Gli assassini non si innamorano

di La Mutaforma
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Altair fece qualche passo verso la via di notte, imperlata dal grigiore lunare.

Sotto la luce, brillava l’elmo di un templare.

Si fece sfuggire un enigmatico sorriso, mentre silenzioso come un’ombra, come un assassino, scivolava al suo fianco, lieve, tristo. Muto, se non per lo scatto della lama.

Troppo tardi. Il templare non sembrò nemmeno sentire il rumore mentre la lama gli apriva un nero squarcio nella tunica.

Il sangue colò caldo sulle dita di Altair, prima di accorgersi di abbracciare quell’uomo rigido, ma ancora vivo. Lo sentiva chiaramente ansimare, e si chiese come avesse fatto a non ucciderlo subito.

Rivoltò il soldato tra le sue braccia, e l’elmo cadde sul lastricato con un tonfo, rivelando il viso provato e deformato dal dolore.

“La donna di Acri!”

 

Tutto scomparve in un lampo di luce bianca che saliva piano, mentre Altair stringeva quel corpo tra le braccia, come se l’amasse per davvero.

 

Si risvegliò nel suo letto, con gli occhi incolleriti.

Provò un mite e raro senso di vergogna, e chiuse gli occhi.

Ma l’amava, l’amava, l’amava in ogni modo possibile, l’amava come era vietato agli assassini.

Col cuore.






_elfo inutile:

E' brevissima, ma a me piace. Perchè contrariamente alle teorie yaoiste, io adoro Maria. E Altair. E i loro figli. E tutto il resto. 

Per tutto il resto, andate a fanculo. O in alternativa parlatene con Malik, e fate una crociata contro le mie fanfic, ne sarei onorata.

Saluti.  





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