattere contro quelle enormi onde. Da quel giorno le tempeste non mi
sembrano più così brutte, le tempeste mi
ricordano te, le tempeste mi ricordano il giorno in cui ti ho preso in
braccio per la prima volta. Sì, ricordo bene quel momento,
avevo davvero paura, paura di ferirti o di farti del male, eri
così piccola e fragile, e quel giorno promisi a me stesso di
difenderti a costo della vita. Ma più crescevi e
più uscivi fuori dal mio controllo, e poi io e Nami ti
abbiamo comprato una katana, sai a volte me ne pento, ma tu dopo fai
quello sguardo, quello quando ti alleni, e cerchi di farmi cadere una
delle katane. Quello sguardo mi fa capire di quanto, in fondo, mi
somigli, mi fa capire che il tuo carattere avventato e stupido tu
l’abbia preso da me, mi fa capire che se quel giorno tu ti
sia fatta male sia colpa mia, sì, quel giorno, il giorno
più brutto e lungo della mia vita, il giorno in cui ho
fallito come padre, il giorno in cui la mia fortuna mi
abbandonò e non riuscì ad arrivare in tempo per
difenderti. A te è rimasta una cicatrice, a me è
rimasto un trauma, il trauma di vedere mia figlia ferita, il trauma di
vedere gli occhi pieni di lacrime di mia moglie. Oggi sei una
spadaccina, oggi cerchi di battermi per diventare la migliore, oggi, il
giorno del tuo diciassettesimo compleanno sei davanti a me e cerchi di
farmi sfoderare almeno la mia seconda katana, sei agile, forte e
determinata, circa mezz’ora e sfodero la mia seconda katana
per istinto, ti vedo sorridere e abbassare la guardia pochi secondi e
la tua katana vola via. Io mi giro e me ne vado
-Pff non credere di potermi battere solo per questo sei ancora una
principiante, mocciosa.-
-Ti batterò vecchio, giuro che ce la farò.
–
Mentre cammino verso la doccia penso tra me e me che infondo sei
davvero migliorata e che forse tra un paio di anni riuscirai davvero a
battermi.
Fine.
Scusate la mia
assenza ma sono stata parecchio indaffarata, spero vi piaccia questa
storia, e ringrazio chi ha recensito, messo tra i seguiti/preferiti le
mie storie.
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